LE NEVROSI.Ci sembra opportuno fare una sintetica descrizione delle nevrosi data la loro importanza per la semeiologia e la diagnosi differenziale: esse non sono soltanto delle malattie psichiatriche e neurologiche, ma anche delle malattie internistiche in genere. Le nevrosi e le psicosi costituiscono le due fondamentali categorie di malattie mentali. Nelle nevrosi, a differenza delle psicosi, mancano sintomi psicotici come le allucinazioni ed i deliri, gravi disturbi del comportamento, alterazioni del contatto con la realtà; è presente la coscienza di malattia che è assente nelle psicosi, per cui il nevrotico si definisce “ un pazzo” per antonomasia, mentre lo psicotico dice di essere sano! Nella prospettiva della psicologia dinamica, le nevrosi e le psicosi sono poste in relazione a stati psichici infantili attraverso i meccanismi della rimozione (allorché il desiderio infantile è escluso dalla coscienza e dal ricordo, ma rimane attivo a livello inconscio) e della regressione (ritorno psichico a stati esistenziali precedenti). Tali meccanismi, che sogliono innescarsi in occasione di esperienze dolorose o traumatiche attuali, hanno lo scopo di difendere l’io più profondo e dare stabilità.
In questa prospettiva, la nevrosi è una regressione parziale a livelli
infantili e con la psicosi è il risultato di una regressione distruttiva, che
giunge a compromettere la critica ed ogni possibilità di controllo.
I tratti caratteriali generalmente riscontrati nelle nevrosi sono l'incapacità
abituale ad affrontare in modo maturo e con determinazione i propri dubbi
interiori e le circostanze della vita. L’ ansia è quasi sempre presente e
sproporzionata, così come l'eccessivo scrupolo morale e l'insicurezza
dell’individuo. Negli atteggiamenti e nelle emozioni del nevrotìco è frequente
la presenza di esigenze infantili, insieme ad una sorta di incompletezza
psichica e fragilità, per i quali egli riesce raramente ad assumere tranquillità
ed efficienza. Il nevrotico è disturbato da turbe neurovegetative, specie
astenia, palpitazioni, dispnea, tremori, algie varie e spesso dolori precordiali
simil-anginosi, e da turbe psichiche vaghe, quali stato di malessere cenestesico
generale, inquietudine, timore, ansia, angoscia, depressione dell'umore,
labilità dell'attenzione e della memoria, preoccupazioni ipocondriache. Il
quadro clinico delle nevrosi è estremamente vario. Per tale ragione si può
parlare, in funzione della prevalenza di un vario gruppo di sintomi, di nevrosi
d'ansia, nevrosi ossessivo-compulsiva, nevrosi fobica, nevrosi isterica. La più
attuale classificazione distingue: nevrosi strutturate (simili alle psicosi
classiche); nevrosi dei carattere e nevrosi d'organo, rappresentate dalla
nevrosi ipocondriaca e dalla nevrosi d'organo vera e propria.
La nevrosi d'ansia è definibile come ansia cronica, costituzionale,
caratterizzata appunto da ansia, differente dalla paura per l'assenza di un
oggetto reale presente e contrassegnata dall'attesa penosa di un pericolo
oscuro imminente o proiettantesi nel futuro,assolutamente indefinito,
minacciarne l'esistenza. L’ansia si accompagna ad incertezza, a dubbio, a
sfiducia. L'ansioso è immaturo, egocentrico, portatore di forti sentimenti di
inferiorità, sopporta male le frustazioni ed ha continuo bisogno di essere
rassicurato. L’ansia intensa, accompagnata da un vistoso corteo di disturbi
somatici, come tachicardia, dispnea, bolo esofageo, tremori, pollachiuria che
mancano nella semplice ansia, è denominata comunemente angoscia. Sia l’ansia che
l'angoscia si presentano come crisi caratteristiche o con loro equivalenti. La
nevrosi fobica rappresenta spesso una fase evolutiva della precedente. Il
soggetto proietta la propria ansia all'esterno, su un oggetto, per liberarsene.
Tali oggetti possono essere molteplici e possono essere costituiti da oggetti
fisici, animali, luoghi, situazioni particolari (contatto con la folla, luoghi
chiusi, bui, aperti, le grandi altezze, ecc.) e ciò spiega il gran numero di
fobie. Per evitarle, il soggetto ricorre a solerie, cioè ad oggetti o personaggi
o gesti aventi significato di protezione, considerati tali da attenuare il suo
stato continuo di allarme.
