STANCHEZZA CRONICA.Chi vi scrive ricorda il caso di un signore, trattato con insulina, che improvvisamente ebbe una crisi ipoglicemica; all’epoca io non mi occupavo ancora di medicina interna, ma di psichiatria, e questo paziente fu avviato da noi, per i sintomi di ansietà che presentava. E mentre questo accadeva, il tizio cominciò a scalciare ed improvvisamente si avviò a piedi, correndo, a più non posso, con l’ambulanza del pronto soccorso che gli andava dietro, per proteggerlo dalle altre auto, mentre sfrecciava per la strada! Si trattava della prima crisi ipoglicemica a cui avevo assistito. In reparto, poi, è di frequente riscontro la crisi ipoglicemica iatrogena dell'anziano, il quale continua ad assumere vecchi farmaci anti-diabetici orali come le sulfoniluree a lunga emivita (per es, la glibenclamide).
Ma che cos'è una ipoglicemia?
Parliamo di ipoglicemia o di crisi ipoglicemica quando il tasso glicemico si è
ridotto e l’organismo di conseguenza entra in sofferenza, specialmente il
cervello, il cui metabolismo si avvale del combustibile glucosio e del
comburente ossigeno. Ne deriva un vago senso di malessere, come di sonnolenza e
stanchezza fino al coma, accompagnato da ansia e tremore, con le gambe che
tremano.
Qual’è la glicemia normale?
La glicemia nel sangue, nell’adulto, deve essere normalmente intorno a 100 mg/dl
(cfr diabete), e fino a 110 mg%, ma per parlare di crisi ipoglicemica si deve
fare riferimento a quella glicemia sintomatica, cioè a quel valore basso di
glicemia che causa sintomi, in genere se la glicemia scende sotto i 65 mg/dl, e
più ancora se il glucosio scende ancora, sotto i 54 mg/dl, quando il cervello va
in tilt e si attivano i sistemi di contro regolazione, rappresentati
principalmente da adrenalina e glucagone. Nel bambino, invece, il cervello
tollera glicemia perfino di 27 mg% e sfrutta altre fonti energetiche.
.Noi sappiamo che alcuni organi funzionano da serbatoio del glucosio che si
immagazzina sotto forma di glicogeno; questi organi che funzionano da serbatoio
di glucosio durante il digiuno sono i muscoli, il fegato, i reni, l'intestino e
perfino i globuli bianchi, dove il glicogeno funge da riserva a cui attingere se
la glicemia scende troppo (cfr metabolismo dei glucidi). Altre volte il corpo
costruisce il glucosio a partire da altre sostanze, perfino dalle stesse
proteine, compiendo un lavoro enorme (azione dinamico specifica) attraverso il
processo della neoglucogenesi:
1) glicogenolisi, cioè demolizione del glicogeno di deposito;
2) neoglucogenesi, cioè sintesi del glucosio a partire da precursori non
glucidici.
1) Glicogenolisi: enzima chiave la fosforilasi (attivato sia da un basso livello
di glucosio, sia da aumento di glucagone ed adrenalina); le scorte epatiche di
glicogeno coprono il fabbisogno nel periodo post-prandiale; dopo il digiuno di
una notte il fegato copre il 75% del fabbisogno di glucosio, ma poi tale quota
passa al 10% soltanto nei giorni seguenti;
2) Gluconeogenesi, dipende dall’apporto di substrati endogeni convertibili in
glucoso: essi sono l’acido lattico dal metabolismo anaerobio, il glicerolo dalla
lipolisi dei trigliceridi, ed alcuni aminoacidi come l’alanina. Punto chiave
della gluconeogenesi è la trasformazione del piruvato in ossalacetato per opera
della piruvicocarbossilasi, formazione di fosfoenolpiruvato; il controllo è ad
opera del calo di insulina e per attivazione da parte degli ormoni
controinsulari "glucagone, catecolamine, cortisolo ed ormone della crescita".
L’ipoglicemia indotta dalla somministrazione di insulina dipende perciò da un
aumentato consumo periferico di insulina e da una brusca riduzione di
glicolisi+gluconeogenesi. Sia il glucagone che le catecolamine vengono
rilasciate acutamente nell’ipoglicemia per aumentare il rilascio di glucosio da
parte del fegato per glicogenolisi; quindi intervengono altri ormoni: cortisolo
ed ormone della crescita che hanno un ruolo di secondo ordine ed antagonizzano
la utilizzazione periferica di glucoso. Le catecolamine stimolano la lipolisi
nel tessuto adiposo con liberazione di FFA da utilizzare come substrato
energetico e glicerolo da impiegare nella sintesi di glucoso.
Perciò, se la concentrazione di glucosio nel sangue diminuisce, il cervello è il
primo organo a risentirne ma l’organismo interviene subito con meccanismi:
Nervosi
Ormonali
Metabolici
Sintomi
I sintomi e gli effetti dell'ipoglicemia dipendono dagli effetti degli ormoni
contro insulari, adrenalina e glucagone, che si innescano al diminuire della
glicemia, durante il digiuno prolungato o le crisi ipoglicemici e in quelli
neuroglicopenici prodotti dall'insufficiente apporto di glucosio al cervello.
