Jet Li: La Storia
L’occidente è pronto per un nuovo eroe cinese. Per trent’anni
l’America ha abbracciato il carismatico potere e la soggezione del Kung Fu e
dei film di Bruce Lee finchè finalmente, negli anni ’90, lo schermo
cinematografico è stato illuminato col genio comico e fisico, nonchè le
stupefacenti acrobazie di Jackie Chan. Ma Jet Li è un un tipo di eroe diverso.
Come Chow Yun Fat, i suoi personaggi impersonificano i valori di lealtà e
giustizia, imbevuti di uno spessore riflessivo e sensibilità. Il suo Kung Fu ha
uno scopo, forse anche una lezione morale, dato che la sua gamma di ruoli
include eroi leggendari come Zhang San Feng, Wong Fei Hung o Ching Woo difensore
di Chen Zhen. Nonostante un paio di titoli dal tono comico un pò meno
fortunati, abbiamo visto Jet li come l’archetipo dell’eroe, sia che assuma
le vesti di un monaco Shaolin o che interpreti un poliziotto dei giorni nostri
il cui difficile viaggio trionfa nella vittoria del bene sul male.
"Trionfo" è certamente una parola che appartiene alla
storia di Jet Li. I cinofili spesso perdono di vista il fatto che Li Lian Jie è
anche e sopratutto una delle più grandi stelle del Wushu (sport nazionale
cinese) di tutti i tempi. Ma sembra inevitabile che la storia del Wushu di Li
sia ciò che ha dato forma al suo carattere e a quello dei personaggi da lui
interpretati sullo schermo. Determinazione e volontà lo hanno fatto la stella
più importante della squadra di Wushu di Pechino all’età di undici anni,
quando ha conquistato la medaglia d’oro come campione All-round ai campionati
nazionali. Ha conservato il titolo per cinque anni consecutivi, infrangendo
tutti i record e facendo la storia delle arti marziali.
L’infanzia nel Wushu
Li aveva otto anni quando il suo maestro di educazione fisica nella
scuola elementare di Changqiao di Pechino scoprì l’innata agilità, grazia e
predisposizione a saltare del giovane ragazzo. Mandò Li ad allenarsi nel Wushu
alla Scuola di sport di Pechino, dove fu affidato alla tutela dell’allenatore
Wu Bin. Frequentando le lezioni durante il giorno, ad otto anni diventò presto
uno dei più determinati allievi. Slanci di gamba, piegamenti e salti mortali
erano solo una piccola parte della routine quotidiana del giovane atleta che
tornava a casa tutte le notti stanco, ma ispirato.
Forse Wu Bin diventò come una specie di figura paterna per Jet Li,
che perse il proprio padre a soli due anni, e come allenatore di Wushu
certamente vide il potenziale di una futura star, sia in un talento naturale che
nella perseveranza. Fece un programma di allenamento extra per Li. Wu Bin era
contento della velocità e dell’agilità del suo allievo, ma scoprì che a Li
mancava la forza per calciare e colpire in maniera efficace. Visitò la casa
della famiglia Li e scoprì che la famiglia non mangiava carne perchè
all’epoca la nonna si era ammalata e il dottore le aveva consigliato di
evitarla. L’intera famiglia seguiva l’abitudine, ma Wu Bin gli disse che
Lian Jie aveva bisogno di proteine per sviluppare la sua forza, e così continuò
a portare cibo lottando con la famiglia Li per anni.
Il talento naturale di Li per la ginnastica si sposò presto ad un
profondo amore per le arti marziali. In questi anni, la sua raffinatezza crebbe
in maniera sostanziale. Molti altri bambini iscritti al programma di Wushu della
Scuola Amatoriale di sport di Pechino abbandonarono a causa dei rigori fisici e
mentali. Li, invece, continuò a praticare tecniche di pugno e calcio, agilità,
flessibilità e le forme con la spada e la lancia fino a tarda notte.
"Nessun Prodigio"
La gente spesso si riferisce a Jet Li come un bambino prodigio e un
genio del Wushu. Li stesso risponde a tale affermazione in una breve memoria
nella quale scrive: " Non sono un prodigio e gli articoli di giornale nei
quali si parla del fatto che mi sono allenato nella pratica delle arti marziali
sin dalla più tenera età, spesso mi scocciano oltremodo. Non è semplicemente
vero. Come tutti gli altri, mi sono trovato di fronte a numerosi problemi nel
corso dei miei allenamenti e pensai spesso di lasciare tutto. E’ stato il mio
allenatore Wu Bin che mia ha aiutato a superare gli ostacoli incoraggiandomi a
non gettare la spugna. Le sue ammonizioni e la sua pazienza nel guidarmi
rimarranno sempre in fondo al mio cuore".
