CONCLUSIONI
Credo che si possa dire, senza trionfalismi, che gli obiettivi che ci eravamo prefissi di raggiungere con il Commissario Tano Grasso quando abbiamo deciso, all’indomani del mio insediamento al Ministero dell’Interno, il piano di lavoro, siano stati raggiunti. Il primo risultato è quello di non essere caduti in un eccesso di trionfalismo o di auto-celebrazione nel dire quanto abbiamo fatto. Mi pare che il quadro che esce fuori da due giorni di lavoro sia un quadro obiettivo, che non disconosce i risultati, ma che offre la netta percezione che molto è stato fatto e molto resta da fare, in particolare per quel che riguarda l’estorsione.
Ma non si può non
essere soddisfatti. Devo un ringraziamento innanzitutto al Commissario Tano
Grasso ed alla sua struttura, per la conduzione e per la bellissima ed
appassionata relazione di ieri ed ai suoi collaboratori; al Ministero dell’Interno,
che ha creduto in questa iniziativa, ne ha condiviso le linee progettuali e si
è assunto le proprie responsabilità. Desidero in particolare ringraziare i
Prefetti, perché in giro per l’Italia molti di loro hanno interpretato il loro
ruolo in modo dinamico e creativo facendosi promotori delle associazioni antiracket;
le forze di polizia oggi rappresentate ai massimi livelli, perché mi pare
evidente che c’è un salto di qualità nel rapporto tra le vittime del racket e
dell’usura e le forze di polizia: bastava quanto diceva Pina Grassi sul clima
di indifferenza e di ostilità di allora, per capire che è merito delle forze di
polizia se vi è stata in questi anni una crescita di professionalità e di
coscienza, testimoniata dal dato del 75% delle denunce che va a buon fine, con i
responsabili individuati, arrestati e condannati. La magistratura, in
particolare il Procuratore Nazionale Antimafia e i molti Procuratori che hanno
messo al centro della propria comunicazione, come abbiamo ascoltato dalle loro
relazioni soprattutto nei grandi distretti di Corte di appello del Sud questo
tema come tema centrale; ma l’ultimo sentito ringraziamento voglio farlo al
mondo dell’associazionismo antiracket che è stato il vero protagonista di questa
azione e di questa Conferenza.
La missione è
stata raggiunta. Se era stata manifestata la preoccupazione che l’usura apparisse
meno rispetto all’estorsione, credo che questa Conferenza abbia riportato nella
dovuta attenzione il tema dell’usura e la sua pericolosità. Credo che questo
sia dovuto ad una serie di ragioni, una delle quali la disponibilità del
Governatore della Banca d’Italia ad intervenire e desidero ringraziarlo. Voglio
esprimere un apprezzamento pubblico all’ABI perché è intervenuta concretamente
con una disponibilità ed una collaborazione concreta ed attiva. Questo tavolo a
cui l’ABI partecipa è certamente un inizio di disponibilità importante che va
apprezzata.
Per l’estorsione
c’è un dato rilevante: crescono le denunce; siamo ancora lontani da un livello
di soddisfazione perché questo reato ha una caratteristica intollerabile che è
il controllo del territorio, componente essenziale di uno Stato, il fenomeno infatti
è assai diffuso.
Vorrei chiudere
questa Conferenza dando un breve rendiconto delle cose fatte e di quelle da fare.
Credo che tra
le cose fatte si debba ricordare innanzitutto il risarcimento alle vittime, risultato
ormai conquistato, non vi sono sostanzialmente arretrati, la capacità di analisi
è molto attenta, le risorse ci sono, anche in tema di azioni di prevenzione; il
decreto firmato dal Ministro dell’Interno e da quello del Tesoro per i 100 miliardi
che consente di coprire le iniziative per il biennio 2000 e 2001, è un fatto di
grande importanza; la riapertura dei termini con la finanziaria 2001 per la
presentazione delle istanze da parte delle vittime a Fondo di solidarietà; la
trasformazione dei tempi di restituzione del mutuo da 5 a 10 anni; l’anagrafe
dei rapporti di conto e di deposito che il Ministro del Tesoro con un proprio decreto
del 4 agosto 2000 ha deciso; la legge 235/2000 che reca nuove norme in materia
di cancellazione dagli elenchi dei protesti cambiari; ed il regolamento della
l. 108/96 sull’albo dei mediatori creditizi. Si può dire che vi è un bilancio
di cose realizzate.
Le cose da fare: partirei dall’ultima,
avanzata dal Presidente della Commissione antimafia: il manuale. L’abbiamo già
realizzato 10 anni fa facendoci donare dalla Regione Toscana un bellissimo manuale
con i disegni di Staino, distribuito nelle scuole. È stata proposta da Pia Giulia
Nucci la black list per gli usurai e la corsia preferenziale per i processi di
estorsione ed usura. Assumo l’impegno di approfondire questi temi e vedere i
termini in cui possono essere accolti questi suggerimenti, nel rispetto dei
principi costituzionali.
Uno dei temi
dominanti della Conferenza è stata la richiesta di maggiore tutela delle
vittime. Possiamo dire che vi è una notevole crescita di attenzione da parte
delle autorità di polizia deputate alla protezione dei testimoni di giustizia,
testimoniata anche dai numeri presentati. Un aspetto delicatissimo è quello
giudiziario: quando si rende la testimonianza, il clima è spesso di obiettiva
intimidazione. Credo che su questo argomento vada fatta una riflessione ed un approfondimento.
Si deve immaginare qualcosa che renda la testimonianza protetta e messa in condizione
di esprimersi liberamente.
Un’altra delle
cose dette è la necessità della certezza della pena, il valore fortemente diseducativo
del vedere l’autore di un reato in libertà. È stato approvato un decreto legge
convertito che prevede importanti norme correttive per evitare le cosiddette
scarcerazioni facili, esprimo soddisfazione anche per la previsione del
braccialetto elettronico che ci consente in alcune circostanze di avere la ragionevole
certezza di dove si trova l’imputato o il condannato. Assumo un impegno: cominceremo
in 5 città e verificherò la possibilità di creare una corsia preferenziale per
l’utilizzazione del braccialetto per questo tipo di reati, in considerazione del
particolare allarme sociale che suscitano.
Un’altra cosa da
fare è coinvolgere di più e meglio il mondo imprenditoriale, segnatamente il
mondo dell’industria ma anche quello del commercio.
Infine mi pare
che l’ultima delle cose da fare sia di continuare lo spirito di questa
iniziativa, annualmente, ripetendola anche a livello locale, regionale dove il
fenomeno è più avvertito. Potremmo vedere di realizzarla in collaborazione con
il mondo dei sindaci che svolge un ruolo importante.
9 anni e mezzo
fa andai a trovare la moglie di un amico caro che era rimasto vittima del
racket delle estorsioni e ricordo ancora una chiacchierata in un negozio per
parlare delle cose da fare. I casi della vita hanno portato molti anni dopo i
protagonisti della storia ad avere ruoli diversi: Tano Grasso, che fece nascere
questo movimento a Capo d’Orlando, Commissario, io Ministro dell’Interno e
spero di potere ancora dare una mano con la stessa convinzione, passione e
determinazione ad una delle cause che considero prioritarie ed importanti per
fare del nostro un Paese fino in fondo civile.
Enzo
Bianco
Ministro dell’Interno