Effetti adrenergici
Tremori, ansia, nervosismo, palpitazioni, tachicardia, sudore, pallore, freddo,
pupille midriatiche.
Effetti glucagonici
Fame, borborigmi, nausea, vomito
Effetti neuroglicopenici
· Stato mentale alterato, instabilità, disforia, depressione, paura, sensazione
di panico e di morte imminente, aggressività, debolezza, delirio, amnesia e
delirio, comportamenti automatici, shock, coma, difficoltà nel parlare.
.La cause più comuni di ipoglicemia sono:
mancata assunzione di nutrienti per un prolungato periodo di tempo (16-24 ore),
tempo occorrente per esaurire le riserve di glicogeno epatico.
sovradosaggio di insulina, oppure il non mangiare quando necessario dopo aver
preso questi medicinali.
Tumori secernenti insulina, insulinoma, cioè un tumore delle cellule beta delle
isole di Langerhans del pancreas
Da farmaci, acetaminofene, ipoglicemizzanti secretagoghi, beta-bloccanti,
propanololo, clorpropazina, ranitidina, salicilati ecc.
da tossine, amanitina
da gravi malattie, alcuni tipi di tumori: mesotelioma pleurico, neurofibroma,
leiomiosarcoma, rabdomiosarcoma, leucemie e linfomi, carcinoma pancreatico.
da carenze ormonali, di ACTH, di cortisolo, di ormone della crescita, di ormone
tiroideo.
alcolismo o alcune condizioni ricorrenti durante l'infanzia.
da iperinsulismo, anche in situazioni in cui esiste un incremento di insulinemia.
difetti del metabolismo: insufficienza di enzimi
Ipoglicemia reattiva (o postprandiale)
L'ipoglicemia reattiva (o postprandiale) è quella che può manifestarsi con
tempistica variabili in conseguenza all'assunzione di zuccheri o cibi glucidici.
Si possono distinguere vari tipi di ipoglicemia reattiva
1) Ipoglicemia alimentare ("Dumping syndrome" o "Sindrome da accelerato
svuotamento gastrico") Dovuta a disturbi conseguenti a un'operazione
all'apparato digerente,come :
Una fundoplicazione per la terapia del riflusso gastroesofageo
Sindrome da scarico dopo una gastrectomia
Può esservi, in rari casi,anche un disturbo idiopatico della motilità
gastrointestinale.
Nell'ipoglicemia alimentare, il cibo ingerito viene rilasciato nel duodeno
troppo in fretta, rispetto ai tempi fisiologici; questo causa un'abnorme
secrezione di insulina, e quindi, ipoglicemia.
Si distinguono una "early dumping syndrome", quando i sintomi si manifestano
dopo circa mezz'ora dopo il pasto, e una "late dumping syndrome", quando si
manifestano nell'arco delle restanti cinque ore successive al pasto.
6) Ipoglicemia reattiva idiopatica o funzionale
Altre cause possono essere:
Ipoglicemia dopo una iniezione endovenosa di glucosio, dunque reattiva per
iperinsulinismo
Improvvisa interruzione di nutrizione per via parenterale o di glucosio per
endovena
Dopo una trasfusione con sangue ACD conservato, in neonati
Terapia di ormoni della crescita a giorni alternati
Terapia
Per un singolo episodio ipoglicemico, se il paziente è cosciente, può bastare
l'assunzione di alimenti ricchi di carboidrati); se ha perso conoscenza è
necessario fornire glucosio per endovena e/o glucagone un ormone con azione
antagonista che contrasta lo stato ipoglicemico.
È necessario rilevare la presenza di vera ipoglicemia durante la presenza dei
sintomi. Per questo scopo può essere indicato l'OGTT (Oral Glucose Tolerance
Test) , chiamato anche Curva da carico, un test comunemente effettuato anche per
le diagnosi di diabete . Questo test documenta un calo della glicemia dopo
tre-quattro ore, accompagnato da iperinsulinemia. Ci sono comunque delle norme
dietetiche che possono attenuare di molto la sintomatologia:
Fare piccoli pasti e spuntini circa ogni 3 ore (dieta a 5 punti, cioè cinque
pasti al giorno).
Fare esercizio fisico regolare
Andare in giro con biscotti e crackers, specie se fate insulina
Preferire cibi ricchi di fibre, e più in generale, quelli con indice glicemico
medio-basso.
Evitare o limitare cibi ricchi di zuccheri, alcolici e caffeina, soprattutto a
stomaco vuoto
Variare molto l'alimentazione:
Carne, pesce e fonti di legumi, come fonti di proteine pane integrale, riso
integrale o altri cibi derivati da cereali integrali, frutta e verdura
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