ORTICARIA
Ci sembrava giusto parlare in questo sito
web anche dell’orticaria, una malattia che si caratterizza per un’eruzione
cutanea, proprio come se un soggetto si fosse imbattuto nella pianta di ortica,
da cui il nome, e si caratterizza per lesioni rilevate papulari dette pomfi, che
rappresentano la lesione caratteristica, che può essere unica o più spesso
plurima, cioè si tratta di una rilevatezza della cute, di colore inizialmente
bianco porcellanaceo o rosa, quindi rosso acceso, con un area centrale più
pallida e lievemente depressa e bordi netti o sfumati. La forma di queste
lesioni è variabile, possono essere rotondeggianti, sovalari, dai margini
sfrangiati a “carta geografica”, con i bordi più colorati, “orticaria
figurata"., dalle dimensioni da pochi millimetri a vere e proprie chiazze che si
estendono, “ orticaria gigante”. Possono avere una durata di minuti e poi
scomparire oppure persistere anche 1-2 giorni o anche qualche settimana o
presentarsi cronicamente. Si associano a sintomi generali fastidiosi quali il
prurito, talora sistemici, come affanno, dispnea, nausea e vomito. Alcune volte
si associano all’angioedema, il soggetto presenta, cioè, l’edema, cioè il
“rigonfiamento”, del labbro, dell’area periorbitaria e così via. L'angioedema
può essere sospettato se compaioni in modo acuto pomfi generalmente di grandi
dimensioni, con eritema modesto, edema marcato e persistente e prurito lieve o
assente.
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Distinguiamo clinicamente:
Angioedema ereditario
Orticaria da freddo,
colinergica,
da contatto,
da pressione,
pigmentosa
Si è molto discusso per cercare di capire quale sia l’intimo meccanismo alla
base dell’orticaria, e si è stabilito che l’organismo predisposto geneticamente,
quando viene a contatto con sostanze di cui è allergico, per esempio determinati
cibi (uova, arachidi, latte, bacche, crostacei, pesce) presenta appunto una
reazione orticarioide, sulla base di un meccanismo immunologico alterato
(allergia, cioè reazione alterata, smisurata spropositata). Esistono però anche
delle forme autoimmuni di orticaria cronica è testimoniata dalla associazione
tra orticaria cronica e malattie autoimmunitarie, anche della tiroide. In uno
studio condotto su 624 pazienti con orticaria cronica idiopatica, è stata
osservata la presenza di autoanticorpi circolanti antitiroide nel 15% dei casi.
Altre ragioni sono rappresentate dall’assunzione di farmaci, antibiotici
(penicilline, cefalosporine, polimixina), aspirina e vaccini, o gli
ace-inibitori impiegati per l’ipertensione, e comunque qualsiasi nuovo
medicamento. Ancora si parla di allergeni respiratori, cioè le polveri, i
pollini, peli di animale, piume di uccelli tenute in casa, gli stress emotivi,
infezioni della pelle stessa, per esempio le micosi, i parassiti intestinali, la
tenia ecc. Anche gli indumenti di tessuti sintetici, ma perfino le maglie di
lana o di seta o le punture d’insetto sono tutte cause di orticaria. o da caldo
freddo, luce e quella degli sportivi, determinata da sforzo fisico. C’è una
forma di orticaria cronica, perché dopo un inizio acuto, si ripresenta
giornalmente, settimanalmente per molti mesi o anni. L'orticaria è spesso, ma
non esclusivamente, una malattia IgE-mediata. Gli antigeni propri dei fattori
sopra indicati si fissano alle IgE specifiche. L'unione dell'antigene con le IgE,
legate mediante la porzione Fc a un recettore specifico della membrana dei
mastociti e dei basofili, provoca la degranulazione di queste cellule, che
liberano, tra le altre sostanze, istamina. Queste sostanze determinano una
vasodilatazione e un aumento della permeabilità vasale, che si estrinsecano
clinicamente sotto forma di un pomfo. L'importanza dell'Istamina come principale
mediatore chimico è testimoniata da un'aumentata concentrazione di questa
sostanza nel derma in corso di orticaria e dalla risposta positiva clinica agli
antiistaminici anti-recettori H1. Tuttavia, anche altri mediatori, come le
chinine, gli eicosanoidi e i neuropeptidi, sono implicati nella patogenesi della
malattia. Generalmente non vi è una causa evidente e nel 90% dei casi è
considerata idiopatica. Nel 10% restante si può riconoscere una causa
alimentare, da farmaci o da cause fisiche. Recentemente, in pazienti con
orticaria cronica idiopatica è stato individuato un mediatore plasmatico in
grado di indurre, se iniettato sottocute, lesioni pomfoidi anche in individui
sani. Si tratta di un autoanticorpo della classe IgG, con peso molecolare
maggiore di 100.000. Questa immunoglobulina stimola il rilascio di istamina dai
basofili circolanti e dai mastociti cutanei interagendo con la subunità a del
recettore specifico per le IgE (FceRI). Dal punto di vista clinico, i pazienti
con orticaria cronica che presentano questi autoanticorpi sono indistinguibili
da quelli che non li presentano.
