Annegamento.Un giovane paziente giunge alla nostra attenzione proveniendo
dalla rianimazione. Si è immerso in piscina a lungo, una piscina ovviamente che
conteneva acqua dolce clorata ed, insieme ad un gruppo di amici, non sapendo
nuotare, facendo il bagno di notte, è stato colto da malessere, ed è rimasto
senza coscienza per una manciata infinita di secondi, e l’acqua dolce ha
cominciato ad entrare nei polmoni. Si è, dunque, verificato un annegamento da
acqua dolce. Quando il paziente giunge al Pronto soccorso, la sua emogas
documenta grave ipossemia (pO2 48.1 mmHg , pCO2 38.4 pH 7.342 K+ 2.95 mmol/L . )
Si procede ad intubazione orotracheale e prima viene effettuata una toilette
delle vie respiratorie che evidenzia la essudazione di liquido siero-ematico in
copiosa quantità. L’emocromo evidenzia leucocitosi neutrofila. Il paziente viene
trattato con Ventilazione assistita meccanica, si stabilizza l’emodinamica, si
prescrive antibiotico (sulbactam ed ampicillina, gentamicina, si somministrano
potassio 30 mEq e bicarbonati). In terza giornata transita in reparto di
medicina, per proseguo cure ed osservazione, una volta estubato. In reparto fu
evidenziata una emolisi massiva, che causò rialzo dei valori della bilirubina
indiretta per circa una settimana.
Annegamento da acqua dolce e da acqua salata.
E’ importante questa distinzione, perché non si tratta della stessa evenienza.
Nel primo caso, l'acqua dolce che, come sappiamo, non essendo carica di Sali, è
ipotonica rispetto al sangue, che ha una sua osmolarità di circa 300 milliosmoli
e, pertanto, entrata negli alveoli, passa per il principio della osmosi, a
diluire il sangue, essendo viene rapidamente assorbita dal sistema dei capillari
alveolari polmonari. Una volta in circolo il danno diventa evidente:
.
a) il volume del sangue si in crementa (ipervolemia)
b) il sangue si diluisce e la sua osmolarità (emodiluizione) si riduce
c) i globuli rossi che non trovano il loro ambiente “fisiologico”, vanno
incontro ad emolisi (distruzione dei globuli rossi), perché le loro pompe
ioniche non riescono a bilanciare la perdita di soluti,
d) la rotture dei globuli libera potassio in circolo e ne deriva iperpotassiemia
ed anemia.
e) Il cuore sia per l’ischemia, sia per le alterazioni del circolo (iperpotassemia
improvvisa )e lo stress subito, subisce un danno col il rischio di fibrillazione
ventricolare a cui fa seguito il rapido arresto del cuore.
.
Nell’annegamento da acqua salata, essendo l'acqua di mare ricca di sali, cioè
ipertonica, il meccanismo è all’inverso rispetto al precedente. Infatti l’acqua
salata negli alveoli provoca il passaggio di liquidi (plasma e di proteine) dai
capillari sanguigni verso gli alveoli. Ciò provoca:
a) per perdita del volume di sangue circolante
b) Anossia per il fatto ostruttivo causato dalla presenza di acqua nelle vie
respiratorie ( cfr apparato_respiratorio ),
c) emoconcentrazione in assenza di emolisi e quindi senza alterazioni della
potassiemia,
d) non fibrillazione ventricolare, ma una graduale diminuzione della forza
contrattile cardiaca con collasso cardiovascolare e asistolia irreversibile.
.
Nell’annegamento avremo una serie di momenti di cui la durata complessiva varia,
se questo avviene in acqua dolce o salata infatti la durata è di 3-5 minuti
nell'annegamento in acqua dolce e di 6-7 minuti nell'annegamento in acqua di
mare. Le fasi sono:
a) fase della sorpresa in cui il soggetto compie il primo atto di respiro e poi
si blocca
b) fase della resistenza, in cui si blocca la glottide ed impedisce il passaggio
di acqua.
c) Fase della dispnea respiratoria, con ipercapnia e respiri affannosi anche
sott’acqua
d) Fase apnoica con perdita di coscienza
e) Fase terminale con gasping (boccheggiamento)
Cosa fare in caso di un annegamento?
Il paziente va rianimato ma prima viene posizionato in posizione laterale di
sicurezza. (cfr : Il primo soccorso rianimazione )
In sostanza si mette di fianco per consentire che smaltisca quando ingurgitato e
si effettuano manovre per aiutarlo in tal senso, cioè a liberare le vie
respiratorie e a non fare inalare acqua o rigurgiti.
A questo punto, valutate le sue funzioni vitali (BSL), battito cardiaco
compreso, si attuerà la respirazione bocca a bocca. Di tanto in tanto si
provvederà ad attuare la cosiddetta pratica del G.A.S, cioè guardare, ascoltare
e sentitre se riparte il cuore ed il respiro, magari con colpi di tosse, mentre
si chiama il 118 in Italia ed il 112 all’estero per ottenere i soccorsi
specifici.
Talora può essere indicata la manovra di Heimlich, per consentire la liberazione
delle vie respiratorie dall’acqua. Il soccorritore si pone alle spalle
dell'infortunato e lo cinge ponendo il pugno chiuso alla bocca dello stomaco,
tra lo sterno e l'ombelico. A questo punto preme in modo rapido, forte e
ripetuto il pugno verso la testa dell'infortunato facendo contemporaneamente
anche pressione sull'addome. L'infortunato dovrebbe rigettare immediatamente
l'oggetto che gli ha ostruito le vie aeree. Una volta che l'acqua è defluita
possiamo stendere l'annegato in posizione supina e procedere con la respirazione
artificiale. Nel caso che anche il battito cardiaco sia assente bisogna attuare
oltre alla respirazione artificiale anche il massaggio cardiaco.
indice della visita del paziente
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