Le aritmie sopraventricolari sono alterazioni del ritmo relativamente
frequenti, spesso persistenti, raramente di gravità tale da mettere in pericolo
la sopravvivenza del paziente. Esse hanno origine dal nodo del seno, dal tessuto
atriale o da siti giunzionali tra gli atri e i ventricoli.
Nozioni di fisiologia
Normalmente, l'attività elettrica cardiaca ha una sequenza ordinata e regolare,
attraverso la via di conduzione atrio-ventricolare (nodo a-v); questo normale
funzionamento elettrico è il presupposto per la regolare contrazione del cuore.
In condizioni fisiologiche:
Nodo del seno: origine dell'impulso
vie internodali: ritardo 0,003 secondi
nodo AV: ritardo 0,09 secondi
fascio AV di His: ritardo 0,04 secondi
Ritardo pre ventricolare: 0,16 secondi
sistema ventricolare di Purkinje: ritardo 0,03 secondi circa
endocardio e miocardio: ritardo 0,03 secondi
Ritardo post ventricolare: 0,06 secondi
Totale ritardo dell'impulso: 0,22 secondi (220msec)
A volte, il "flusso" elettrico si blocca in certe aree, o viaggia ripetutamente
in certi percorsi, creando un "corto-circuito" che disturba il normale ritmo
cardiaco. I farmaci a volte possono procurare qualche rimedio temporaneo, ma il
trattamento più efficace e definitivo è quello di "distruggere" la zona di
tessuto che causa il corto-circuito. Questa procedura è l'ablazione cardiaca.
L'Ablazione è una procedura non-chirurgica e come molte procedure cardiache
interventistiche moderne, non richiede alcun taglio chirugico nel torace.
Piuttosto, l'Ablazione è una procedura relativamente non-invasiva, che richiede
l'inserimento di elettrocateteri -sottili e flessibili fili elettrici- nei vasi
sanguigni, solitamente dai vasi dell'inguine o del collo e da qui raggiungono il
cuore.
Aritmogenesi.
Il ritmo è normale o sinusale quando il segnapassi NS genera in maniera
fisiologica i suoi potenziali d'azione, facendo da pacemaker principale e
depolarizzando i segnapassi più distali; la sua frequenza è in questo caso tra
60-100 b/m; l'aritmia si può definire una alterazione del normale automatismo
e/o della normale conduzione dell'attività elettrica agli altri segnapassi. Può
accadere che, a seguito di patologie del miocardio, si determini la scarica di
altre cellule del miocardio e si avrà perciò un "abnorme automatismo" o
sollecitazioni funzionali particolari che esaltino o deprimano l'attività del
miocardio specifico, determinando "anormale automatismo". Lo stesso accade
quando miocarditi, miocardiosclerosi, intossicazioni da farmaci, ipossia
determinano sollecitazioni tali da raggiungere un potenziale soglia che possa
scatenare il potenziale d'azione e si avrà, in tal caso, " l'attività
innescata". Se invece delle condizioni funzionali o organiche ostacolano e
bloccano la conduzione degli impulsi elettrici al miocardio, si avrà "anormalità
della conduzione". A tal proposito se un impulso non viene condotto in modo
uniforme, perché incontra del tessuto che ne rallenta la progressione
anterograda, una volta che lo stesso sia uscito dal periodo refrattario, lo
stesso impulso può tornare indietro danno origine al fenomeno del "rientro". Se
viceversa prende delle vie accessorie più veloci, es. fascio di Kent, avremo la
"preeccitazione". Il termine "aritmie sopraventricolari" viene in genere
utilizzato per le tachicardie sopraventricolari e per il flutter atriale. Il
termine "tachicardia sopraventricolare" comprende in genere la tachicardia
atriale, la tachicardia da rientro del nodo atrio-ventricolare e la tachicardia
reciprocante atrio-ventricolare, entità che a sua volta comprende la sindrome di
Wolff-Parkinson-White. La fibrillazione atriale rappresenta invece un'entità
distinta. In base al tipo di aritmia, I'ablazione con catetere rappresenta
un'opzione terapeutica che può essere intrapresa al momento della diagnosi
iniziale, dopo che compaiono i sintomi, oppure in seguito al fallimento della
terapia medica. L'ablazione con catetere di tachicardie sopraventricolari,
flutter atriale e fibrillazione atriale presenta tassi elevati di efficacia,
endpoint terapeutici duraturi (spesso permanenti), bassi tassi di complicanze.
.
.
Quando l'Ablazione è appropriata?
