Le soluzioni più comunemente somministrate per
via parenterale sono le glucosate. Di solito le soluzioni di
glucosio in acqua a concentrazioni variabili dal 5 al 10% e le
saline, contenenti varie concentrazioni di sali minerali e di
elettroliti, con aggiunta o meno di glucosio (soluzioni
elettrolitiche di mantenimento con glucosio o senza). Nella
nutrizione parenterale vengono inoltre somministrate soluzioni di
lipidi derivanti dalla soia, aminoacidi essenziali o aminoacidi a
catena ramificata, vitamine o proteine, ad es. albumina.
In genere, se l’alimentazione deve protrarsi per qualche giorno, si
somministrano due soluzioni glucosate al 5% da 500 cc ed una
soluzione glucosata al 10% da 500 cc, oltre ad una soluzione
fisiologica da 500 cc od una elettrolitica da 500 cc. Dunque con
2000-2500 cc si riesce a soddisfare, per qualche, giorno le esigenze
nutrizionali del paziente. Particolare cautela, nell'alimentazione
parenterale, ricordiamolo, va presa nei confronti del paziente in
scompenso cardiaco, poiché in questo tipo di soggetto è facile
andare incontro a sovraccarico di circolo ed edema polmonare, stante
la scarsa capacità di pompa del cuore e la diuresi ridotta.
I rischi dell'alimentazione parenterale sono di tipo infettivo (ad
esempio sepsi a partire da un catetere venoso infetto) o metabolico
(iperglicemie anche in pazienti non diabetici, steatosi epatica).
Può verificarsi anche una flebite nella sede dell'iniezione (flebite
chimica). Solo un'attenta valutazione del fabbisogno calorico e un
monitoraggio dei dati bio-umorali permettono di utilizzare
l'alimentazione parenterale anche per tempi lunghi.
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Modalità.
Il paziente, specie se dopo interventi chirurgici o durante
infezioni, necessita di un maggior apporto di calorie, sotto forma
di glucosio, in genere fino a 2500 kcal. Le soluzioni per infusione,
sono contenute in “sacche nutrizionali” che vengono preparate,
essendo miscelate al momento dell’uso; generalmente è sufficiente
strappare uno strato interno di separazione tra due soluzioni, per
ottenere il preparato pronto all’uso. Se il paziente è diabetico, la
sacca può essere addizionata con insulina pronta (analogo rapido),
che taluni autori impiegano in pompa infusionale, mentre altri
preferiscono, in maniera, più pratica ma anche più rischiosa,
somministrare direttamente nella sacca; generalmente si calcola che
per 50 grammi di glucosio in soluzione, circa 15 unità di insulina
necessita per la metabolizzazione del prodotto. Per esempio in una
sacca di prodotto con 150 grammi di glucosio, occorrono circa 45
unità di insulina analogo rapido da infondere. Le soluzioni
glucosate dovrebbero ammontare a 100-400 grammi/die. Le soluzioni
aminoacidi debbono contenere 1,0-1.5 g/kg/peso per coprire il
fabbisogno proteico. Nel paziente con encefalopatia portosistemica,
per esempio, trovano indicazione delle soluzioni di aminoacidi
ramificati, che vengono somministrate congiuntamente a soluzioni
glucosate al 33%, allo scopo di consentirne il passaggio attraverso
la barriera ematoencefalica. Tali soluzioni, dopo 1-2 giorni,
vengono sostituite con soluzioni di aminoacidi selettivi.
Lipoemulsioni, cioè soluzioni di olio di semi di soia con
trigliceridi a catena media- MCT, soluzioni lipidica al
10%=1.0kcal/ml si somministrano per fornire ulteriore apporto di
nutrienti e di calorie nel paziente che necessita del supporto
parenterale oltre il 3° giorno, per evitare la sindrome da deficit
di acidi grassi essenziali (dermatosi ed ipercheratosi).
Gli elettroliti vanno bilanciati nelle loro perdite:
-sodio cloruro 50 mmol
-potassio 30 mmol
-calcio 3 mmol
-magnesio 3 mmol
-fosfato 15 mmol
Complicanze.
La trombosi non è scevra di rischi perché la punta del catetere può
dare fenomeni di trombosi che partono dalla punta del catetere ed
infezioni da catetere con germi cutanei con il pericolo di sepsi e
di vita del paziente, specie se i germi sono multi resistenti ! Vi
può essere una sindrome da ipertrigliceridemia, “ overloading
syndrome”, con transaminasi aumentate, bilirubina mossa,
piastrinopenia e, soprattutto, severe iperglicemie con glicosuria. |
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