Ci sono inevitabilmente dei punti di convergenza, momenti nei quali
bisogna essere nel posto giusto al momento giusto. Fortunatamente per il Wushu,
sia Jet Li che Wu Bin entrarono a far parte di una divisione che emerse
diventando la Squadra Nazionale di Wushu di Pechino. Dopo tre anni di
allenamento serio con Wu Bin, e dopo essere diventato campione nazionale nella
categoria juniores, Li divenne membro della squadra professionista di Pechino
nel 1974. Per molti undicenni, la pressione sarebbe potuta essere troppa, ma per
Li sembra che sia servita come incentivo ad arrivare ad un livello più alto. Da
un lato,
quello fisico, l’allenamento si intensificò enormemente. Dall’
altro, e forse più importante, allargò la sua visione delle arti marziali.
Correre intorno ad una pista da 350 metri 20 volte in 25 minuti, sicuramente
necessitò disciplina, ma studiare le caratteristiche dei diversi stili, e
assimilarli, richiedeva un’intelligenza sia artistica che marziale. Li iniziò
a mescolare esercizi di ginnastica, box e armi insieme alla sua grande abilità
nel saltare e velocità di esecuzione. Fu in grado di prendere il meglio da
diversi maestri di Wushu di Pechino, studiando le loro diverse caratteristiche e
qualità.
Li cercava la vera essenza dell’arte marziale e ai suoi primi
campionati nazionali di Wushu nel 1974, ne dimostrò la sua conoscenza. Come notò
uno scrittore: " La sua interpretazione dei requisiti necessari per la
competizione era basata su un intenso studio nonchè dalla combinazione delle
caratteristiche di varie scuole: la fluidità e la libertà del Changquan,
l’agilità del Houquan (stile della scimmia), la grazia del Tongbeiquan, la
ritmicità e la forza esplosiva del Gun (bastone), l’energia interna del
Taijiquan, ecc. Quindi la cosa più importante, nella sua mente, è stata
l’integrazione delle forme di corsa, salto e scatti improvvisi con un senso di
bellezza". Li gareggiò prima nelle categorie obbligatorie e poi proseguì
ottenendo i risultati più alti in specialità come la spada, la lancia, le
routine di combattimento, il pu dao (sciabola pu), ed il combattimento in trio,
facendolo diventare campione All-round.
Con Wu Bin
Il fascino di viaggiare ed esibirsi per tutto il mondo deve aver
certamente messo in risalto quei cinque anni di implacabile lavoro, allenamento
e dedizione che un campione deve mantenere per vincere. Le molte storie della
dura disciplina di Wu Bin nei confronti della squadra sono forse sottolineate
dai ricordi di Li:
" Tutto ciò che i miei compagni di allenamento facevano una
volta, io lo facevo tre volte. Per sfruttare
al massimo il mio tempo, venivo in palestra anche di Domenica,
quando tutti gli altri si riposavano.
Il mio allenatore comunque sembrava non apprezzare i mie sforzi. Era
sempre gentile e paziente con i mie compagni di squadra quando doveva spiegare
l’essenza dei movimenti e li correggeva quando sbagliavano. Quando vedeva che
erano troppo stanchi, li consigliava di fare una pausa. Ma quando parlava con me
sembrava un’altra persona. Spesso mi aggrediva, ‘ Pensi sia quello il
movimento giusto? Come è possibile che più pratichi e più peggiori?’ e così
via.
Ad essere sincero, non mi piaceva molto il modo in cui mi trattava.
Ma ora capisco che lo faceva per il mio bene. Ogni volta che allenava un nuovo
allievo, la prima cosa che faceva era scoprire il suo carattere in modo da
comportarsi conseguentemente. Lui stesso descriveva questo suo atteggiamento con
le parole: " Un tamburo risonante deve essere colpito con un martello
pesante".
