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Fame.
Il termine "fame" significa forte desiderio di cibo e si accompagna a diverse
sensazioni obiettivabili. Per esempio, una persona che abbia digiunato per molte
ore presenta a carico dello stomaco contrazioni ritmiche, dette contrazioni da
fame. Queste provocano un senso di stretta o di morsa in corrispondenza dello
stomaco che talvolta dà veri e propri dolori, detti appunto dolori da fame.
Oltre a ciò, un soggetto affamato appare più teso ed irrequieto del solito e
spesso avverte una strana sensazione diffusa che, in termini non fisiologici,
viene riferita come "agitazione", in genere ciò è correlabile con la scarica
adrenergica del digiuno, condizione questa che opera la neoglucogenesi (cfr
glicidi). In realtà, alcuni fisiologi definiscono la fame come "contrazioni
toniche dello stomaco". Tuttavia, anche dopo totale ablazione dello stomaco, le
sensazioni psichiche della fame sono avvertite ancora, ed il desiderio di cibo è
ugualmente tanto grande da indurre il soggetto alla ricerca continua di un
adeguato rifornimento di alimenti.
Appetito.
Spesso il termine "appetito" viene usato con lo stesso significato di fame,
salvo che di solito implica un desiderio di particolari costituenti alimentari
piuttosto che di cibo in generale. Perciò l'appetito guida la scelta del tipo di
alimento da ingerire.
Sazietà.
La sazietà è l'opposto della fame. Vuole indicare la sensazione di aver
soddisfatto ogni desiderio di cibo. La sazietà, di solito, si ha dopo un pasto
particolarmente abbondante e specialmente quando i siti di deposito dei
materiali nutritivi siano già colmi.
CENTRI NERVOSI PER LA REGOLAZIONE DELL'ASSUNZIONE DI CIBO
Centri della fame e della sazietà.
La stimolazione dell''ipotalamo laterale induce un animale a mangiare
voracemente, mentre la stimolazione dei nuclei ventromediali dell'ipotalamo
provoca completa sazietà e l'animale rifiuta di mangiare anche in presenza di
cibi molto appetitosi. Al contrario, la distruzione dei nuclei ventromediali
produce esattamente il medesimo effetto della stimolazione del nucleo laterale
ipotalamico, cioè voracità, per cui l'animale continua a mangiare sino a
diventare estremamente obeso, talvolta sino a raggiungere un peso corporeo anche
quadruplo rispetto alla norma. Lesioni del nucleo ipotalamico laterale producono
effetti del tutto opposti, talvolta mancando completamente ogni desiderio di
cibo, sicché l'animale va progressivamente incontro ad inanizione. Perciò
possiamo indicare il nucleo laterale dell'ipotalamo come centro della fame,
mentre possiamo indicare il nucleo ventromediale dell'ipotalamo come il centro
della sazietà.
Il centro della fame opera eccitando direttamente la spinta emotiva alla ricerca
del cibo. D'altra parte si pensa che il centro della sazietà agisca
principalmente inibendo il centro della fame. Altri centri che influenzano
l'assunzione degli alimenti. Se si pratica una sezione del nevrasse tra
l'ipotalamo ed il mesencefalo, l'animale è ancora in grado di effettuare le
attività fondamentali connesse con il processo dell'assunzione di alimenti. Può
salivare, leccarsi le labbra, masticare il cibo e deglutire. Perciò i meccanismi
propri dell'assunzione di cibo sono tutti controllati da centri situati nel
tronco dell'encefalo e sono interamente indipendenti dall'ipotalamo e dal
cervello. La funzione dell'ipotalamo nell'assunzione di alimenti è quindi quella
di controllare la quantità di cibo ingerito e di attivare i centri inferiori. Vi
sono altri centri, situati più in alto dell'ipotalamo, i quali esercitano
funzioni importanti nel controllo dell'assunzione di alimenti, particolarmente
per quanto concerne il controllo dell'appetito. Questi centri comprendono in
particolare 1l'amigdala e le aree corticali del sistema limbico — tutte
intimamente connesse con l'ipotalamo —. Da quanto si è detto a proposito del
senso dell'odorato si ricorderà che l'amigdala è una delle principali aree del
sistema nervoso connesse con l'olfatto. Lesioni distruttive dell'amigdala hanno
dimostrato che alcune delle sue aree esaltano di molto, mentre altre inibiscono
l'assunzione di alimenti. Si è visto inoltre che la stimolazione di alcune aree
dell'amigdala evoca attività meccaniche connesse con l'assunzione di cibo.
Comunque, il più importante effetto della distruzione bilaterale dell'amigdala è
la comparsa di una cecità psichica relativa alla scelta dei cibi. In altre
parole, l'animale — e presumibilmente anche l'uomo — perde, almeno parzialmente,
il meccanismo di controllo dell'appetito, per quanto concerne la scelta del tipo
e della qualità dei cibi da ingerire.
Nelle regioni corticali del sistema limbico, ivi comprese le regioni
infraorbitali, la circonvoluzione dell'ippocampo ed il giro cingolato, si
trovano aree la cui stimolazione può determinare aumento o diminuzione delle
attività connesse con l'assunzione di alimenti. Sembra che queste aree,
probabilmente in associazione con l'amigdala e l'ipotalamo, abbiano specialmente
un ruolo nel determinare nell'animale la spinta alla ricerca del cibo, quando
sia affamato. Si presume che questi centri siano anche responsabili della
decisione relativa alla qualità di cibo che deve essere ingerito. Per esempio,
quando un particolare alimento è connesso con una precedente esperienza
spiacevole, da quel momento l'appetito per quel partii lare alimento può
risultare eliminato.
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