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Arresto cardiocircolatorio, che fare?

Nell’arresto circolatorio il cuore perde la sua funzione di pompa. Tutte le situazioni che determinano una marcata riduzione della portata cardiaca (la portata è funzione delle sistoli adeguate che spingono il sangue nell’aorta x la frequenza del cuore, cioè per il numero delle contrazioni del cuore al minuto). In questi casi il soccorritore noterà l’assenza dei polsi in periferia o l’arresto del cuore stesso e, pertanto, DEVE intervenire prontamente, senza cioè aspettare i soccorsi ufficiali. Noi abbiamo trattato il tema della rianimazione del paziente; qui ribadiamo che il paziente in arresto necessita di rianimazione cardio-polmonare, cioè di massaggio sul cuore e di insufflazione di aria in bocca, per intenderci. Chi vi scrive, di continuo, per esperienza di reparto, è tenuto a rianimare i pazienti che presentano i segni dello shock cardiogeno, o collasso come volgarmente si dice. In caso di arresto improvviso del cuore, occorre pensare ad una aritmia e già vi abbiamo detto della rianimazione in corso di fibrillazione ventricolare ma altre volte la ragione va ricercata nelle aritmie con bassa portata, es. le bradiaritmie ed i blocchi, dove il polso in periferia si palpa ogni 3-4 secondi.
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Eziopatogenesi dell’arresto circolatorio.

Coronaropatie, infarto

Patologie respiratorie

Difetti del ritmo cardiaco e della conduzione (Blocco di terzo grado, fibrillazione ventricolare, flutter o fibrillazione ventricolare,

Disordini elettrolitici dell’anziano

Effetti collaterali da farmaci (attenzione all’impiego del LANITOP, LANOXIN ecc)

Malfunzionamento di pacemaker

Miocarditi e miocardiopatie

Tamponamento cardiaco, cioè versamento nel pericardio di essudato, trasudato e sangue;

Pneumotorace

Embolia polmonare

Ma il problema dell’arresto circolatorio non sempre è acuto; più spesso il paziente, gradualmente va in ridotta portata e voi ve ne accorgete per le “marezzature” in periferia, cioè la colorazione bluastra delle estremità inferiori, dette dita dei piedi che si fanno bluastri e cianotici all'improvviso, poichè, essendo ridotta la portata cardiaca, l'organismo fornisce il poco sangue ossigenato a disposizione al cervello ed ai parenchimi più nobili, togliendolo in periferia; le marezzature cominciano a risalire in periferia come una "livedo reticularis"portandosi vertiginosamente dalle gambe, alle cosce, al tronco ed il paziente è, per cosi dire, assente e sudato, con la facies terrea. E’ quello il momento di monitorizzarlo all'istanze, di eseguire una emogas, se siete in ospedale, o di iniziare manovre subito rianimatorie se siete per la strada o se vi trovate in casa col vostro congiunto anziano cardiopatico, somministrando ossigeno, se ne avete e chiamando il 118.

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