La ricerca della conoscenza
Un fattore che ha fatto contraddistinguere Li rispetto agli altri
gareggianti è stata la creatività delle sue esecuzioni ed il fatto che abbia
continuato a stabilire per se stesso standard più alti ogni anno. Le sue
"specialità" , una volta esibite, non erano più segreto, e come
commentò un osservatore, " I giudici lo lodavano perchè non era mai
soddisfatto, perchè avanzava continuamente e perchè ha portato l’arte
tradizionale a un nuovo standard". Molti altri che lo conobbero come
competitore avvalorarono ciò, e
Li sfruttò ogni possibile opportunità per attingere esperienza da
tutti i maestri di Wushu che incontrava, includendo attori e ballerini
dell’opera di Pechino.
Avere questo approfondimento nell’epistemologia del Kung Fu di Li,
sfida il pregiudizio popolare che il "Wushu" sia mera performance,
divorziata delle "vere" arti marziali e dalla loro storia; invece,
l’alto livello di educazione degli studenti contemporanei di Wushu non è come
la filosofia di Bruce Lee di prendere ciò che è utile dalle diverse arti
marziali per poi trovare la tua strada ed la tua espressione individuale.
La profondità è ciò che caratterizza il Wushu di Jet Li. La
combinazione di comprensione dell’astratto mentale affiancata ad una
interpretazione fisica fluida e potente, rende le sue performance trascinanti.
Ma la bellezza e la grazia inerenti al suo Wushu vengono dall’anima. Cos’è
che contraddistingue il genio dalla mera intelligenza? Forse nulla che possa
essere misurato in senso quantitativo. Ma quando guardi Jet Li esibirsi c’è
una dimensione extra al suo Wushu che lo distingue, uno spirito che ha creato
vita nella forma stessa.
"Guarda il Vero Jet Li"
I giorni delle performance di Li appartengono ad un passato molto
lontano, ma per coloro che sono curiosi di vedere il giovane competitore c’è
un documentario di Kung Fu chiamato Shaolin art of War (edito anche sotto il
nome di Dragons of the Orient e prodotto dalla Tai Seng). Nonostante i dubbiosi
espedienti narrativi del film, esso ci offre un’occhiata dello stile di Jet
Li, sia nell’allenamento che nell’esecuzione. Nel documentario vediamo il
prato della Casa Bianca mentre l’allora undicenne Li, vestito in una
appariscente divisa rossa, si esibisce in un prestabilito a mani nude con il suo
compagno di squadra Chu Shi Fai.
Viene anche mostrato all’età di dodici anni, mentre pratica e
gareggia, esercitandosi con una sciabola a velocità fulminea. Tagliato fino ai
suoi diciannove anni, ben fatto, muscoloso e forte, con capelli lunghi sul volto
dando alla cinepresa un saggio della sua abilità con le doppie sciabole, la
catena a frusta, il bastone a tre pezzi, la lancia ed il pu dao. Questo non è
il Jet Li dei film con effetti speciali ed angoli della videocamera – ma è
egualmente straordinario, perchè è vero. Il montaggio diventa addirittura
leggermente surreale quando lo vediamo celebrare il cinquantesimo compleanno
della madre con ravioli e torta, e camminare lungo la Grande Muraglia dove
spesso si allenava da bambino. La voce narrante del film ci dice quasi subito
" Non pensate che sia un ragazzo rude. Oltre alla competizione nel Kung Fu,
è bravo anche in arte e letteratura", per poi darci una poesia composta da
Li anche se purtroppo la traduzione letterale non rende giustizia
all’originale:
" C’è sempre una montagna
Quindi ci sono sempre buoni lottatori
Pertanto bisogna sempre conoscere le proprie forze e debolezze per
essere perfetto".
Li il maestro diventa Li lo studente non appena la cinepresa lo
riprende mentre impara ed affina alcuni elementi di Taiji dal novantasettenne Wu
Tu Nan, e di Bagua dall’ugualmente saggio Li Si Min. Poi si vedono una serie
di allenamenti di Li ed un esercizio dinamico fatto appendendo ad un pino tre
"Gambe Bagua", che è descritto "come un drago su un albero che
da calci fortissimi". Circondato da un gruppo di palloni da calcio sospesi
tra gli alberi con delle corde, Li colpisce i palloni mentre rimbalzano creando
una rete di moto continuo intorno a lui. In questo modo " si impara ad
attaccare e a difendersi su tutti e quattro i lati. Si allenano le mani, gli
occhi, il corpo e le gambe ad essere rapidi e veloci, diminuendo i tempi di
risposta a questo riflesso".
