L'ACQUA TERMALE SULFUREA-BICARBONATA
Le acque termali sulfuree nelle patologie gastroenterologiche.
Si definisce cura termale l’impiego, con differenti modalità tecniche, dei mezzi
curativi termali che vengono prescritti sotto il controllo del medico a seconda
delle indicazioni, sulla scorta delle patologie sofferte dall’individuo e
tenendo conto degli effetti collaterali, allo scopo della prevenzione, cura, e
riabilitazione. I mezzi di cura termale sono rappresentati da:
a) Acque minerali b) Fanghi c) Grotte.
Al gastroenterologo interessa particolarmente l’impiego delle acque minerali
nelle digestopatie. Per “acque minerali”, in Italia, si intendono, ai sensi del
decreto legge 105/92 art. 1, le acque minerali naturali che, avendo origine da
una falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o
perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari e proprietà
favorevoli alla salute. Le acque minerali naturali si distinguono dalle
ordinarie acque potabili per la purezza originaria e sua conservazione, per il
tenore in minerali e/o altri costituenti e per i loro effetti. Vedi anche la
nostra pagina sulla fonte milazzese di S. Opolo (che Dio ce la conservi!!)
.
Esse vengono ancora classificate sulla scorta della loro concentrazione salina
per litro di prodotto in :
Acque oligominerali: con residuo non superiore a mg 200/L.
• Acque mediominerali: con residuo superiore a 200 mg/l e inferiore a g l/L.
• Acque minerali (propriamente dette): con residuo superiore a g l/L
A seconda del contenuto in Anioni e cationi avremo:
• se prevale l’anione bicarbonato, (HCO3)- : acque bicarbonate;
• se prevale l’anione solfato, (SO4)2- : acque solfate;
• se prevale l’anione cloruro, (Cl-): acque clorurate o salse;
• se prevale l’anione solfidrile, (SH-): acque solfuree;
• La caratterizzazione chimica è completata dal catione prevalente. In genere si
tratta di cationi alcalini (Li, Na, K, Rb, Cs, Fr) o alcalino-terrosi (Be, Mg,
Ca, Sr, Ba, Ra) con prevalenza di Ca, Mg e Ra.
• In particolare le acque medio-minerali e minerali si possono suddividere
ancora in :
ACQUE MEDIO MINERALI con residuo secco a 180°C >0.200 g/L ed <1 g/L
A) SALSE
Salse Salso-solfato-alcaline
Salso-solfato-alcalino-terrose
Salso-bromo-iodiche
Salso-iodiche-solfato-alcaline
Salso-iodiche-alcalino-terrose Solfuree
B) SOLFUREE
Sulfuree-salse
Sulfuree-salso-iodiche
Sulfuree-salso-solfato-alcaline
ACQUE MINERALI con residuo secco a 180°C>1 g/L
C) ARSENICALI FERRUGINOSE
Arsenicali
Arsenicati-ferruginose
D) BICARBONATE
Bicarbonato-alcaline
Bicarbonato-alcalino-terrose
Bicarbonato-solfato-alcalino
Bicarbonato-solfato-alcalino-terrose
Solfato-alcaline
E) SOLFATE
Solfato-alcalino-terrose
Prima di parlare dell’azione terapeutica delle acque minerali sull’apparato
dogerente, dobbiamo accennare alla regolazione della motilità gastroenterica.
Essa è funzione della integrazione dei sistemi di regolazione nervosa e umorale,
dove un ruolo precipuo è dato da sostanze considerate di natura umorale (CCK,
gastrina ecc.) che sono state individuate nel SNC e periferico ed hanno funzioni
di neuroregolazione; esistono, ancora, altre sostanze a funzione prevalentemente
neurocrina sono presenti e sono secrete da cellule endocrine GEP (s. endocrino
gastroenteropancreatico). Un esempio di sostanza funzionalmente polivalente è la
somatostatina, che può partecipare a funzioni di trasmissione-informazione
neurocrina, endocrina, paracrina. Alla regolazione della motilità partecipano,
ancora, i plessi nervosi intramurali (CIA), modulati a loro volta
dall’innervazione estrinseca, tant’è che alcuni AA parlano, addirittura, di
“cervello viscerale” quando fanno riferimento ai plessi mienterici di Meissner
ed Auerbach’s (situato fra i due strati della muscolare esterna)
• Il ruolo svolto dalle acque termali circa la loro influenza sulla motilità è
stato dimostrato dalle indagini di Labò e al. Che notarono un aumento
significativo di gastrina plasmatica nell’uomo dopo assunzione di acqua
solfato-bicarbonata.