La nevrosi ossessiva è presente in soggetti che mostrano una struttura psichica
molto rigida, sono sovente timidi ed incerti nel loro rapporto con gli altri,
ma incrollabili nel loro estremo rigorismo morale. Sono precisi, ordinati,
metodici, meticolosi, rispettosi e conformisti nei riguardi della autorità,
spesso avari, talora esigenti, impietosi e crudeli verso i familiari ed amici.
Questa nevrosi ha come sintomo cardine l'ossessione, che è un'idea, una
rappresentazione di tipo semplice, dubitativo, impulsivo od inibitrice, che
"assedia", nel vero senso etimologico, il soggetto in modo costrittivo, si
infiltra nel lui pensiero malgrado i suoi continui sforzi volontari per
scacciarla. Il nevrotico ossessivo comprende che l'ossessione emana dalla sua
attività mentale e nello stesso tempo che è estranea alla sua personalità,
tenendo essa, perfino, a fargli realizzare atti a lui ripugnanti. Trapassano
all'atto, per fortuna, solo le ossessioni impulsive non pericolose. Il soggetto
pone in atto contro le ossessioni, specie contro quelle da lui combattute perché
contrarie al suo senso morale, rituali e cerimoniali di scongiuro che tuttavia
turbano fortemente la sua vita quotidiana.
La nevrosi fobica e la ossessiva costituiscono nel loro insieme la psicastenia
di Janet, che comporterebbe un aspetto psichico (la psicastenia propriamente
detta) ed uno somatico (la neurastenia), caratterizzato da una serie di disturbi
somatici su base emotiva, fra i quali, soprattutto, l'astenia, le algie,
disturbi neurovegetativi molto vari.
La nevrosi isterica è la classica nevrosi di conversione di Freud; in essa si
realizza l'espressione in sintomi somatici di stati affettivo-emotivi e di
rappresentazioni con forte carica emotiva. Fra i detti sintomi fanno spicco i
sintomi motori: la crisi isterica, la paralisi e le paresi di natura funzionale,
l'astasia-abasia, il mutismo; i sintomi sensitivi e sensoriali: anestesie non
rispettanti la distribuzione neuroperiferica e metamerica, iperestesie,
iperalgie, nevralgie, anosmia, cecità, sordità, ageusia; sintomi vegetativi fra
i più vari.
Importante la differenziazione fra crisi isterica e crisi epilettica: nella
crisi isterica, che oggi raramente si presenta con la classica sequenza:
prodromi, aura, fasi epilettoide, di trance e di delirio, ma in forma parziale
ed atipica, mancano il grido iniziale, la brusca caduta a terra del paziente
con conseguenti lesioni, la midriasi, il Babinski, lo stato crepuscolare e
l'amnesia post-critica.
I sintomi psichici di questa nevrosi sono: l'immaturità, specie emotiva,
l'assenza di ansietà in rapporto anche a gravi disturbi funzionali (la "belle
indifference" di Janet), la tendenza alla mitomania, l'ipersuggestibilità, gli
stati crepuscolari, anche con sdoppiamento della coscienza e della personalità,
il sonnambulismo, le fughe, gli stati ipnoidi di "trance" (talora con
catalessi), la letargia, l'amnesia.
La nevrosi isterica, per la sua multiforme sintomatologia, pone numerosi e
talora delicati problemi di diagnosi differenziale con molte malattie, onde è
stata definita «la grande simulatrice».
La nevrosi isterica risulta dalla trasformazione del conflitto intrapsichico in
sintomo somatico. Tale trasformazione è più evidente nelle nevrosi
ipocondriache, allorché si altera il vissuto corporeo e si determina una
costante ansietà verso il proprio corpo o un suo tratto, fino al delirio
ipocondriaco.
Al medesimo meccanismo si attribuiscono le nevrosi d'organo. Esse si collocano
nell'ambito della psicosomatica; riguardano, infatti, effettive e reali
disfunzioni somatiche, dovute in parte a costituzionale meiopragia di un
organo, ma altresì ad uno stato emotivo conflittuale, in grado di alterare la
omeostasi fino ad indurre vere alterazioni anatomo-istologiche (ulcera
duodenale, ad esempio).
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