.La toxoplasmosi è una malattia infettiva dovuta ad un essere unicellulare,
cioè un protozoo, assai pericoloso per le donne, quando l'infezione si contrae
in gravidanza. Da qui la necessità di indagare e prevenire l'infezione nella
donna in gravidanza o che si accinge ad affrontare una gravidanza, specie se
vive a contatto con i gatti. La toxoplasmosi fa parte del complesso TORCH, una
sigla che raggruppa tutte le infezioni pericolose per la gravidanza (cfr anche
sessuologia)
Sostenuta da un protozoo, Toxoplasma gondii, assimilabile agli Sporozoi, la
toxoplasmosi è una delle malattie parassitarie che può interessare diversi
sistemi e diversi organi (sistema nervoso centrale, sistema oculare,
linfoghiandolare, cuore, fegato, ecc.) e può essere trasmessa dalla madre al
feto (toxoplasmosi connatale)
.
CENNI STORICI:
La toxoplasmosi è una malattia identificata agli inizi di questo secolo ed
accuratamente studiata negli ultimi decenni. Nicolle e Maceaux identificarono
per primi il protozoo, nel 1908, in un roditore selvatico della Tunisia, lo
Ctenodactylus gondii. Ma nello stesso anno l'italiano Splendore lo descrisse nei
conigli da allevamento in S. Paulo del Brasile e Darling pubblicò il caso di un
soggetto affetto da febbre e mialgia in cui le biopsie muscolari rilevarono la
presenza di elementi attribuibili a toxoplasmi. Nel 1923, Janku, a Praga,
descrisse la presenza di formazioni cistiche, in un bambino morto al 16'mese di
vita per idrocefalo e corioretinite, interpretabili come di natura toxoplasmica.
Toxoplasma gondii venne studiato successivamente su animali vari di laboratorio
(conigli, topini, piccioni, ecc.) e su colture cellulari per conoscere la
biologia e la patogenesi finché si perviene al 1969, anno in cui ne viene
chiarito il ciclo biologico con l'individuazione, nel gatto, di un ciclo
gametogonico, sessuato.
Inoltre, indagini condotte al microscopio elettronico oltre ad apportare dati
utili ed interessanti in merito alla citomorfologia del protozoo, hanno
consentito, fra l'altro, di poterlo meglio classificare tassonomicamente.
ETIOLOGIA
.
Toxoplasma gondii (dal greco, toxsòn = arco) è un protozoo che appartiene al
Phylum Apicomplexa, Classe Telosporea, Sottoclasse Coccidia, Ordine Eucoccidiida,
Sottordine Eimeriina, Famiglia Sarcocystidae genere Toxoplasma, Specie gondii.
Toxoplasma gondii è lungo da 5 a 8 micron e largo 2‑5 micron. Presenta forma
semilunare, arcuata, con estremità affilata; ha citoplasma basofilo e nucleo
granuloso, sferico, con cariosoma voluminoso. La sua struttura è complessa come
hanno dimostrato indagini di microscopia elettronica condotte da Rondanelli e
dalla sua Scuola alla quale si rimanda.
Toxoplasma gondii si presenta sotto due forme: la forma vegetativa (trofozoitica)
e la forma cistica.
La forma vegetativa si riscontra nelle cellule endoteliali, monociti e istiociti
in cui si riproduce. Si colora male con i coloranti consueti. Esistono pure
forme libere che possono essere facilmente identificate ma la loro vita al di
fuori della cellula ospite è breve. La cisti è di dimensione variabile: il suo
diametro oscilla fra 15‑20 micron e può raggiungere anche valori fra 50‑100
micron. Contiene un numero di parassiti compreso fra alcune dozzine e alcune
migliaia. Gli elementi incistati presentano un voluminoso granulo, di natura
probabilmente glicogenica ed ha attività metabolica molto lenta pur potendo
moltiplicarsi e consentire alla cisti di aumentare di volume acquisendo la forma
arrotondata. La membrana della cisti non consente la diffusione di materiale
antigene all'esterno e, se non subentrano rotture della membrana, le cisti si
accrescono di volume senza suscitare alcuna reazione infiammatoria periferica.