Molti pazienti hanno disturbi del ritmo che non riescono ad essere curati con i
farmaci, oppure alcuni pazienti non possono o non vogliono assumere i farmaci
antiaritmici per tutta la vita, a causa degli effetti collaterali delle medicine
che possono interferire con la normale qualità della vita.
Solitamente, l'Ablazione è impiegata per curare le Tachicardie che originano
negli atri. Come gruppo, queste sono note come Tachicardie Sopraventricolari e
sono:
-Fibrillazione Atriale
-Flutter Atriale
-Tachicardia da Rientro nel Nodo Atrio-Ventricolare
-Tachicardia da Rientro Atrio-Ventricolare (WPW)
-Tachicardia Atriale
Le aritmie sopraventricolari costituiscono una famiglia di aritmie cardiache che
comprende le tachicardie sopraventricolari e il flutter atriale. Queste aritmie
sono frequenti, spesso persistenti, e sono raramente di gravità tale da mettere
in pericolo la sopravvivenza del paziente. Le aritmie sopraventricolari hanno
origine dal nodo del seno, dal tessuto atriale, da siti giunzionali posti tra
gli atri ed i ventricoli, e possono essere trattate con farmaci o mediante
ablazione con catetere. Il termine "tachicardie sopraventricolari" comprende in
genere la tachicardia atriale, la tachicardia da rientro del nodo
atrioventricolare e la tachicardia reciprocante atrioventricolare. La
fibrillazione atriale rappresenta invece un'entità distinta.
Il trattamento di queste aritmie può prevedere la somministrazione di farmaci
antiaritmici, che tuttavia spesso mancano di efficacia, sono associati ad
effetti collaterali multipli e predispongono ad interazioni tra farmaci. Un
importante trattamento di diverse aritmie sopraventricolari è costituito dall'
ablazione con catetere. Questo intervento è in grado di trattare in condizioni
di sicurezza, se non addirittura di curare, molte frequenti aritmie, è
caratterizzato da un'eccellente efficacia e consente di evitare gli effetti
collaterali a lungo termine, spesso significativi, dei farmaci antiaritmici . L'
ablazione con catetere costituisce un trattamento di prima scelta per molte
aritmie sopraventricolari, come la tachicardia da rientro del nodo
atrio-ventricolare, la tachicardia reciprocante atrio-ventricolare sintomatica,
il flutter atriale e la tachicardia atriale sintomatica o incessante. L’
ablazione con catetere di un'aritmia cardiaca viene condotta in un laboratorio
di elettrofisiologia cardiaca, in associazione ad una valutazione
elettrofisiologica. L’intervento prevede I'inserimento per via percutanea di
cateteri nelle vene femorali e spesso nella vena giugulare interna. Le punte dei
cateteri vengono posizionate in specifiche localizzazioni all'interno del cuore.
Attraverso questi cateteri viene somministrata una stimolazione elettrica al
miocardio, allo scopo di caratterizzarne la conduzione cardiaca e le eventuali
aritmie. Una volta studiato il sistema di conduzione del paziente e dopo aver
diagnosticato l'eventuale alterazione del ritmo, attraverso un catetere per
ablazione viene somministrata energia termica allo scopo di distruggere il
tessuto miocardico patogeno responsabile dell’innesco o del mantenimento
dell'aritmia. I tassi di successo e di complicanze dell’ intervento variano, e
dipendono dal tipo specifico di aritmia. I tassi di efficacia superano l'88% per
la tachicardia da rientro del nodo atrioventricolare, per la tachicardia
reciprocante atrioventricolare e per il flutter atriale; superano l'86% per la
tachicardia atriale; e sono compresi tra il 60% e l'80% per la fibrillazione
atriale. I tassi di complicanze sono compresi tra lo 0% e l'8% per le
tachicardie sopraventricolari e per il flutter atriale, e tra il 6% ed il 10%
per la fibrillazione atriale. Le complicanze associate all'ablazione con
catetere sono attribuibili all'esposizione a radiazioni, alle modalità di
accesso vascolare (es. ematomi, perforazione cardiaca con tamponamento), a
manipolazioni condotte con il catetere (es. perforazione cardiaca con
tamponamento (o eventi tromboembolici), nonché agli effetti dell'energia
somministrata per l'ablazione (es. blocco atrio-ventricolare).
L'introduzione di cateteri all'interno del cuore, associata o meno alla
somministrazione di energia a scopo ablativo comporta inevitabilmente un rischio
di perforazione cardiaca e di tamponamento. Quando viene riconosciuto
precocemente, ed il paziente non è in trattamento con anticoagulanti (tao) per
via sistemica, il tamponamento cardiaco iatrogeno causato dalla perfezione
rappresenta una complicanza assai seria che può mettere in pericolo la vita del
paziente.
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