• Autori russi (Kutnezov e al.) con acque bicarbonate evidenziano andamento
bifasico della gastrinemia (prima aumento, poi diminuzione) aumento di insulina
e glucagone e impulso all’attività paracrina della somatostatina.
• Aumento della gastrinemia è stato segnalato da Giugni e coll. dopo assunzione
di acqua oligominerale e da Maltinti e al. con acqua bicarbonato-alcalina
gastrina. Evidenze sull’azione delle cure idropiniche e ruolo del GEP si deve a
studi della scuola italiana dell’istituto di Idrologia Medica di Roma. Nel corso
di tali ricerche eseguite in volontari sani sono stati descritti incremento
della gastrinemia 15’ e della b-endorfina plasmatica 30’ dopo l’assunzione di
acqua bicarbonato-alcalino-terrosa;
• Non si sono peraltro osservate modificazioni significative di insulina,
glucagone, somatostatina plasmatici. Gli effetti furono relazionati alla alla
composizione dell’acqua e al suo contenuto in Na+, K+, Ca+ +, e Mg+ +, alla sua
temperatura, all’osmolarità e a una serie di effetti indiretti legati alla
liberazione di peptidi digestivi (gastrina,CCK, motilina in particolare) e
all’aumentato afflusso di secreti quali la bile. Alla luce di questi studi si
possono trarre le seguenti conclusioni sintetiche;
• Alcune acque minerali possono influenzare l’attività o la liberazione di
regolatori endocrino-paracrini dell’atto digestivo.
Terme Vigliatore, la scommessa del sud Italia nell’ambito del termalismo: la
fonte di Venere
L’acqua “Fonte di Venere” scaturisce a 70 mt s.l.m, ed è possibile berla
direttamente alla sorgente, nei locali dell’albergo “Palazzo Augusto”; alla
sorgente la sua temperatura è di 34 °C; si tratta di un’acqua termale
sulfureo-bicarbonato-alcalina, molto indicata per le cure idroponiche. Essa
presenta due componenti fondamentali, costituiti principalmente dallo zolfo e
dall’acido carbonico: Il primo, che agisce come antinfiammatorio e antitossico,
attiva la rigenerazione cellulare, il secondo stimola l’intero sistema vascolare
e, in base alle differenti temperature di applicazione, produce effetti benefici
anche per l’epidermide. L’ azione antiacida a livello gastrico è dovuta
all’azione tampone del bicarbonato, e trova indicazione specie nel trattamento
del reflusso gastro-esofageo, agastriti e gastro-duodeniti in genere, dispepsia
primitiva e secondaria. Ciò dipende dall’impulso alla liberazione di gastrina
come probabile effetto feed-back conseguente all’innalzamento del pH gastrico ed
alla liberazione di oppioidi che in ultima analisi determinano una maggiore
secrezione mucoso-bicarbonata gastro-duodenale. Fonte Venere e tratto digestivo
superiore. L’acqua bicarbonata e/o bicarbonato-calcica è indicata nella (GERD) e
nella dispepsia ipertonica (ulcer-like). Le acque cloruro-sodiche trovano nella
dispepsia ipotonica (dismotility-like) un’indicazione notevole, in quanto esse
presentano un effetto favorente lo svuotamento gastrico, vedi anche è stato
dimostrato per le acque bicarbonato-alcalino-terrose (Sangemini) e per le
salsosolfato-alcaline (Tettuccio, Fonte Venere). Nella gastrite acuta sono
indicate le acque bicarbonato, alcaline, perché modificano lo stato flogistico
della mucosa, detergono il muco e neutralizzano l’acidità. Nelle gastriti
croniche l’impiego delle acque bicarbonato-alcaline è indicato nelle forme a
carattere ipersecretivo per neutralizzare l’acidità. Nelle forme iposecretive le
acque clorurato sodiche e/o solfuree e carboniche determinano stimolo sulla
motilità gastrica ed incremento della produzione acida.
Fonte Venere : fegato non più in cenere!
Le azioni sul fegato si esplicano attraverso un:
a) effetto epatoprotettivo diretto: esso dipende dalla citoprotezione dello
zolfo, presente nelle acque solfuree ed anche nelle salso-solfato-alcaline, che
costituisce un cofattore enzimatico essenziale e costituente fondamentale di
alcune molecole deputate all’azione detossicante antiradicalica come, ad
esempio, il glutatione.
b) effetto coloretico (coleresi termale): stimolo delle acque
salso-solfato-alcaline Tale azione, a sua volta, è dovuta a: 1) aumentata
coleresi, per aumentata secrezione di bicarbonati ed acqua grazie
all’attivazione dei meccanismi di biligenesi con produzione di bile più diluita,
in grado di veicolare con più rapidità ed efficienza acidi biliari epatotossici,
metaboliti dell’eme, molecole esogene biotrasformate, con escrezione di
colesterolo (effetto epaprotettivo indiretto).