.Il ciclo biologico da Toxoplasma gondii presuppone la presenza di un ospite
definitivo rappresentato dal gatto (è probabile che altri felini quali la lince,
il puma, il gattopardo, ecc. possano essere ritenuti ospiti definitivi).E
proprio nell'intestino del gatto che si completa il ciclo gametogonico o
sessuato di Toxoplasma gondii.
Il ciclo ha inizio quando il gatto si infetta ingerendo o le cisti di T. gondii
contenute all'interno di organi o di tessuti di altri animali (topi, ratti,
ecc.) o i trofozoiti presenti nei tessuti o negli escreti di animali infetti,
oppure le oocisti provenienti dalle feci proprie o di altri gatti. Le cisti
contenenti circa 100 elementi fusiformi (bradizoiti) liberano a livello
dell'intestino tenue gli elementi in questione che raggiungono la mucosa
dell'ileo e danno inizio ad un processo di moltiplicazione schizogonica o
asessuata e si trasformano dapprima in trofozoiti e successivamente in schizonti
i quali per un meccanismo di gemmazione interna danno origine ai merozoiti in
numero variabile da 4 a 1. I inerozoiti, dotati di particolare potere invasivo,
penetrano in altre cellule sostenendo così attivamente il ciclo asessuato. A
questa fase, segue il processo sessuato o gametogonico. Infatti alcuni merozoiti
diventano macrogametociti ovoidalí che, in breve tempo, maturano a macrogameti
ed altri, invece, divengono microgametociti sferoidali. Da questi ultimi si
liberano da 12 a 32 microgameti semilunari che, dotati di 2 flagelli
all'estremità, vanno a fecondare il macrogamete indovato nella cellula
epiteliale in cui è inaturato. Si forma, in tal modo, lo zigote, originato dalla
fusione dei gameti, che resta per qualche tempo nella cellula epiteliale e si
libera come oocisti immatura nel lume intestinale. Viene poi espulso con le feci
dopo 4‑20 giorni dal momento in cui il gatto si è infettato introducendo le
cisti per via alimentare. L'oocisti viene disseminata all'esterno per circa 15
giorni (la sua eliminazione è in rapporto con l'assenza di immunità tanto vero
che cessa appena questa si instaura e si riprende quando sopraggiungono nuove
infezioni), è di forma sferica, con un diametro fra 10 e 12 micron e dà origine
dopo 10 ore circa dall'eliminazione all'esterno a due sporoblasti, presenti nel
suo interno, che in seguito si allungano e divengono sporocisti. Alla 24 a ora
ed in ambiente favorevole (25'C), all'interno di ciascuna sporocisti compaiono 4
sporozoiti molto resistenti nell'ambiente esterno, sia alle variazioni
atmosferiche che agli agenti fisico‑chimici, che se ingerite da animali
omeotermi nei quali si svolge il cielo asessuato possono provocare l'infezione
rappresentando l'unica forma infettante. Le oocisti, raggiunto l'intestino
dell'animale, liberano gli sporozoiti che si portano nel sistema reticolo‑endoteliale
nel cui interno si dividono per gemmazione e si trasformano in tachizoiti i
quali rompendo la membrana della cellula che li ospita invadono altre cellule
diffondendo l'infezione.
PATOGENESI :
.
Toxoplasma gondii è responsabile di malattie di notevole gravità.
Esso per la presenza di cisti nel tessuto nervoso, determina distruzione e
perdita di sostanza con consecutiva lesione della zona colpita.
Il meccanismo dell'infezione si realizza attraverso tre fasi: fase acuta in cui
il protozoo invade tutti gli organi e la sua presenza può passare inosservata o
può essere tradotta, in manifestazioni esantematiche, meningoencefalitiche,
miocarditi, ecc.; fase subacuta in cui compaiono gli anticorpi neutralizzanti
che interrompono la parassitemia e si possono riscontrare fenomeni di
calcificazione cerebrale e di corioretinite; fase cronica in cui i protozoi
possono sopravvivere per anni nelle cisti.
