Da sempre l'uomo, posto davanti al Kaos dell'universo, ne ha studiato i segni per capirne le leggi fondamentali e la struttura, e suddividerne gli spazi per sentirsi più vicino alla natura.
Architettura vuol dire "costruire seguendo un principio" (archi=principio/tecton=costruttore).
Troppo spesso oggi, nella vita frenetica di tutti i giorni, dimentichiamo ciò che è veramente importante per noi stessi, e cioè il principio stesso del costruire: il benessere. Oggi la percezione delle cose è appiattita dall'abitudine, e questo a lungo termine porta a una sorta di malessere, delle cui cause spesso non ci rendiamo neanche conto.
Credo che il "vivere male" di oggi sia in larga misura imputabile alla scarsa qualità del costruito intorno a noi.

Per ritrovare il benessere perduto, dobbiamo preoccuparci soprattutto dei luoghi nei quali trascorriamo la maggior parte del tempo, cioè il luogo di lavoro ma principalmente la nostra casa.
La casa, quindi. Essa deve "dialogare" con il corpo, seguirne le esigenze e "costruire" il benessere, anche dello spirito. Come ogni organismo è differente dall’altro, ogni casa è diversa dall’altra perché deve adattarsi alla personalità di chi vi abita, al suo carattere, alle sue abitudini. E’, insomma, l'"abito di pietra" costruito attorno al nostro corpo.

Le esigenze abitative di oggi sono cambiate rispetto a qualche anno fa, e continuano ad evolversi; i cambiamenti tecnologici impongono continui adeguamenti, in termini di materiali biocompatibili, di risparmio energetico, di nuovi impianti di comunicazione.
La sfida dell’architetto di oggi, a mio avviso, che con la sua cultura, la sua esperienza e la sua sensibilità ha tutte le potenzialità per farlo, è quella di creare una "macchina - organismo", un tutt’uno organico capace di coniugare tecnologia, flessibilità d’uso e rispetto verso l’ambiente circostante, perché un appartamento o un luogo di lavoro non sia soltanto un investimento economico, ma innanzitutto un luogo di salute materiale e spirituale, fonte di benessere e di comfort.