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ISTOPATOLOGIA
L'esame istologico di un pomfo evidenzia un edema circoscrito del derma ed un
infiltrato infiammatorio costituto prevalentemente da linfociti (soprattutto
T-helper che esprimono antigeni della classe HLA-DR). Sono inoltre presenti
neutrofili, mastociti ed eosinofili. L'infiltrato può essere diffuso, ma più
frequentemente è perivascolare. L'assenza di alterazioni delle pareti dei vasi
(e quindi di stravasi di eritrociti), di detriti nucleari e di polvere
cromatinica consente di distinguere istologicamente l'orticaria cronica dalla
vasculite orticaroide.
DIAGNOSI DIFFERENZIALE
L'orticaria cronica entra in diagnosi differenziale fondamentalmente con l'angioedema
e la vasculite orticarioide. E' peraltro da rilevare che in circa la metà dei
pazienti orticaria e angioedema coesistono. La vasculite orticarioide,
conosciuta anche (non correttamente) come orticaria vasculitica od
orticaria-vasculite, è caratterizzata dalla comparsa di pomfi diffusi, ma in
scarso numero, lievemente eritematosi, di forma spesso bizzarra, che persistono
anche oltre le 48 ore. Il prurito, quando presente, è in genere modesto. Le
manifestazioni cutanee possono essere accompagnate da febbre, artralgie,
mialgie, cefalea, astenia e dolori addominali. Il lupus eritematoso sitemico, la
sindrome di Sjongren e in generale tutte le connettiviti possono essere
preceduti o accompaganti da un'orticaria cronica. Questa forma non presenta
caratteri clinici diversi rispetto ad un'orticaria cronica "classica". tuttavia
gli esami di laboratorio consentono di porre quasi invariabilmente la diagnosi
di vasculite orticarioide.
Manifestazioni a tipo orticaria cronica si possono osservare anche nella porpora
di Henoch-Schonlein, nella malattia da siero, nelle crioglobulinemie, nelle
leucemie e nei linfomi.
INDAGINI DA ESEGUIRE PER UN CONTROLLO COMPLETO
Emocromo con formula, con occhio agli eosinofili, dosaggio delle IgE totali, da
cui poi occorre richiedere le IgE specifiche, per allergeni respiratori ed
alimentari;
test delle feci e del nastro adesivo per sospetto di parassiti intestinali (cfr
parassitosi)
Elettroforesi proteica, immunoglobuline, PRIST, C3, C4 (cfr allergie)
Indici infiammatori (VES, PCR, mucoproteine totali o alfa-1 glicoproteina acida,
RA test, TASLO, titolo anti-stafilolisinico, fibrinogeno, esami immunologici (ANA,
anti-DNA, anti-ENA, immunocomplessi circolanti, crioglobuline), allo scopo di
escludere altre patologie infiammatorie ed autoimmuni.
Indici epatici (bilirubina totale e frazionata, transaminasi, gammaGT, ALP, CHE,
LDH).
Indici renali (azotemia, creatinina, clearance della creatinina), compreso
elettroliti (Na, K, Ca, P).
Esami ormonali (TSH, T3, T4). Markers tumorali (CEA, alfa-fetoproteina, PSA, CA
19-9, CA 15-3, ferritina).
HIV, markers virus epatite B e C.
VDRL, TPHA.
Reazione di Wright, reazione di Vidal, per escludere tipo e paratifo (cfr
coliti).
TERAPIA
Si rammenta ai sigg. Navigatori che ogni notizia sui vari trattamenti non
significa che ciascuno possa automedicarsi! Infatti il sito contiene e divulga
solo informazioni scientifiche per aiutarvi a capire le problematiche connesse
con le vostre patologie, ma è il vostro medico responsabile della vostra salute
e delle terapie che attuate.
Come riferito precedentemente, la causa dell'orticaria cronica è spesso
sconosciuta ma in generale occorre prestare attenzione a nuovi alimenti assunti
(es. crostacei, fragole, arachidi ecc.) o a cibi contenenti istamina come la
cioccolatao a nuovi farmaci. Il caso illustrato nella nostra pagina fa
riferimento ad un paziente con una neoplasia che presentava forme di orticaria
cronica.
I farmaci di prima scelta sono gli anti-istaminici anti-H1 e gli stabilizzatori
dei mastociti (es. disodiocromoglicato) che, considerati complessivamente,
presentano una buona attività terapeutica ed effetti collaterali rari, lievi e
transitori, se si eccettua . la sedazione e la sonnolenza, oggi più rari
rispetto ad altri farmaci antistamici: la clorfenamina, la desclorfenamina e l'idrossizina;
ancora più rari sono l'aumento dell'appetito e l'incremento ponderale.
Il ricorso ai corticosteroidi sistemici è giustificato quando gli
anti-istaminici sono risultati inefficaci dopo un periodo continuativo di
trattamento di 2-3 mesi. Non esistono a tutt'oggi schemi terapeutici
universalmente accettati sul dosaggio iniziale e sulla durata del trattamento
con i corticosteroidi. Si impiegano il deflazacort in cui dosaggio iniziale è
compreso tra 0.5 e 1 mg/kg/die, che va ridotto gradualmente, cominciando quando
le manifestazioni cutanee (pomfi e prurito) si sono risolte. Il farmaco può
essere ridotto di circa 15 mg ogni 1-3 settimane, fino alla sospensione. Un
ciclo di trattamento può durare 1-3 mesi. Alcuni autori, come il sottoscritto,
impiegano il prednisolone o il prednisone per un periodo di tempo complessivo
non superiore alle 3 settimane. Occhio ai diabetici perchè le glicemie in questi
soggetti sottoposti a terapia con cortisone si impennano paurosamente!
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