Inquinamento atmosferico e cancro delle vie respiratorie: quale relazione? E'
vero che se ho un'industria a fianco della mia casa mi ammalo?
appunti personali e riflessioni del dott. Claudio Italiano, internista
Negli ultimi tempi, benché il lavoro sia arduo, si è dimostrato che esiste una
relazione fra cancro delle vie respiratorie ed inquinanti, a prescindere
dall’impiego di tabacco (cfr fumo), che come sappiamo, è una causa maggiore di
cancro. Non parleremo qui delle affezioni respiratorie, delle bronchiti croniche
E che interessano vecchi e bambini che vivono nelle zone industriali e nelle
città soffocate dal traffico, ma ci sofferemeremo sulla relazione che intercorre
tra il rischio di ammalare di cancro delle vie respiratorie ed inquinamento. E'
difficile rispondere a questo quesito con certezza scientifica, infatti studiare
le cause dei tumori è un lavoro complesso, che deve mettere in relazione:
Cause genetiche, cioè alterazioni e geni disvitali che sono alla base
dell’alterazione del processo cancerogeno;
Altri cofattori come il fumo di sigaretta, lo stile di vita, l’obesità, le
infezioni;
I fattori ambientali che interagiscono con la predisposizione genetica
Il cancro, insomma, è una malattia multifattoriale, ma una cosa è certa: in
Italia la crescita dei casi di tumori è a livelli da epidemia. Nell’ultimo
trentennio si è assistito ad un aumento dal 15 al 20 per cento in più di casi di
linfomi e leucemie, del 37 per cento in più di casi dei mesoteliomi, del 27 per
cento di tumori alla mammella, del 20 per cento di tumori al fegato (cfr tumore
del fegato). I più colpiti sono spesso i bambini con incremento di patologie
respiratorie, di tumori strani cone il neuroblastoma, i tumori del Sistema
nervoso centrale e le leucemie. E vi è una maggiore concentrazione in 54 aree
della nostra penisola, del Bel Paese, ammorbate da centrali elettriche,
industrie petrolchimiche ed altri agglomerati industriali, e, dulcis in fundus,
discariche abusive.
Le principali sorgenti di inquinamento sono rappresentate da: autoveicoli,
industrie chimiche e raffinerie, inceneritori o termovalorizzatori, discariche,
impianti di riscaldamento, fertilizzanti, pesticidi utilizzati in agricoltura,
etc...
Dagli studi del dott. Paolo Franceschi, specialista nelle malattie dell'apparato
respiratorio, risulta che un soggetto fumatore sviluppa il cancro e che il fumo
è la prima causa di sviluppare il tumore del polmone e delle vie respiratorie in
genere, tuttavia, se il soggetto vive nello smog di Milano, per esempio, il suo
rischio di ammalare si moltiplica per 1,5 volte di più, che se vive in campagna,
in un ambiente salubre. Lo stesso vale per i soggetti che ammalano di linfomi
non Hodgkin, che risultano residenti in aree dove sono stati attivi inceneritori
di rifiuti solidi urbani secondo studi del prof. Annibale Biggeri
dell'Università di Firenze, dove si evidenzia un eccesso nella mortalità per dal
1970 al 1989 per tali patologie. Se parliamo di Porto Marghera, invece, dobbiamo
parlare di inquinanti a base di cloruro di vinile, che causano angiosarcomi del
fegato.
.
Quindi non è vero che di tumore del polmone ammalano solo i fumatori, ma anche i
soggetti non fumatori possono ammalare se vivono in aree urbano altamente
inquinate dove le polveri più sottili entrano nelle loro fini vie respiratorie,
cioè quelle sottili di pm 2,5 o più fini (cfr inquinanti a Gela).