In fine, le ultime riprese di Li lo catturano facendo una forma con
la spada dello stile dell’ubriaco. In un campo aperto e illuminato, circondato
da alberi di pino, i movimenti di Li sono forti e sottili, stilizzati alla
perfezione, facendo trasudare la grazia e la bellezza che sono diventate la sua
firma.L’eroe di Hong Kong
Nel 1981, fu fatto star nel film Shaolin Temple , girato nella
provincia del Hu Nam usando il vero Tempio Shaolin per le riprese più
importanti. Per la prima volta al pubblico di tutto il mondo è stata data la
possibilità di sbirciare dietro la tenda rossa della Cina. Quando il film uscì
ebbe un successo record ai botteghini di Hong Kong e della Corea, mentre ne fu
proibita la visione a Taiwan.
Dopo l’uscita del film Jet diventò una leggenda nel suo paese
d’origine a tal punto che la gente faceva delle lunghissime file davanti alla
sua casa solo per dare un’occhiata ad un astro nascente. Non passò molto
prima che Jet tornò di fronte alla cinepresa con il sequel commedia Kids From
Shaolin. Sebbene questo film non fosse carico di azione come Shaolin Temple, il
film fece ugualmente un buon incasso. Martial Arts of Shaolin fu l’episodio
conclusivo di questa trilogia, e sfortunatamente fece nascere difficoltà
artistiche tra Jet Li ed il regista Lau Kar Leung. Ma problemi a parte, il film
raggiunse dei notevoli risultati al botteghino grazie alle sue innumerevoli,
superbe ed emozionanti scene
d’azione.Jet decise di dedicarsi alla regia delle proprie produzioni, nelle
quali avrebbe anche recitato. Born To Defend era ambientato durante la Seconda
Guerra Mondiale, e Jet interpretava il ruolo di giovane soldato pronto a sfidare
chiunque all’interno del ring. Il prodotto finale fu piuttosto deludente e non
è stato considerato come uno dei mezzi più riusciti di Jet. Gli incassi al
botteghino furono scarsi e, ciò che è peggio, Jet si infortunò seriamente
alla schiena girando tutte le scene senza controfigura.
Amareggiato, Jet spese i due anni seguenti tentando di prendere la
cittadinanza americana, affermando di non essere in grado di esprimersi
abbastanza liberamente e di non avere alcun potere decisionale riguardo la
creatività dei film che interpretava. Questa sua mossa si e’ rivelata
inestimabile. Dopo un lento inizio con Dragon Fight di Lo Wei , nel quale
recitava insieme all’allora sconosciuto Chow Sing Chi, ebbe la parte
principale in Once Upon a Time In China. Il film fu un enorme successo e fu
acclamato in tutto il mondo, tanto che Jet ne fece altri due sequels.
Insieme al successo di Once Upon a Time In China, la scena del
cinema di Hong Kong è stata testimone di una rinascita dei film tradizionali di
Kung Fu, con Jet in cima alla lista dei nomi d’oro. Tutti quanti volevano un
pezzo di Li, ed è stata la Golden Princess ad essere tanto fortunata da fargli
firmare il contratto per Swordsman 2: Invincible Dawn di Ching Siu Tung. Quando
il film uscì a Taiwan, il film fu mostrato in 86 sale su tutta l’isola
diventando uno dei film di il maggiore incasso nella storia dell’isola.
Un frenetico panico scoppiò fra i produttori, disposti a tutto per
avere Jet Li nelle loro produzioni. Più tardi quello stesso anno, il manager di
Li, Jim Choy, fu ucciso a colpi di pistola a Kowloon. Il motivo non fu chiaro,
ma voci di corridoio nell’ambito cinematografico affermano che abbia impedito
a Jet di recitare in una produzione della Triade.
Il 1993 era destinato ad essere l’anno di Jet Li. In quell’anno
infatti, Li fondò la propria compagnia di produzione, la Jing Tung, e produsse
il fantastico Fong Sai Yuk. Ancora una volta Jet aveva prodotto un tremendo
successo cinematografico, e lui stesso dichiarò: " Sento questo
personaggio mio più di ogni altro personaggio che abbia mia interpretato".
Più tardi quell’anno, fece anche il seguito Fong Sai Yuk 2, che
sebbene fosse perfettamente godibile, non raggiunse i livelli qualitativi del
suo predecessore.
