..Infezioni urinarie: trattamento con Cranberry (mirtillo rosso)
..Siete amanti della natura? Stanchi delle solite terapia con chinolonici nelle
infezioni delle vie urinarie? Che significa? Significa che non volete assumere
disinfettanti per le vie urinarie e/o antibiotici vari, levofloxacina,
ciprofloxacina, trimetoprim, ecc. ecc. ? Allora è il momento di provare il
cranberry, cioè il mirtillo, una bacca conosciuta fino dai tempi remoti, (
Vaccinium macrocarpon ) un piccolo arbusto di origine nord-americana, molto
simile al mirtillo dal punto di vista botanico, che produce dei frutti rossi dal
sapore per le sue proprietà curative, impiegato però anche in cucina, nelle
colonie americane, nel 1621, quando i pellegrini lo servivano con il tacchino e
le aragoste. Il nome comune Cranberry prende il nome proprio dal nome coloniale
Crane Berry, poi contratto. "Crane" significa "Gru", "Berry" significa "Bacca",
cioè bacca di cui sono ghiotte le gru. E gli indiani la utilizzano le bacche di
mirtilli per curare le ferite e nei casi di avvelenamento o anche per
dolcificare le carni o per essiccare bene il pesce e la carne, senza che andasse
in putrefazione. La tribù Penobscot del Maine utilizzava il Cranberry per
trattare i calcoli renali ed altri problemi urinari. Nell’Europa orientale
veniva impiegato come antipiretico ed anticancerogeno. Ed essendo ricco di
vitamina C, i marinai lo caricavano sulle navi per la prevenzione dello
scorbuto, Ma il suo impiego più classico è quello di impiegarllo per le
infezioni delle vie urinarie, prima dell’introduzione degli antibiotici e
continua ad essere usato ampiamente a questo scopo come auto-trattamento.
.
...
Ora si è visto che i soggetti che hanno avuto
un’infezione delle vie urinarie (cfr Le infezioni delle urine, parte I Le
infezioni delle urine, parte II Il sangue nelle urine Problemi di minzione? La
prostata ingrossata ) vi è un rischio di infezione del 10-30%, poiché i batteri
possono aderire alla superficie interna delle pareti delle vie urinarie e
determionare infezione, tramite molecole dette adesine che li fanno attecchire e
penetrare. Tali infezioni possono:
Recidivare, cioè tornare, essendo causate sempre dalo stesso germe;
Ricorrere, cioè ripetersi, essendo determinate da microrganismi differenti;
Superinfettarsi, cioè compare una infezione causata da una nuova specie
batterica in corso di terapia.
Allora che fare?
Attualmente le strade terapeutico-preventive da intraprendere prevedono la
somministrazione di antibiotici (antibioticoprofilassi), ma l’antibioticoprofilassi
talora non è utile, specie per la profilassi antibatterica perché seleziona
delle specie batteriche e nel combatte altre. In parole povere, l’antibiotico
che colpisce una specie batterica, ne favorisce un’altra e noi ci troviamo in un
epoca strana, in cui le cure antibiotiche non possono essere più improvvisate.
Vedi questo schema e confronti le nostre pagini sulle infezioni delle vie
urinarie
Le infezioni delle urine, parte I
Le infezioni delle urine, parte II
Cistite acuta trattamento
ANTIBIOTICO
DOSAGGIO
DURATA
Cefpodoxima
100 mg
3 giorni
Ciprofloxacina
250 x due
3 gg
Fosfomicina trometamolo
3000 mg SD
1 gg
Levofloxacina
250 x due
3 gg
Nitrofurantoina
50-100 mg x tre
5-7 gg
Norfloxacina
400 mg x due
3 gg
Ofloxacina
200mg x due
3 gg
Pivmecillina
200 mg x due
7 gg
Trimethoprim
200 mg x due
5-7 gg
TMP+SMX (bactrim)
160/800 x due
3 gg
PIELONEFRITE ACUTA
ANTIBIOTICO
DOSAGGIO
DURATA
Ciprofloxacina
500 mg xdue
7 giorni
Cefpodoxima
1000 mg x due
10 gg
Gatifloxacina
400 mg
10 gg
Levofloxacina
250 mg
10 gg
Lomefloxacina
400 mg
10 gg
TMP+SMX (bactrim)
160/800 x due
3 gg
eINFEZIONI CRONICHE O RICORRENTI
ANTIBIOTICO
DOSAGGIO
DURATA
Nitrofurantoina
50 mg/die
Trimetoprim sulfametossazolo
40/200 mg/die x tre volte la settimana
Fosfomicina
3g /10 g
INFEZIONI PIU’ RESISTENTI
Ciprofloxacina
125 mg al giorno
Norfloxacina
200-400 mg/die
Pefloxacina
800 mg/settimana
IN CORSO DI GRAVIDANZA
CEFALEXINA SOTTO CONTROLLO MEDICO!!
125 mg/die
CEFACLOR
250 mg/die
L’impiego del succo di mirtillo, o Cranberry, rientra tra queste potenziali
soluzioni, cioè in una medicina alternativa che possa affiancare o, le procedure
tradizionali. In letteratura, infatti, emergono dati incoraggianti sull’uso del
cranberry (Vaccinum macrocarpon, mirtillo rosso) nella prevenzione delle
infezioni delle vie urinarie.
Infezioni delle urine e cranberry.
Nel 1997 il Cranberry è stato uno dei dieci rimedi a base di erboristeria più
venduti negli Stati Uniti.