EPIDEMIOLOGIA:
La toxoplasmosi è una delle parassitosi più studiate negli ultimi decenni di
questo secolo e tutti i dati in nostro possesso attestano trattarsi di una
malattia
rara nella sua evidenziazione ma molto frequente, invece, allo stato di
infezione. Essa colpisce sia l'uomo che molti animali (in alcune specie di
mammiferi quali bovini, ovini, caprini, equini, suini, cani e felini in genere è
stata riscontrata la positività sierologica del 50% circa a riprova della
possibile presenza della malattia in campo animale). La toxoplasmosi è diffusa
in tutto il mondo, stando a risultati di indagini sierologiche. In Oceania la
positività è del 41%, nelle Americhe del 33%, in Europa del 3 1 %, in Asia del
22%, ed in Africa del 19%. Per quanto riguarda il nostro Paese, la positività
sierologica, intorno al 1970, era del 22% circa indipendentemente dal sesso e
dall'età e si presume che tale valore possa essere più elevato in considerazione
dell'intensificarsi delle indagini epidemiologiche.
Sorgenti della malattia sono gli ospiti definitivi quali soprattutto il gatto e
molto probabilmente altri felini. Il gatto elimina, al termine del ciclo
sessuato, le oocisti di Toxoplasma gondii mediante le feci. Il protozoo può però
essere eliminato dagli ospiti, al termine della fase acuta dell'infezione,
attraverso altre vie quali il latte, la saliva, il secreto vaginale, le urine.
Una volta disseminate all'esterno, le oocisti richiedono delle condizioni
ambientali favorevoli per la maturazione e ciò ha riflessi epidemiologici: alla
temperatura di 15'C occorre un periodo di tempo variabile tra 3 e 5 giorni per
la maturazione delle oocisti, ma se la temperatura ambientale è di 10 °C il
periodo si allunga fino a 25 giorni e se è al di sotto dei 4°C la maturazione si
arresta. Le oocisti sono molto resistenti agli acidi, alcali ed ai comuni
saponi; gli enzimi proteolitici, come la pepsina, ad un pH basso non alterano le
oocisti. In ogni caso esiste un rapporto tra potere infettante delle oocisti e
temperatura: le oocisti vengono uccise, se esposte alla temperatura di 550C per
30'. Alla temperatura ambientale dei nostri climi, feci contenenti le oocisti
mature, se esposte direttamente all'azione dei raggi solari, resistono per circa
45 giorni, mantenendo il potere infettante e, se ricoperte con terriccio ed
all'ombra ed a temperatura ambientale di 20'C, tale potere si può protrarre fino
a 14 mesi. Pertanto, considerando l'abitudine di molti gatti a seppellire le
feci, si può facilmente intuire come nei climi temperati le eventuali oocisti
presenti restino infettanti per lunghissimo tempo . Si ritiene, oggi, che l'uomo
si infetti attraverso le oocisti che contaminano gli alimenti (c arni crude o
poco cotte) o mani. E' anche possibile che intervengano nel meccanismo di
trasmissione della malattia insetti coprofagi, quali Musca domestica, blatte,
lombrichi, formiche, pulci e zanzare (Anopheles, Aedès e Culex). Infatti è stato
sperimentalmente dimostrato che T gondiì è stato riscontrato nelle feci delle
mosche fino a 10 giorni dopo il contagio e nelle zanzare fino a 30 giorni.
In campo animale l'infezione da Toxoplasma è stata riscontrata in insettivori
(pipistrelli), ricci, rondini, anatre, colombi, fagiani, ecc.
Per quanto riguarda la distribuzione della malattia nel nostro Paese, in
rapporto ai vari gruppi di età, si rimanda ad una accurata indagine condotta da
Faraone e Bonanno i quali, fra l'altro, hanno dimostrato come fondamentalmente
siano le età più basse della vita ad essere colpite ed in ogni caso il gruppo
che offre un largo contributo alla malattia è compreso fra i 15 ed i 34 anni.
La toxoplasmosi può essere considerata anche una malattia che colpisce categorie
di soggetti esposti al rischio in ragione dell'abitudine di lavoro. Risultano,
infatti, più colpiti gli allevatori di bestiame, i macellai, i conciatori, gli
addetti ai mattatoi ed agli stabulari, i cacciatori, i veterinari, i
laboratoristi.
SINTOMATOLOGIA:
.
.La sintomatologia della toxoplasmosi è in rapporto con il momento patogenetico
dell'infezione.