In mezzo a questi due film, Jet fece una mossa a sorpresa entrando
in coproduzione con i noti fratelli Heung (uno dei quali recitò la parte di
Mister Drago in God of Gamblers), della compagnia Wins Movie. Il film fu
chiamato Last Hero in China e fu diretto dal re della regia Wong Jing (City
Hunter, The Last Blood). Fu una brillante unione fra commedia e Kung Fu che vide
il ritorno di Lau Kar Fei (Gordon Liu). Le scene di combattimento furono dirette
dal veterano Yuen Woo Ping (Tiger Cage 2).
Jet richiese ancora la collaborazione di Yuen Woo Ping per dirigere
Tai Chi Master, acclamato da alcuni come il suo migliore film. Qui lo vediamo
interpretare Chang San Feng, il vero fondatore del Tai Chi, e al suo fianco, nel
ruolo di protagonista femminile abbiamo la bella ma mortale Michelle Khan (Michelle
Yeoh). Secondo Jet, questo film mostra al meglio le abilità delle arti
marziali.
Sempre nel 1993 girò un altro film, che sarebbe poi uscito nel 1994
col titolo di Kung-Fu Cult Master, e che ha una ambientazione molto surreale e
fantastica, inperfetto stile con le più recenti produzioni della Shaw Brothers
(come ad esempio Buddhist Palm e Holy Flame in the Martial World ). Il film
racconta la storia di clans che lottano per la supremazia ed è una vera e
propria perla per il publico occidentale dato che vede insieme a Jet il supremo
Sammo Hung il quale, con addosso una parrucca bianca, mostra qualche perverso
combattimento di Tai Chi.
Negli ultimi anni Li ha riscosso ancora più successo girando
diversi film d’azione moderni, includendo il brillante Fist of Legend,
un’ottima versione del classico di Bruce Lee Fist of Fury (L’urlo di Chen).
Nel frattempo all’estero ha iniziato a crescere un certo interesse
per i film di Hong Kong. La New Line Cinema acquistò Rumble in the Bronx
(Terremoto nel Bronx) scritturando Jackie Chan per i suoi prossimi tre film. I
loro rivali, cioè la Miramax, si rivolsero a Tarantino chiedendogli di trovare
la prossima star cinese che avrebbe conquistato Hollywood. Tarantino aveva
recentemente visto Fist of Legend, e suggerì di fare di Jet Li una star
riconosciuta a livello internazionale. Nonostante l’eccitazione Tarantino
perse presto interesse al progetto lamentandosi di quanto sia difficile trattare
con le compagnie cinesi. Probabilmente la Miramax dovrebbe avere ancora i
diritti su molti dei film di Jet, ed ora che è riuscito a trovare il successo
potrebbero rilasciare alcuni di questi titoli sul mercato.
Ma con o senza il tocco da re Mida di Tarantino, la convocazione di
Jet a Hollywood era già all’orizzonte. Il suo buon amico Tsui Hark gli suggerì
di prendere parte al nuovo film di Jean- Claude Van Damme Knock Off come
trampolino di lancio. Ma Jet declinò l’offerta all’ultimo minuto (Grazie a
Dio!) e decise di dare un’occhiata ad altre offerte. Avendo letto sia la
sceneggiatura di Knock Off e quella di Lethal Weapon 4 (Arma Letale 4), pre che
Jet abbia fatto la mossa giusta. La sua performance in Lethal Weapon 4 infatti,
gli ha assicurato una carriera sicura e gli ha portato molti progetti
interessanti.
Uno di questi è Art of War per Alliance/Universal, che sarà
prodotto da Dan Halsted e Oliver Stone.
Jet interpreta il ruolo di un agente segreto ingiustamente accusato
dell’assassinio di alcuni leader mondiali e che quindi deve lottare contro il
tempo per riuscire a trovare il vero killer. Questo progetto è stato
momentaneamente sospeso dato che Jet è bloccato in un altro film chiamato Romeo
Must Die. Nonostante il titolo piuttosto romantico, Jet ha dichiarato di
preferirlo ad Art of War.
Li al momento deve ancora girare un film con China Star, la
compagnia cinematografica di Hong Kong con la quale ha girato i suoi ultimi
quattro film. Hanno provato a lavorare su una sceneggiatura che possa vederlo
riunito con Michelle Yeoh, dopo la loro ultima apparizione insieme nel 1993 con
Tai Chi Master. Ciononostante questa ipotesi sembra improbabile visto che la
popolarità di entrambe in occidente sta aumentando.