Come ti studio il paziente malato di fegato.
Ovvero, tutto quello che volevi sapere sul fegato dal tuo medico e non hai avuto
il coraggio di chiedere.
appunti personali e riflessioni frutto dell'esperienza del dott. Claudio
Italiano, epatologo
Con questa pagina, scusandoci per i sigg. colleghi epatologi, ci rivolgiamo al
grosso pubblico degli amici navigatori, specie a quelli che abusano di alcool, o
mangiano male, che ci continuano a chiedere notizie scientifiche su come si
studia il paziente epatopatico. In questa prima parte parleremo, in maniera
generale e per sommi capi, delle indagini ematochimiche e di come si approccia
il paziente epatopatico. Per approfondire gli argomenti, via via si rimanda ai
link che sono riportati appresso nel testo. Diaciamo subito che sono tutte
osservazioni errate, ma radicate nel grosso pubblico, che se ho la "bocca amara"
o emano "cattivo odore dalla bocca" sono malato di fegato e mi ci vuole una cura
disintossicante col glutatione! Quanti pazienti giungono alla mia attenzione con
cure fatte da glutatione fiale, vitamine e farmaci disintossicanti per il
fegato!! Il fegato, una volta che si ammala, sono guai, per cui occorre leggere
con attenzione quanto c'è in questa pagina ed attuare delle norme igieniche di
vita e di dieta (cfr Quali alimenti mangiare in una dieta giusta? Il concetto di
stile di vita e della nuova piramide alimentare Uova, latte, yogurt e formaggi:
valore nutritivo I cereali, questi nobili sconosciuti da invitare a tavola! La
frutta e le verdure: quando, come e perchè, da paziente a paziente . il fegato
grasso, quale cura? ).
..Uno dei problemi più seri da affrontare, infatti, è lo studio del paziente con
insufficienza epatica e cercare di capire dai segni quali terapie attuare. In
sostanza, se viene da me un paziente con cirrosi, con la pancia gonfia, con
l’ascite imponente, che faccio, come curare l’ascite? E se, invece, mi viene
davanti un paziente con gli occhi gialli, con l’ittero, che fare? E, se
piuttosto, un altro viene da me e mi parla di varici esofagee? Come vedete i
problemi sono molteplici e le cure sono ardue. Ma noi non ci scoraggiamo e
cercheremo di spiegarvi cosa faremo, sempre tenuto conto del fatto che sarà il
vostro medico ad avervi in cura e non noi da questo website a curarvi, perchè le
notizie contenute qui sono una semplice lettura !
Allora , in sintesi diciamo che il fegato ha un “profilo”, nel senso che, come
una bella donna, ha una sua silhouette, una sua linea normale e fisiologica, che
può alterarsi.
Il controllo del profilo epatico si attua previo il controllo de:
.
...Le transaminasi sono enzimi localizzati dentro la cellula epatica e si
trovano precisamente l’AST nel citosol e nel mitocondrio mentre l’ALT nel
citoplasma. Per cui un danno maggiore libera l’AST mentre un danno minore libera
l’ALT. Il controllo delle transaminasi è indispensabile per il controllo del
profilo epatico(AST, ALT, cfr approccio al paziente), se questi enzimi sono
elevati, per esempio x 2 o per 3, allora pensiamo ad epatiti croniche, al fegato
da alcool (ma dobbiamo fare diagnosi differenziale con la citolisi delle cellule
muscolari, per esempio nella mialgia reumatica o nell’atleta dopo sforzo, oppure
ad infarto del miocardio), se invece le transaminasi sono decisamente
incrementati x 10 o x 15, allora pensiamo ad epatiti acute virali (Epatite A
Epatite B Epatite C Epatite acuta da farmaci epatite da intossicazione da funghi
o da veleni ecc.)
