dolore addome
Definizione di dolore addominale.
· Il sintomo "dolore addominale", viene classificato sulla base de:
· il tipo, se cioè è a colica, quindi un dolore che va e viene,
aumenta e si riduce, per esempio la colica renale, oppure se è
continuo, gravativo e si accompagna a segni di difesa di parete
(vedi dolore addominale chirurgico);
· le sedi in cui insorge (cfr sedi addominali del dolore
addominale);
· la gravità del caso, cioè occore capire se si tratta di una banale
colica o una sindrome del colon irritabile o una semplice colica
gassosa oppure di un addome acuto chirurgico fino al quadro
drammatico di un "addome a tavola" e della peritonite;
altra cosa importante è capire se non si tratta di dolore toracico
espressione di cardiopatia ischemica, di embolia polmonare o di
aneurisma dissecante dell'aorta;
Infatti un dolore addominale rappresenta sempre un'insidia
pericolosa che può in ogni momento trasformarsi in una emergenza
chirurgica, e dare come complicanze come la perforazione di un
organo cavo interno, per esempio la perforazione di una appendice
infiammata o di una piosalping, col risultato di mettere a rischio
la vita del paziente, per lo spandimento di liquidi infetti in
addome e rischio di andare incontro a stato settico e shock. Nei
links appresso rappresentati con le freccie, riporto altre pagine
create per spiegare il perchè del dolore, il dolore del paziente con
diabete, il dolore addominale che deve direzionarvi subito dal
chirurgo ed il pericoloso dolore toracico che può celare l'insidia
dell'infarto cardiaco. Il problema è su come approcciare il paziente
gastroenterologico, momento chiave questo per la lettura delle
patologie del tubo digestivo. |
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Tipi di dolore.
Oltre la sede il medico valuta il tipo di dolore che presenta il
paziente, se cioè esso è a colica (gravissimo di tipo spastico, che
va e viene), gravativo (per distensione gassosa enorme), terebrante
(nelle sierositi, perforazioni di ulcere), urente (per es.
retrosternale da angina esofagea).
Rapporti con il tempo
Il dolore può essere periodico, cioè collegato ai pasti e dipendente
da essi; nell’ulcera duodenale è un dolore cosiddetto "da fame
dolorosa", nel senso che si calma con la classica assunzione del
grissino; nell’ulcera gastrica si esacerba col pasto (a proposito,
siamo sicura che non si tratti di un ulcera-cancro? Conviene sempre
fare una gastroscopia al più presto nelle patologie gastriche
ulcerative e sempre le biopsie!) Tenesmo è il dolore delle affezioni
del retto di natura flogistica, come senso di peso. Il dolore
persistente fa pensare ad aderenze, retrazioni su base cicatriziale,
flogosi peritoneali, colecistiti, annessiti, disseminazioni
carcinomatose.
Occorre pertanto inquadrare clinicamente il paziente (cfrApproccio
al paziente gastroenterologico ) e cercare di conoscere le cause,
siano esse delle semplici coliche gassose, come nella sindrome del
colon irritabile, per esempio, studiando la peristalsi, la risposta
del peritoneo (cfr Capire il dolore addominale), ricercando il segno
di Blumber; richiedendo le indagini del caso (cfr Approccio al
paziente gastroenterologico: visita ed indagini ). Infine un cenno a
parte merita la diagnosi differenziale tra il dolore a partenza dai
visceri dell'addome ed il dolore toracico. E' infatti a tutti noto
che talora un infarto cardiaco a sede inferiore possa essere
scambiato per una sindrome dispeptica ulcerosa o una pancreatite
acuta (cfr il pericoloso dolore toracico). |
Le prime regole semplici da seguire:
Mai sedare un dolore addominale senza prima conoscerne la natura
Mai sedare il paziente con oppiacei (sic!)
Mai tentare di alimentare un paziente in presa a dolore addominale.
Specie se stiamo accusando un dolore improvviso, lancinante,
terebrante che ci blocca, ci fa piegare in due e ci conduce in al
pronto soccorso di un ospedale.
Sede: la sede del dolore costituisce di solito il più importante
ausilio diagnostico, perché ci orienta verso l'organo implicato nel
processo patologico, anche se non sempre vi è corrispondenza tra la
sede del dolore e quella del reale processo morboso. Il paziente può
affermare, per esempio, di avvertire il dolore in epigastrio, mentre
l'organo interessato può essere il cuore, oppure un dolore alla
spalla quando è la colecisti ad essere implicata in un processo
morboso. Il dolore, infatti, si può anche irradiare; dopo aver
interrogato il paziente, dunque, si passa all’esame obiettivo (cfr
la visita del paziente gastroenterologico ) . La palpazione viene
sempre iniziata in una zona non dolente dell'addome, per procedere
quindi ad esplorare da questa parte tutto l’addome, fino al punto
doloroso. |
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