2) effetto colagogo indiretto: recenti studi sperimentali ultrasonografici
(Grossi, Grassi, Fraioli) hanno dimostrato che le acque salso-solfato-alcaline e
bicarbonato-alcalino-terrose sono in grado di stimolare l’atto colagogo,
verosimilmente attraverso la produzione di CCK.
Acque minerali e stipsi:
la stipsi, questa sconosciuta. La stipsi (vedi link) è una delle condizioni
patologiche che trae estremo beneficio dall’impiego delle acque minerali e, in
special modo, dell’acqua della Fonte di Venere. L’azione terapeutica dipende
dall’incremento della motilità del tubo digerente nel suo tratto inferiore,
specie per quanto concerne lo stimolo sull’attività propulsiva e la riduzione
degli spasmi a livello della parete muscolare. Occorre distinguere una stipsi
atonica da una ipertonica, in cui l’attività segmentante del colon è
responsabile di un alterato transito nel tratto terminale del colon (dischezia
rettale o outlet obstruction). Ciò è evidenziabile mediante l’impiego di
marcatori per lo studio del colon, che dimostrano un transito alterato e
rallentato nel solo nel sigma, mentre la motilità è complessivamente normale
nelle restanti porzioni del colon ascendente, trasverso e colon di sinistra.
Anche la sindrome del colon irritabile beneficia delle cure idropiniche come
appresso meglio specificato.
IBS (sindrome del colon irritabile) Esistono le seguenti varietà, che
beneficiano della cura:
• Varietà con stipsi : si avvale dell’impiego di acque salse con effetto di tipo
“catarsico”, con stimolo sulle fibrocellule lisce, ( es. acque di Montecatini),
effetto che dipende dalla inibizione della acetilcolinesterasi e, perciò, da un
aumento dell’attvità colinergica con azione di stimolo sull’attività motoria
propulsiva ( es. acque ad azione debole, di Rinfresco e Tettuccio, o ad azione
media, la Regina e forte, Torretta e Tamerici, francamente lassativa).
• Varietà con stasi intestinale e processi putrefattivi : si avvale di acque
cloruro sodiche es. di Montecatini, cloruro magnesiache di Chatel-Guygnon, o la
nostra casereccia Fonte Venere, con azione di incremento della coleresi e della
biligenesi, e di aumento della motilità intestinale per via indiretta e diretta
purgativa.
• Nelle forme di stipsi cronica primitiva : è essenziale la somministrazione di
acque salso-solfato-alcaline ipertoniche (es. Fonte Venere, Regina); il
meccanismo fisiopatologico invocato è quello della stimolazione del rilascio
della CCK. Uso delle acque minerali nelle altre digestivopatie Nelle forme di
dispepsia biliare e nelle sindromi dolorose del colecistectomizzato è indicato
l’impiego di acque salsosolfato-alcaline cio per effetti di stimolo sulla
contrattilità della colecisti, con azione di rilasciamento sullo sfintere di
Oddi. E’ consigliabile anche nelle forme di dipsepsia biliare e nelle sindromi
dolorose del colecistectomizzato.
• Nelle forme di microlitiasi biliare (sabbia biliare), con bile densa
(fanghiglia biliare!), l’azione di washing biliare, cioè lo stimolo coleretico
può essere sfruttato con successo, per svuotare la colecisti e detergere le vie
biliari. In genere l’impiego delle acque solfureo-bicarbonate è indicata nella
calcolosi del coledoco e nella colelitiasi a patto che non si siano in atto
delle coliche delle vie biliari o che ci siano state di recente, specie se
associate a pancreatite acuta. Solo dopo uno o due mesi almeno dalla colica, si
può pensare di attuare gradatamente una cura con acque solfato calciche poco
mineralizzate, es. di San Pellegrino e Fonte Venere, ma occorre prudenza per
quelle più catartiche sul tipo della Porretta. Anche i colecistectomizzati si
avvalgono di acque solfato calciche, come per esempio l’acqua di Boario e quelle
bicarbonato-alcaline in genere, con azione di risoluzione sullo spasmo dell’Oddi
e di azione coleretica.
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