Bilirubina sierica: si divide in diretta o coniugata con acido glucuronico, cioè
come prodotto elaborato dal fegato che coniuga, cioè sposa la bilirubina e la
vincola a vita con questo carrier, ed indiretta, cioè come prodotto del
catabolismo dei globuli rossi, che non è ancora transitato per il fegato e che
non è stato ancora captato dalle cellule epatiche, gli epatociti. E’ aumentata
soprattutto nella sua quota spesso è il primo segno di sofferenza epatica, e si
rscontra nel paziente con ittero, cioè con occhi e cute gialla, ma può avere un
significato innocente nel digiuno prolungato (cfr M. di Gilbert); è il prodotto
del catabolismo dell’emoglobina, poiché il fegato è un organo emocateretico,
cioè una specie di spazzino dell’organismo, che si fa carico di ripulire il
corpo dalle scorie rappresentate dai prodotti dei globuli rossi invecchiati, che
ogni tre mesi vengono rimpiazzati da quelli nuovi. Per notizie precise sulla
bilirubina vi rimando alla pagina il cui link è sopra, qui diremo che la
bilirubina viaggia nel sangue legata all’albumina, come noi viaggiamo dentro le
autovetture, è una sostanza liposolubile e perc questo non viene filtrata dal
rene ma passa direttamente nella bile ed è escreta dentro il tubo digerente,
attraverso le vie biliari. Nella calcolosi della via biliare, perciò, la sua
escrezione è impedita, perché i calcoli possono trovarsi impattati nella papilla
di Vater e può rendersi necessaria la toilette della via biliare principale per
vie endoscopica (ERCP o pancretografia retrograda per endoscopica operativa)
allo scopo di rimuovere l’ostruzione rappresentata dai calcoli e consentire la
escrezione della bile e della bilirubina, per risolvere la condizione di ittero
del paziente. In questi casi, in genere, il paziente presenta all’atto del
ricovero coliche addominali epigastriche ed in ipocondrio destro (cfr dolore
addominale) e valori di bilirubina che si aggirano intorno a 6-10 mg%,
soprattutto nella quota di bilirubina diretta o coniugata.
.
..La bilirubina coniugata, di cui si è detto sopra, nelle condizioni normali,
una volta che esce dal fegato, passa nelle vie biliari, raggiunge l’ileo
terminale, dove i batteri la separano dal carrier e passa nelle feci per dare il
colorito bruno, cosa che è buona e giusta, mentre nelle epatiti acute, in cui il
fegato non riesce a lavorare perché è distrutto, e le feci sono come la creta, e
si dicono acoliche. Altre volte le feci sono proprio nere, come se il paziente
avesse consumato nero di seppia, e si parla di melena (cfr emorragie intestinali
alte), in genere per ulcere gastriche e duodenali o neoplasie del tratto alto.
Quando la bilirubina è indiretta, invece, pensiamo ad anemie emolitiche o ad
eritroiesi inefficace, cioè l’organismo produce globuli rossi, ma questi sono
inadeguati e si distruggono nei passaggi attraverso gli organi emocateretici,
principalmente fegato e milza e liberano bilirubina. Nelle condizioni di
cirrosi, cirrosi biliare, colangite sclerosante ci sarà aumento notevole della
bilirubina coniugata o diretta e ciò è dovuto alla sindrome col estatica, cioè
alla stasi della bile nelle vie escretrici.
Fosfatasi alcalina, enzima localizzato a livello delle membrane cellulari
canalicolari del quale esistono forme diverse (isoenzimi). Il suo dosaggio è
espressione di colestasi, cioè se c’è ostruzione nelle vie biliari vi è un
incremento della sua produzione e lo stesso accade nelle colangiti, cioè nei
processi infettivi a carico delle vie biliari. Se il suo incremento è
determinato dalla stasi biliare, allora l’altro enzima che si accresce è la
5-nucleotidasi, altrimenti si può pensare ad altre condizioni come quelle di
maggiore assorbimento osseo, per esempio il morbo di Paget.
gammaGT, gamma-glutamil-transpeptidasi: il suo aumento si ha nelle condizioni di
colestasi ma anche nelle sofferenze pancreatiche, nell’infarto del miocardio,
nel diabete mellito. Inoltre è un ottimo marcatore dell’alcolismo, nel senso che
più si beve e più aumenta il suo valore.