Per quanto riguarda le infezioni urinarie, il suo meccanismo d’azione è legato
alla presenza di sostanze chiamate proantocianidine, polifenoli stabili
contenuti nel Cranberry, che inibiscono selettivamente le adesine prodotte dai
batteri, evitando che i "germi cattivi" si attacchino alla mucosa urinaria. Le
proantocianidine sono ampiamente distribuite in natura ed alcune possiedono
capacità antivirale, antibatterica, antiadesiva ed antiossidante.
La letteratura recente offre lavori con risultati promettenti sull’utilizzo del
cranberry nella prevenzione delle IVU; nonostante la difficoltà di una
valutazione comparativa fra i diversi studi, riconducibile all’eterogenicità
della popolazione, all’utilizzo di preparati diversi contenenti mirtillo (succo
concentrato, succo, cocktail, capsule...) a dosaggi differenti, i dati appaiono
comunque incoraggianti.
Sono comunque auspicabili ulteriori studi per confermare l’efficacia e la
tollerabilità sia nell’adulto, ma soprattutto nell’età pediatrica.
- Sesso ed infezioni urinarie.
Nelle donne, le infezioni urinarie sono molto frequenti. Secondo le stime, circa
un terzo delle donne ha avuto almeno un’infezione urinaria nel corso della vita
( nella maggior parte dei casi si tratta di cistite ) ed il 20% di queste ha
manifestato anche un secondo episodio. Sono diverse le cause di recidiva; nelle
donne giovani, il fattore determinante è di solito riconducibile all’attività
sessuale. Per la cura delle infezioni urinarie recidivanti, vengono molto
reclamizzati gli integratori alimentari a base di cranberry acidulo e aspro.
Le bacche del cranberry contengono flavonoidi, antocianosidi, oligomeri
proantocianidolici, acido benzoico e altri acidi organici che hanno proprietà
antibatteriche.
Studi hanno infatti dimostrato che queste sostanze hanno la capacità di rendere
antiadesiva la superficie delle mucose, e pertanto di inibire l’adesione
cellulare dei vari batteri patogeni responsabili delle infezioni urinarie, fra
cui l’Escherichia coli.
Esistono almeno due studi significativi, condotte su donne, con normale attività
sessuale, che sono soggette di norma ad infezioni batteriche urinarie da
escherichia coli, che risale dalle vie genitourinarie, a partire dalla regione
anale, stante le ridotte capacità di difesa della donna in questo senso.
studio non in cieco realizzato in Finlandia su una popolazione di 150 donne
giovani che avevano già presentato almeno un episodio d’infezione urinaria da
Escherichia coli. Le pazienti dovevano prendere 50 ml al giorno di succo di
cranberry o di lingonberry ( un altro tipico frutto di bosco dalle bacche rosse
) per 6 mesi, o 100 ml di una sospensione orale a base di Lactobacillus per 5
giorni alla settimana nel corso di un anno, o nessun trattamento preventivo.
studio, condotto in Canada su 150 donne dai 21 ai 72 anni con una normale
attività sessuale e che avevano manifestato almeno due episodi di cistite acuta,
ha confrontato, nel corso di un anno, in doppio cieco, il cranberry in compresse
( 2 volte al giorno, dosaggio non precisato ) + succo di frutta placebo ( 3
volte al giorno ), versus succo di cranberry + compresse placebo, versus doppio
placebo.
Studio di Gupta K et Al, circa l’inibizione dell’adesività ridotta dell’e.coli
in pazienti trattati con mirtillo.
I risultati dei due studi hanno dimostrato mostrato che l’incidenza di infezioni
urinarie a 12 mesi è stata significativamente inferiore nei gruppi in
trattamento con cranberry rispetto ai gruppi di controllo. Nei gruppi trattati,
c’è stata almeno un’infezione urinaria nel 21% delle donne versus il 37% dei
gruppi di controllo.
L’unico effetto collaterale, per altro importante, da segnalare, è l’interazione
con i farmaci per la terapia con anticoagulanti orali (cfr tao) , in particolare
si parla di interazioni tra cranberry e Warfarin ( Coumadin ), un’antivitamina
K.
Di cui otto casi quasi fatali con un aumento nel Rapporto Internazionale
Normalizzato ( INR ) e/o episodi di sanguinamento, in tre casi l’INR è risultato
instabile, e in un solo caso l’INR è diminuito. Nel caso fatale, l’INR del
paziente, in precedenza stabile, è aumentato ( INR > 50 ) dopo 6 settimane di
consumo del succo. Il paziente è deceduto per emorragia pericardica e
gastrointestinale, effetto collaterale relazionabile ad una interazione tra
succo di cranberry e Warfarin: il warfarin viene solitamente metabolizzato dal
citocromo P450 ( CYP2C9 ) e il succo di cranberry contiene flavonoidi, che
inibiscono gli enzimi CYP.
Conclusioni
I risultati della valutazione sul succo di cranberry sono concordanti: gli studi
mostrano che nelle donne giovani, il consumo quotidiano, in compresse o in forma
di liquidi, previene in parte le recidive di cistite acuta, in particolare
quelle dovute a Escherichia coli.
La posologia quotidiana ottimale è incerta: 7,5 g di concentrato disciolto in 50
ml di acqua, o 750 ml di succo di frutta, o 2 compresse di concentrato del
frutto. (esistono prodotti molto efficaci come il rubis della cristal, dove il
principio attivo è dosato in PACs). La terapia di profilassi prevede l’impiego
di 2 compresse x cicli di sette giorni al mese, o, in attacco, di 1 c x due/die
per sette giorni di cura.
E’ sconsigliato l’uso nei pazienti in terapia anticoagulante orale.
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