RINITE.
La rinopatia ipertrofica può rappresentare, soprattutto in soggetti con
diatesi essudativo-linfatica o neuroartritica, l'esito di una rinite cronica.
Essa è di frequente riscontro in persone che lavorano in ambiente surriscaldato,
nei forti mangiatori e bevitori, negli ipertiroidei e negli acromegalici. E’
frequente inoltre in coloro che hanno usato di vasocostrittori nasali (rinopatia
medicamentosa). In molti casi non è però possibile individuare alcun fattore
ambientale o costituzionale cui attribuire questa affezione. I Turbinati sono
tre strutture spugnose situate all'interno del naso sostenute da uno scheletro
osseo. La loro funzione è di riscaldare, filtrare e umidificare l’aria
inspirata.
In condizioni normali i turbinati inferiori vanno incontro a cambiamenti di
dimensioni temporanei, proprio come una spugna, allo scopo di regolare il
passaggio dell'aria all'interno del naso in funzione delle condizioni ambientali
(temperatura e umidità) esattamente come avviene per le pupille la cui
variazione di diametro regola il passaggio di luce negli occhi in funzione
dell'illuminazione ambientale.
Quando l'aumento di volume dei turbinati inferiori diventa costante nel tempo
per cause individuali (allergie, impiego di farmaci, variazioni ormonali) o per
cause ambientali (variazioni di temperatura o di umidità), si determina il
fastidioso quadro dell’ostruzione nasale.
L'ipertrofia mucosa è evidente soprattutto in corrispondenza del margine
inferiore e a faccia mediale del turbinato medio e soprattutto di quello
inferiore; l’ipertrofia dei urbinati, che costituisce la manifestazione
obiettiva di questa rinopatia, viene spesso impiegata per definire genericamente
questa affezione. La mucosa è tumida, consistente, di colore rosso cupo,
talvolta presenta solchi irregolari ed assume aspetto mammellonato. Ciò si
verifica soprattutto quando il processo si localizza elettivamente alla coda dei
turbinati inferiori, la cui ipertrofia può ostruire parzialmente la coa-na. Dal
punto di vista istopatologico l'ipertrofia appare sostenuta in alcuni casi da
particolare ricchezza di strutture ghiandolari siero-mucose, in altri casi da
strutture vascolari iperplastiche, in altri casi infine da uno stato edematoso
cronico del corion mucoso.
I pazienti lamentano ostruzione respiratoria nasale subtotale per lo più
bilaterale e persistente; per la frequente sovrapposizione di fenomeni
vasomotori, l'ostruzione può accentuarsi alternativamente a carico di una delle
due cavità nasali. Questi pazienti di solito dormono a bocca aperta e russano;
talvolta lamentano cefalea frontale. La secrezione catarrale che spesso
accompagna questa affezione crea un fastidioso, continuo bisogno di raschiare il
rinofaringe e di deglutire.
Terapia
La terapia causale è suggerita dai dati desumibili dallo studio delle condizioni
che in ogni singolo caso favoriscono o determinano la malattia. Quando non è
possibile individuare ben precisi fattori endogeni, si può ricorrere alla
crenoterapia salsobromo-jodica e sulfurea (cfr fonte di Venere) e ad opportune
misure igienico-dietetiche. Molti casi di rinopatia cronica, soprattutto se di
tipo medicamentoso, traggono notevole miglioramento dall'infiltrazione
sottomucosa di corticosteroidi nel turbinato inferiore, eseguita una volta alla
settimana per 3-4 settimane. La terapia sintomatica medica, basata sull'impiego
dei decongestionanti e vasocostrittori, ha effetti limitati nel tempo e, per
l'abuso che spesso si fa di queste sostanze, dà molte volte risultati
controproducenti. La terapia sintomatica chirurgica si avvale della
cauterizzazione longitudinale della mucosa del turbinato inferiore eseguita con
il galvano¬cauterio, oppure della decorticazione mucosa del turbinato inferiore.
Nelle ipertrofie limitate alla coda di questo turbinato la zona ipertrofica
viene asportata con serranodo ad ansa. Recentemente la criochirurgica a livello
del turbinato inferiore ha consentito di ottenere buoni risultati che si
mantengono nel tempo. Essa determina una fibrosi circoscritta che non da
reazione infiammatoria dei tessuti circostanti. La terapia medica, basata
sull’utilizzo di antistaminici, cortisonici per via nasale o per via sistemica,
può risolvere solo le forme più lievi di ipertrofia dei turbinati e spesso in
maniera non soddisfacente.
In atri casi di ostruzione nasale resistenti alla terapia, si ricorre alla
decongestione dei turbinati con il Laser CO2 che ha lo scopo di ridurre la
dimensione dei turbinati ipertrofici e creare più spazio al passaggio dell’aria
inspirata, sempre nell'ottica di rispettare l'utile funzione delle mucose. Il
Laser CO2 pulsato consiste in un raggio ad anidride carbonica che agisce sul
contenuto d’acqua delle cellule, vaporizzandole. Il bersaglio del laser CO2 è
quindi l’acqua contenuta all’interno delle cellule, che evaporando distrugge la
zona colpita senza danneggiare o ustionare i tessuti circostanti. I vantaggi di
questo tipo di trattamento sono rappresentati da un ridotto danno termico, minor
sanguinamento, minore infiammazione e miglior cicatrizzazione. Un grande
vantaggio del laser C02 è dato dalla sicurezza che le zone che vengono trattate
vengono "livellate" sempre dello spessore desiderato. La tecnica di
vaporizzazione del turbinato con Laser CO2 ha la caratteristica di non
compromettere l'integrità dello scheletro osseo del turbinato dal quale molto
raramente dipende l'ostruzione respiratoria nasale. Una dimostrazione di questo
è data dal fatto che le persone che soffrono di ostruzione nasale possono
temporaneamente migliorare la propria respirazione con i vasocostrittori nasali
che agiscono esclusivamente sulla ipertrofia mucosa senza naturalmente
modificare la dimensione dello scheletro osseo.
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