Gruppo renale: si tratta di controllare gli elettroliti e, specialmente, il
sodio ed il potassio, allo scopo di calibrare il trattamento diuretico nel
paziente con ascite ( ascite e terapia). Il paziente con cirrosi scompensata,
infatti, ha una ridotta escrezione renale di ioni sodio, che si riduce fino a 10
mEq/die, che sommati ad altre perdite del corpo fa arrivare a 30-35 mEq/die. Se
con la dieta si apportano 130 o 260 mEq/die è facile capire che si va in
bilancio positivo di sodio, con conseguente ritenzione di acqua. La ridotta
escrezione renale di sodio è giustificata dal fatto che varie condizioni
fisio-patologiche la determinano, fra cui l’azione dell’aldosterone sul tubulo
renale distale, che determina riassorbimento di sodio, azione che si si riduce
nel cirrotico, poiché il volume efficace del sangue arterioso con attivazione
del sistema renina-angiotensina-aldosterone e conseguente iperaldosteronismo.
Inoltre l’aldosterone nel soggetto normale è catabolizzato nel fegato mentre nel
cirrotico la sua eliminazione catabolica è ridotta. Il trattamento dell’ascite
si avvale della terapia con diuretici dell’ansa (furosemide) che lavorano
sull’eliminazione del sodio, a cui si aggiunge l’azione dello spironolattore e
del canrenoato. Dosare il sodio, perciò, ed il potassio, oltre che controllare
azotemia e creatinine mia, è alla base del monitoraggio del paziente cirrotico.
Albumina: abbiamo già parlato di questa proteina la cui importanza di questa
proteina assai importante per l’omeostasi dell’organismo, proteina di 69.000
daltons, prodotta dal fegato e veicolata in circolo, che deve il suo nome
all’albume di uovo, che ne è ricco. Il normale intervallo di valori della
concentrazione di albumina nel corpo umano va da 3.5 a 5.0 g/dL, e costituisce
circa il 60% di tutte le proteine del plasma, rappresentando il 50% circa di
tutto il pool proteico, essenziale per regolare e mantenere la pressione
oncotica del plasma, ovvero la pressione osmotica necessaria alla corretta
distribuzione dei liquidi corporei nei compartimenti intervascolari. In parole
povere, l’albumina è come una sorta di "calamita" dell’acqua intervascolare,
ossia richiama nel circolo ematico i liquidi e consente al rene una più efficace
azione diuretica. Per approfondirne il significato vi rimandiamo al link
specificio su questo sito (Albumina). In questa sede, diremo, invece, che
l’albumina è utilizzata ai fini del monitoraggio del profilo epatico, cioè per
conoscere le condizioni di un fegato insufficiente, analogamente al dosaggio
della pseudo colinesterasi e del controllo dell’assetto coagulativo.
Peso del paziente con cirrosi: è fondamentali il controllo del peso corporeo del
paziente con insufficienza epatica allo scopo di conoscere se vi è stata
ritenzione di liquidi. Infatti un incremento del peso è sempre determinato dalla
ritenzione di sodio e dall’accumulo di liquido ascitico.
Assetto coagulativo: si avvale principalmente del controllo dell’attività
protrombinica. Il fegato produce molti fattori della coagulazione: fibrinogeno,
protrombina, V, VI, VII, IX e X, che hanno emivita breve. Tranne il V, gli altri
fattori sono vitamina K dipendenti. Il tempo di protrombina è utile nello
stabilire la gravità e la prognosi e la prognosi di malattie epatiche. L’impiego
di vitamina K per os, spesso, è da solo sufficiente per controllare l’assetto
coagulativo dell’epatopaziente.
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