graffio di gatto
A quanti di noi non è capitato di avere una strana reazione a
seguito del graffio di un gatto sulla mano? Infatti dopo 3 o 5
giorni, si sviluppa una papula localizzata che progredisce a pustola
e spesso forma una crosta. Si sviluppa una linfoadenopatia regionale
dolente entro 1-2 settimane dall'inoculazione; in questa fase la
papula può guarire spontaneamente. La tipica malattia da graffio di
gatto (cat-scratch disease, CSD) si manifesta con linfoadenopatia
regionale, che persiste per alcune settimane o mesi, dopo il graffio
di un gatto. Talvolta l'infezione si può disseminare e produrre una
linfoadenopatia più generalizzata e manifestazioni sistemiche che
possono essere confuse con le manifestazioni di un linfoma. B.
henselae è l'agente causale della CSD. Non vi sono prove che B.
quintana o Afipia felis (originalmente proposta come agente della
CSD) possano causare la malattia, né che queste due specie vengano
trasportate dai gatti. I graffi vengono spesso riportati a livello
delle mani o del volto con conseguente interessamento dei linfonodi
epitrocleari, ascellari, pettorali o cervicali. I linfonodi colpiti
a volte vanno incontro a suppurazione; si possono sviluppare
superinfezioni batteriche a opera di stafilococchi o di altri
patogeni cutanei. Anche se la maggior parte dei pazienti non
presenta febbre, i sintomi sistemici sono frequenti con malessere,
anoressia e perdita di peso. In assenza di trattamento la
linfoadenopatia persiste per settimane o anche mesi e può essere
confusa con neoplasie linfatiche. Altre manifestazioni che si
verificano in pazienti apparentemente immunocompetenti comprendono
l'encefalite, le convulsioni e il coma (soprattutto nei bambini), la
meningite, la mielite trasversa, l'epatite e la splenite
granulomatosa, l'osteomielite e l'infezione disseminata.
L'inoculazione congiuntivale può causare la sindrome
oculoghiandolare di Parinaud con congiuntivite e linfoadenopatia
preauricolare. |
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Segni clinici correlati con la malattia da graffio di gatto:
febbre,
sensazione di malessere,
cefalea (mal di testa),
stanchezza,
artralgie
Altri segni meno comuni
l’anoressia (mancanza di appetito),
la perdita di peso,
la nausea ed il vomito,
il mal di gola, dolore addominale,
splenomegalia (ingrossamento della milza).
EPIDEMIOLOGIA
In genere il 60% dei casi si verifica nei bambini. L'esposizione a
giovani gatti batteriemici, che o sono infestati da pulci o sono
stati in contatto con un altro gatto portatore di pulci, rappresenta
un significativo rischio di infezione. La maggior parte delle
infezioni è causata da un graffio e solo rari casi sono causati da
un morso o da una leccata. La maggior parte dei casi si verifica nei
mesi più caldi, quando le pulci sono attive. Le regioni degli Stati
Uniti in cui le pulci sono endemiche hanno tassi più elevati di
infezione. La pulce può servire per trasmettere l'infezione tra i
gatti; non è noto se gli uomini possano essere infettati attraverso
il morso di una pulce infetta. |
ANATOMIA PATOLOGICA
La caratteristica istopatologica distintiva della CSD è
l'infiammazione granulomatosa con necrosi stellata, ma senza
evidenza di angiogenesi. Pertanto l'infezione da B. henselae può
produrre due reazioni anatomopatologiche completamente differenti,
in relazione allo stato immunitario dell'ospite: la CSD e
l'angiomatosi bacillare
DIAGNOSI
Si deve sospettare la CSD se il paziente presenta una storia di
esposizione ai gatti e sviluppa linfoadenopatia e una lesione
cutanea. La diagnosi può venire confermata dall'esame
anatomopatologico dei linfonodi interessati. Talvolta si possono
osservare aggregati di bacilli nei campioni bioptici colorati con
la colorazione argentica di Warthin-Starry. Il test cutaneo della
CSD, in cui viene utilizzato come antigene il materiale prelevato
dai linfonodi di pazienti con CSD, non viene più utilizzato per la
diagnosi a causa del rischio di trasmissione di agenti virali.
Recentemente è stato sviluppato uno specifico test sierologico che
può produrre un risultato positivo nel 70-90% dei pazienti con
immunità integra. Anche l'identificazione dei geni dell'RNA
ribosomiale 16S di B. henselae nel materiale bioptico, mediante
l'amplificazione con reazione polimerasica a catena con specifici
primer oligonucleotidici, può essere utile dal punto di vista
diagnostico; tuttavia, questi metodi non sono ancora disponibili in
commercio. La coltura dei linfonodi, del liquido cerebrospinale o di
altri tessuti è raramente positiva.
TERAPIA
Anche se la CSD è, in genere, a risoluzione spontanea, la
linfoadenopatia regionale dolente e i sintomi sistemici possono
essere debilitanti. I pazienti con encefalite o con altre gravi
manifestazioni devono essere trattati con antibiotici, anche se
l'efficacia di tale terapia non è chiara: non vi sono stati
effettuati studi comparativi tra terapie antibiotiche e non sono
stati pubblicati casi clinici di fallimento della terapia. Diversi
lavori suggeriscono che il trattamento con aminoglicosidi (per es.,
gentamicina per via endovenosa ai dosaggi standard, calcolati per
ottenere livelli terapeutici) è efficace nei pazienti con encefalite
o con altre infezioni sistemiche. Gli agenti per via orale che
sembrano utili sono gli stessi che risultano più efficaci nel
trattamento dell’angiomatosi bacillare; comprendono la
ciprofloxacina, la doxiciclina, e forse l'eritromicina (ai dosaggi
raccomandati per l'angiomatosi bacillare). Molti pazienti con una
diagnosi accertata di CSD non mostrano un'evidente risposta agli
antibiotici; la durata della terapia è variabile. |
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