Messaggio del Ministro dell’Interno
On.le Claudio
Scajola
All’Assemblea
Nazionale SOS Impresa – Confesercenti
Roma, 2 ottobre
2001
L’Assemblea nazionale di SOS
Impresa ha il merito di porre all’ordine del giorno un tema che nei mesi a
venire assumerà un rilievo crescente, anche in vista dell’ingresso nel sistema
della moneta unica.
Se è vero che con la nascita
dell’Euro le economie nazionali trarranno un beneficio straordinario per la
loro crescita, è anche vero che i singoli Stati dovranno dimostrare maggiore
sollecitudine che in passato nell’azione di controllo e di contrasto alla
cosiddetta criminalità economica.
Nel 2002 cadranno le barriere
monetarie ma con esse non dovranno venir meno quelle garanzie e quelle
condizioni di sicurezza e di trasparenza che ogni Stato deve saper assicurare
ai propri sistemi economici.
Il riciclaggio, l’usura, il
racket dell’estorsione sono forme illegali strettamente vincolate tra loro e
hanno dimostrato nel tempo una notevole capacità di adattamento ai nuovi
scenari dell’economia e una spiccata attitudine nell’impiego delle più recenti
tecnologie digitali e di comunicazione. Ciò ha favorito soprattutto nell’ultimo
decennio una diffusione trasnazionale delle pratiche illegali e un loro
progressivo radicamento in territori anche lontani ma ben collegati tra loro da
una pianificazione organizzativa e logistica assai sofisticata.
Per questo la criminalità
organizzata non si fermerà davanti al nuovo che avanza, ma al contrario dal
nuovo cercherà di trarre nuovi benefici e nuovi vantaggi.
Qui entra in gioco lo Stato,
l’Istituzione, l’autorità pubblica, e con essi il consenso dei cittadini,
l’impegno delle associazioni di categoria, la collaborazione delle imprese e di
chi onestamente lavora, investe, promuove il proprio benessere e quello degli
altri.
Sono questi i soggetti
istituzionali, sociali, economici chiamati a combattere la criminalità
economica, a riaffermare il valore irrinunciabile della legalità, a costruire
condizioni concrete ed effettive di sviluppo, soprattutto nelle aree
svantaggiate del Paese, spesso le più colpite dal racket dell’estorsione e
dell’usura.
Lo Stato farà la sua parte.
Dovremo innanzitutto lavorare per
una applicazione più compiuta della normativa antiracket e antiusura. La legge
44 approvata solo due anni or sono da un’ampia maggioranza parlamentare è tra
le più avanzate in Europa avendo il pregio di fissare le condizioni per una
maggiore cooperazione tra circuito istituzionale e mondo delle associazioni
antiracket. Senza questo raccordo la battaglia non può essere vinta, ma saranno
necessarie integrazioni e adeguamenti di altre normative, in ambito
processuale, penale e fallimentare, perché una scarsa armonia tra le norme può
pregiudicare la tutela della vittima e quindi lo spirito stesso della legge.
Anche alla figura e al ruolo del Commissario antiracket bisognerà dare in tempi
brevi una sistemazione normativa definitiva.
Occorre inoltre incentivare le
misure di prevenzione, attraverso le riunioni dei Comitati provinciali per
l’ordine e la sicurezza pubblica, convocate dai prefetti, d’intesa con il
Commissario antiracket al quale spetta il raccordo con tutte le associazioni
antiracket. Questa è la sede migliore non solo per stabilire una stretta
collaborazione tra le parti interessate ma è lo strumento attraverso il quale
chi è vittima del fenomeno estorsivo riceve una sua legittimità ad essere
tutelato e difeso.
Appare anche opportuno promuovere
una nuova mirata campagna nazionale di informazione, che faccia seguito a
quella generale dello scorso anno e che punti su temi specifici come
l’educazione all’uso responsabile del denaro o le modalità di accesso al Fondo
di prevenzione dell’usura.
Altro obiettivo da perseguire è
il potenziamento della rete delle associazioni antiracket, che dovranno sempre
più svolgere un ruolo non solo di prevenzione, di assistenza e di solidarietà
nei confronti delle vittime ma anche di promozione delle denunce contro
l’usura.
Dovremo infine promuovere un
sistema efficace di finanziamento del Fondo di prevenzione dell’usura, tale da
renderlo permanente e fruibile, così come già accade per il Fondo di
solidarietà.
Questi sono solo alcuni degli
obiettivi che abbiamo in animo di perseguire. Altri saranno individuati con il
contributo delle Associazioni, come SOS Impresa, che lavorano sul campo ed
hanno la possibilità di percepire l’evoluzione del problema e di individuarne
le possibili soluzioni.
Anche dai lavori della vostra
Assemblea, alla quale auguro un proficuo risultato, potranno uscire quelle
proposte che fin d’ora mi impegno a valutare insieme a voi e alle associazioni
che con voi combattono questa difficile e nobile battaglia.
Roma, 1° ottobre 2001