Appendicite acuta
appunti e riflessioni del dott. Claudio Italiano, internista
A gentile richiesta dei numerosi navigatori che mi hanno chiesto di affrontare
l’argomento, diremo che l’appendicite è’ l’infiammazione acuta dell’appendice,
un classico in chirurgia generale!
Chi vi scrive, da giovane, all’età di 26 anni, fresco di laurea, ha dovuto
intervenire per strappare a morte sicura un proprio figlioccio di 8 anni, curato
dal pediatra per cistite. Quando il ragazzino giunse alla mia attenzione, il
quadro era quello drammatico dell’ascesso appendicolare perforato, con segni
evidenti di peritonite, resistenza della parete addominale, febbre sui 39,5°C-
40°C, vomito, prostrazione. Si dovette operare in fretta e furia e già materiale
fecale e purulento fu evidenziato in cavità addominale, scolato in peritoneo,
tra le anse e dentro lo scavo del Douglas, e l’odore nauseabondo si diffondeva
in sala operatoria. Furono necessari ripetuti lavaggi con soluzione fisiologica
tiepida delle anse intestinale. Prontamente il ragazzino si riprese !
Intanto, per capirci, diremo che l’appendice è per così dire la “tonsilla”
dell’intestino, cioè un’estroflessione vermiforme che pende dall’ultimo tratto
dell’intestino cieco. La sede dell’appendice può variare dalla sua posizione
iliaca destra alla sede retro cecale, pelvica e meso-celiaca. Il segno più
importante è il dolore provocato, intenso nella fossa iliaca destra, spesso
accompagnato a vomito o alla tendenza alla sola nausea. In genere compare anche
febbre sui 38- 38,5°C, con polso pieno, tachicardico e lingua impaniata. Talora
il dolore addominale è localizzati intorno all'ombelico. Nelle 12-24 ore
successive, il dolore, che rappresenta il sintomo cardine dell'appendicite, si
sposta verso il basso, insidiandosi nella fossa iliaca destra
Le cause: l'infiammazione è generalmente causata da un'ostruzione interna
all'appendice, conseguente al ristagno di materiale indigerito o all'ipertrofia
dei follicoli linfatici appendicolari, che possono aumentare di numero e
dimensioni in corso di un'infezione locale o sistemica (mononucleosi, morbillo,
tifo, morbo di Crohn, infezioni respiratorie ecc.). I follicoli linfatici
appendicolari sono ipertrofici nell'adolescenza, ma si riducono
significativamente, fino a scomparire intorno alla sesta decade di vita. Per
questo motivo, nell'età adulta l'occlusione dell'appendice è spesso correlata al
ristagno di un ammasso solidificato di materiale fecale e sali inorganici (coprolita)
o, più raramente, dalla presenza di un corpo estraneo (calcoli biliari,
neoplasie o parassiti intestinali, come la taenia solium, ascaris lumbricoides,
enterobius vermicularis..
Alla visita, che va eseguita con una palpazione leggera, con le mani riscaldate,
poste a piatto nell’addome, si inizia dalla porzione dell’addome che non duole,
cioè dalla fossa iliaca sinistra e si procede con dolcezza risalendo il colon
discendente, il trasverso ed infine scendendo in basso, sul fianco destro, fino
alla fossa iliaca destra. L’operatore cerca di apprezzare e valutare:
Il cosiddetto dolore provocato, che ha sede nella fossa iliaca di destra, nel
punto classico di Mc Burney, cioè tracciando una linea immaginaria tra
l’ombelico e la spina iliaca, nel punto di mezzo, dolore che si evoca
specialmente quando la mano dell’operatore viene sollevata improvvisamente, cioè
"dolore alla decompressione”, segno di Blumberg positivo.
I segni di irritazione peritoneale, con la contrattura della parete addominale
riflessa, evidente oppure la semplice difesa che si accompagna se si insiste a
palpare
L’esplorazione rettale, a sua volta, evocherà dolore pelvico, associato a dolore
iliaco. Il cavo del Douglas può essere esplorato nell’uomo con l’esplorazione
rettale e nella donna con quella vaginale ed evocherà dolore se c’è liquido
essudatizio nel suo interno, espressione di infiammazione.
Il medico richiederà allora un emocromo, che dovrà mettere in evidenza una
leucocitosi neutrofila e la PCR che sarà elevata, espressione di infiammazione
aspecifica.
Evoluzione della appenidicite.
L’attacco può regredire nella migliore delle ipotesi, magari attuando una
terapia antibiotica empirica, a largo spettro, però il paziente potrà presentare
nuove recidive, altrimenti l’attacco di appendicite può evolvere ed in questo
caso intervenire la barriera peritoneale, che cerca di delimitare il focolaio,
avendosi l’evoluzione verso il quadro del cosiddetto “piastrone”. Quest’ultimo
può evolvere, ancora, verso il quadro dell’ascesso appendicolare, con rischio di
perforazione in peritoneo, schock, febbre, leucocitosi, facies terrea ed exitus
se non si interviene. Può anche darsi, però, che ciò non accada e che
l’infiammazione e l’infezione si estenda a tutto il peritoneo (peritonite), con
quadro drammatico, nel giro di 24-48 ore, con alvo chiuso a feci e gas, polso
frequente, disidratazione, addome non trattabile (addome chirurgico) e dolore
che si estende oltre la linea mediana.
Forme cliniche
Peritoniti primitive appendicolari, cioè appendicite che evolve in peritonite
Peritonite purulenta primitiva
Peritonite putrida, dovuta alla perforazione di un’appendice gangrenosa
Per sede
Appendice retro cecale, con dolore in sede iliaca ed in sede lombare, forma
questa che evolve verso l’ascesso.
· Appendice pelvica, che può simulare i segni della cistite (cfr Le infezioni
delle urine, parte I Le infezioni delle urine, parte II
Appendicite mesoceliaca, con la punta dell’appendice che si trova in cavità
addominale, tra le anse del tenue.
Appendicite sottoepatica
>>>vedi pagina inizio(first page)
>>>vedi tutti gli argomenti RICERCA
Che altra parola vuoi cercare?