.Regolazione delle risposte allo stress.
STRESS:
Si definisce stress una reazione, serie di fenomeni di adattamento metabolico di
un organismo all’ambiente esterno; stress significa pressione, cioè un organismo
sottoposto a stress mette in atto tutta una serie di stimoli adattativi, o
Sindrome Generale di Adattamento che si caratterizza per:
1) Reazione di Allarme,
2) Fase di resistenza,
3) Fase di esaurimento.
Dal punto di vista psichiatrico lo stress a lungo andare è responsabile della "Neuropsychiatric
Syndroms", caratterizzata da iperticorticosolismo, incremento di
neurotrasmettitori eccitatori, mentre l'azione sessuale presuppone l'intervento
del sistema neurovegetativo opposto, cioè il parasimpatico. Ecco perchè il sesso
non vuole stress, nè ansia, nè pensieri.
Quadri neuropsichiatrici che derivano dalla condizione stressogena:
1) priory anxiety disorder (disordine ansiogeno)
2) depression
4) anorexia nervosa
5) obsessive - compulsive desorder
Fisiopatologia dello stress.
Il principale mecc. adattativo che l’organismo pone in atto nella 1° fase è
rappresentato dall’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-sinsurrene, con
increzione di ACTH e conseguente stimolazione della corteccia. Una teoria
recente sostiene che una sostanza, denominata Corticotropin Releasing Factor (CRF),
coordine e modula, direttamente o indirettamente tutta la risposta adattativa
agli stimoli. Si tratta di un neuropeptide formato da 41 aminoacidi, descritto
da un gruppo di ricercatori del Salk Institute di La Jolla in California.
Con la sintesi e la sua marcatura è stato possibile individuare la sua
distribuzione nel SNC, registrandone le sue concentrazioni nelle varie aree
cerebrali e stabilire che la maggiore concentrazione si riscontra
nell’ipotalamo, dove ha sede il nucleo paraventricolare, i cui pericari lo
secernone e lo riversano nel sistema portale.La sua presenza nel sistema limbico
(amigdala, ippocampo e stria terminale) spiega i rapporti con la regolazione dei
processi mnemonici e di comportamento e la regolazione del Sistema Nervoso
Autonomo nello stress.
Possibili applicazioni del CRF in biologia:
a) diagnosi differenziale col morbo di Cushing, se di origine ipotalamico o
ipofisario;
b) diagnosi differenzile col Morbo di Addison, se ipotalamico o pituitario;
c) ipotrofia della corticale del surrene;
d) disaccoppiamento tra ipotalamo ed ipofisi.
Consente, inoltre di capire la fisiologia dello stress.
Il CRF determina sull’ipofisi un incremento della produzione di ormone ACTH, di
Beta-endorfina, di ormone melanocortinico, MSH, e l’esito finale è la produzione
di ormoni glicocorticoidi, con effetti perciò sul metabolismo, riproduzione,
infiammazione ed immunità; interessante è sottolineare come il progesterone, il
desossicorticosterone hanno una funzione inibitrice sul sistema GABAergico (la
cui attivazione determina sedazione), tramite i recettori GABA A, con azione
simile alle benzodiazepine; altri ormini come il deidroepiandrosterone (DHEA)
hanno azione GABA-antagonista con effetto di tipo ansiogeno.
La risposta adattativa allo stress modulata dal CRF non riguarda solo la
secrezione di ormoni dell’ipofisi, ma coinvolge attraverso connessione nervose
dirette la maggior parte dei neutrasmettitori. Per cui la somministrazione di
CRF nel cervello comporta una increzione di catecolamine e, in particolare,
della noradrenalina, attraverso la stimolazione del locus coeruleus,
dell’adrenalina, del glucosio e del glucagone. Anche la serotonina (5HT)
partecipa alla risposta adattativa con un meccanismo analogo a quello descritto
per le catecolamine, ma la sua deplezione si osserva solo dopo stimolo intenso;
i rapporti con Ach sono meno intensi rispetto ad altri neurotrasmettitori. Più
interessante è il rapporto con CRF e Sistema GABAergico. Infatti inizialmente vi
è una liberazione dal globo pallido, poi negli stimoli cronici si ha una
riduzione dei recettori del GABA (perciò ne deriva stato agitato ed ansioso) e
si ha un binding del STBPS a livello del canale del Cloro. Si è pure accennato
al ruolo di CRF ed oppiodi endogeni, prodotti in molte aree cerebrali dove si
libera anche il peptide NPV, area preottica mediale, nucleo inferiore della
stria terminale, nucleo periventricolare ipotalamico: si libera dinorfina,
prodinorfina e di metenkefalina (peptidi connessi con la riduzione della
percezione del dolore, della fatica, della sensazione di benessere e di energia
ecc.) nel nucleo caudato e nel globo pallido. Nell’animale da esperimento il CRF
causa una risposta motoria, con aumento della locomozione, mentre si riduce
l’interattività sociale ed aumenta l’aggressività nel maschio e nella femmina la
recettività sessuale si riduce (da sottolineare che la sessualità è funzione del
sistema parasimpatico, non dell’ortosimpatico e dei neurotrasmettitori
catecolaminici) . Nelle scimmie il cui SNC è più vicino all’uomo, si avranno,
perciò, dopo somministrazione di CRF, un aumento della locomozione, della
pressione arteriosa, dell’irrorazione muscolare, tachicardia, aumento della
vocalizzazione ma col procedere della somministrazione, a dosaggi di 180
microgrammi, la scimmia perde l’atteggiamento battagliero e si ranicchia in un
angolo manifestando abattimento. Il CRF è inibito dall’incremento di
glucocorticoidi; si produce nei componenti parvocellulari del nucleo
paraventricolare dell’ipotalamo; una serie di cellule nell’ipotalamo e nel
telencefalo basale ne regolano la funzione; si attiva il locus coeruleus
(sistema limbico) con produzione di catecolamine; i neutrasmettitori del s.