Oppure si potrebbero raccontare tante storie, di persone che non hanno mai
fumato e hanno avuto il cancro alla laringe, come soggetti che vivono
nell’hinterland di Civitavecchia, dove esistono industrie termoelettriche e
cementifici che emettono in aria ossido di zolfo e polveri. Allo scopo sono
stati condotti studi altamente attendibili di cui è possibile avere gli abstract
sul motore Pub Med, uno su una popolazione di soggetti che vivono in India,
studio condotto dall’International Agency for Research on Cancer che ha
dimostrato come l’impiego di combustibile fossile e di biomasse è un probabile
carcinogeno. Le popolazioni indiane utilizzano la legna in casa per cucinare,
per lo meno nel 74% dei casi e tale impiego di associa nei soggetti anche non
fumatori ad aumentato rischio di ammalare di cancro dell’ipofaringe e laringe
(OR 3.47, CI 0.95-12.69) and laryngeal (OR 3.65, CI 1.11-11.93) e del polmone [odds
ratio (OR) 3.76, 95% confidence interval (CI) 1.64-8.63]. Ancora un altro studio
attendibile dimostra che masticare tabacco determina un rischio accresciuto di
sviluppare cancro dell’ipofaringe ma non della laringe, a differenza del
fumatore di tabacco.
BACKGROUND: A recent monograph by the International Agency for Research on
Cancer (IARC) has identified indoor air pollution from coal usage as a known
human carcinogen, while that from biomass as a probable human carcinogen.
Although as much as 74% of the Indian population relies on solid fuels for
cooking, very little information is available on cancer risk associated with
these fuels in India. METHODS: Using data from a multicentric case-control study
of 799 lung and 1062 hypopharyngeal/laryngeal cancer cases, and 718 controls, we
investigated indoor air pollution from various solid fuels as risk factors for
these cancers in India. RESULTS: Compared with never users, individuals who
always used coal had an increased risk of lung cancer [odds ratio (OR) 3.76, 95%
confidence interval (CI) 1.64-8.63]. Long duration of coal usage (>50 years) was
a risk factor for hypopharyngeal (OR 3.47, CI 0.95-12.69) and laryngeal (OR
3.65, CI 1.11-11.93) cancers. An increased risk of hypopharyngeal cancer was
observed among lifelong users of wood (OR 1.62, CI 1.14-2.32), however this was
less apparent among never-smokers. Increasing level of smokiness inside the home
was associated with an increasing risk of hypopharyngeal and lung cancer
(P(trend) < 0.05). CONCLUSION: This study showed differential risks associated
with indoor air pollution from wood and coal burning, and provides novel
evidence on cancer risks associated with solid fuel usage in India. Our findings
suggest that reducing indoor air pollution from solid fuels may contribute to
prevention of these cancers in India, in addition to tobacco and alcohol control
programs.
Sapkota A, Gajalakshmi V, Jetly DH, Roychowdhury S, Dikshit RP, Brennan P,
Hashibe M, Boffetta P.
International Agency for Research on Cancer, Lyon, France.
Hypopharyngeal and laryngeal cancers are among the most common cancers in India.
In addition to smoking, tobacco chewing may be a major risk factor for some of
these cancers in India. Using data from a multicentric case-control study
conducted in India that included 513 hypopharyngeal cancer cases, 511 laryngeal
cancer cases and 718 controls, we investigated smoking and chewing tobacco
products as risk factors for these cancers. Bidi smoking was a stronger risk
factor compared to cigarette smoking for cancer of the hypopharynx (OR(bidi)
6.80 vs. OR(cig) 3.82) and supraglottis (OR(bidi) 7.53 vs. OR(cig) 2.14), while
the effect of the 2 products was similar for cancer of the glottis (OR(bidi)
5.32 vs. OR(cig) 5.74). Among never-smokers, tobacco chewing was a risk factor
for hypopharyngeal cancer, but not for laryngeal cancer. In particular, the risk
of hypopharyngeal cancer increased with the use of Khaini (OR 2.02, CI
0.81-5.05), Mawa (OR 3.17, CI 1.06-9.53), Pan (OR 3.34, CI 1.68-6.61), Zarda (OR
3.58, CI 1.20-10.68) and Gutkha (OR 4.59, CI 1.21-17.49). A strong dose-response
relationship was observed between chewing frequency and the risk of
hypopharyngeal cancer (p(trend) < 0.001). An effect of alcohol on cancer of the
hypopharynx and supraglottis was observed only among daily drinkers (OR 2.22, CI
1.11-4.45 and OR 3.76, CI 1.25-11.30, respectively). In summary, this study
shows that chewing tobacco products commercially available in India are risk
factors for hypopharyngeal cancer, and that the potency of Bidi smoking may be
higher than that of cigarette smoking for hypopharyngeal and laryngeal cancers.
(c) 2007 Wiley-Liss, Inc.
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