limbico attivano l’ipotalamo e producono cortisolo e adrenalina.
Fisiopatologia della risposta adattativa allo stress:
Cosa accade durante l’applicazione di uno stimolo stressogeno:
*inibizione dell’insulina ed aumento della glicemia, indispensabile per
l’attività fisica e cerebrale dello stress;
*inibizione di mediatori flogistici con danno tissutale;
*inibizione della reazione immunitaria ed effetto stressante degli stessi
mediatori con interevento di citochine, interleuchine, natural killer ecc.
*inibizione dell’aldosterone che determina un'eccessiva ritenzione idrica nella
fase dello stress;
*inibizione dei neuropeptidi (CRF, ACTH, Betaendorfine ecc) che tenta di porre
fine alla cascata neurochimica per evitare che si instauri una patologia
neuropsichica;
Dopo lo stimolo stressante compare una sintomatologia con sintomi
neurovegetativi: tachicardia, sudorazione, vampate calde e fredde, che può
scomparire dopo qualche ora o giorno; in altri soggetti possono aversi dei
flash-back. Più importatnte è la sintomatologia del maladattamento
post-traumatico (cioè dopo l’evento stressante), il cui distrubo tende a
persistere dopo mesi, in genere non oltre i 6 mesi.Es. donne stuprate, reduci
dalla guerra, soggetti dopo il divorzio, un lutto ecc. La Sindrome detta del "BURNOUT"
o della candela esaurita si manifesta in genere in manager, professionisti per i
quali è necessario in dispendio notevole di energie e si caratterizza per
insonnia, facile affaticabilità, depressione del tono dell’umore, ridotta
capacità alle frustrazioni, abuso di farmaci. La Chronic Fatigue Syndrome è di
recente individuazione ed è caratterizzata da una grave astenia, fisica e
mentale, in parte di origine centrale ed in parte periferica. Interessante è
sottolineare come vi sia una relazione tra sindrome da maladattamento ed abuso
di sostanze psicoattive. Nell’adolescente vi è una difficoltà nel "coping" cioè
l’adattamento alle nuove situzioni che si verificano nel proprio corpo durante
l’adolescenza che conducono a distress e depressione; I bambini aggressivi
diventano impopolari nell gruppo e ciò si accompagna ad iperattività, alla
tendenza ad una caduta della stima di sè, alla depressione-isolamento ed alle
condotte immature e dipendenti. In questi soggetti si avrà una riduzione
dell’enzima dopamina-beta-idrossilasi, alterazioni del sistema serotoninenrgico
(quindi riduzione della liberazione di serotonina e depressione), e della
sensibilità alfa adrenergica.
Ne derivano disturbo dell’adattamento a cui può conseguire una Episodio
Depressivo (lieve, medio, grave), in cui oltre ad una riduzione del tono
dell’umore e della capacità di concentrazione, si avrà riduzione dell’energia,
neuroastenia, facile affaticamento cerebrale, mialgie, capogiri, cefalea
muscolo-tensiva, disturbi del sonno. Un altro disturbo è l’anoressia nervosa,
che si accompagna ad ipercolesterolemia, ipogonadismo ipotalamico, alterata
secrezione di arginina-vasopressiva . L’inibizione dell’asse
ipotalamo-ipofisi-gonadi rappresenta il punto di partenza di una vasta patologia
della riproduzione. Il CRF presiede alla risposta biochimica centrale con
liberazione di ACTH , betaendorfina, betalipoproteina, prolattina,
contemporaneamente diminuisce la secrezione di GnRH e quindi di LH che stimola
il testosterone (uomo) e il progesterone (femmina). Ne consegue: amenorrea nella
donna, sindrome premestruale, ipercortisolemia, iperandrogenismo con incremento
degli ormoni della teca ovarica.
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