Se si considera, appunto, la patogenesi, viene conseguenziale affermare che la
sintomatologia può intanto esprimersi in maniera acuta, subacuta e cronica.
Nella fase acuta, quando il toxoplasma invade l'organismo e non si è ancora
instaurato alcun fenomeno immunitario si possono riscontrare localizzazioni del
protozoo in vari organi e tessuti e più precisamente si manifestano:
a) linfoadeniti: sono caratteristiche per sede (in quanto sono più
frequentemente interessati i linfonodi del collo e più particolarmente quelli
cervicali posteriori); per consistenza (i linfonodi hanno consistenza molle e
non tendono né a confluire né a suppurare); per durata (da pochi giorni fino a
qualche mese o più di un anno);
b) esantemi (rari ma molto gravi);
c) miocarditi
d) epatiti
e) meningiti e meningoencefalomieliti
Durante la fase subacuta la moltiplicazione del toxoplasma è inibita dagli
anticorpi, e si ha più facilmente la localizzazione parassitaria nel tessuto
nervoso e nella retina, in quanto tali sedi non sono raggiunte dagli anticorpi e
presentano lesioni di tipo granulomatoso.
Nella fase cronica si è raggiunto un equilibrio ospite‑protozoo che può essere
alterato per fenomeni vari (traumi, gravidanza, infezioni intercorrenti, ecc.).
Le espressioni cliniche più gravi sono la corioretinite, già manifestatasi nella
fase subacuta della malattia, e le forme neurologiche.
Il quadro clinico è quindi abbastanza vario ed occorre differenziare la malattia
con la mononucleosi infettiva, la rickettsiosi, gli esantemi virali, le
nevrassiti di natura virale, leptospirosica, brucellare, tubercolare, ecc.
DIAGNOSI DI LABORA TORIO:
La diagnosi di laboratorio si effettua attraverso la dimostrazione del parassita
nelle biopsie e nei liquidi organici (sangue e liquor), oppure in maniera
indiretta ricercando gli anticorpi specifici. Con l'esame colturale del
materiale infetto prelevato si può isolare il parassita, inoculando il materiale
nel topino o per via intracerebrale. Altrimenti si può attuare la ricerca di
anticorpi del tipo IgM o IgG, espressione rispettivamente di infezione in atto o
pregressa. Oggi si ricorre a tecniche di laboratorio più sofisticate come il
metodo ELISA.
PROFILASSI:
La profilassi deve essere rivolta particolarmente nei confronti di coloro i
quali hanno, per motivi di lavoro, occasioni di possibile contagio. Bisogna,
inoltre, insistere su misure di igiene individuale. Occorre ridurre notevolmente
la contaminazione ambientale da parte di oocisti, controllando, se possibile, lo
stato di portatore dei gatti domestici (oltre che di animali selvatici e
randagi), e si intensificherà, ciò che torna sempre utile nella profilassi di
tutte le malattie parassitarie, la lotta contro gli insetti in genere e
particolarmente contro le mosche. Né deve mancare una campagna permanente di
educazione sanitaria di massa tendente ad informare la popolazione in genere sui
rischi derivanti da cattive abitudini alimentari, quali l'ingestione di carne
cruda o poco cotta o consumo di frutta o ortaggi non lavati o da sconsigliate
abitudini a vivere a stretto contatto con animali domestici dei quali si
sconosce lo stato di salute. Importante è, del pari, il controllo sierologico
durante o dopo infezioni acclarate, al fine di ridurre, a seguito di opportuna
terapia, l'incidenza delle forme cliniche più gravi della malattia. Il D.M. del
5/7/1975 impone l'obbligo della denuncia alle Autorità sanitarie.
TERAPIA:
MAI ATTUARE LA CURA DI TESTA VOSTRA! E' SEMPRE IL VOSTRO MEDICO CHE VI CURA E
NON UN PC !
La terapia della toxoplasmosi deve essere estesa a tutte le forme cliniche della
malattia. t conveniente un trattamento che associ la pirimetamina a sulfamidici
o ad antibiotici quali la spiramicina. Ottimi preparati anche il cotrimoxazolo o
Trimethoprim che ha azione antitoxoplasmica ed induce arresto della
reduplicazione del protozoo. Viene somministrato a compresse, 4/die per 20-25
giorni, associato a spirimicina alla dose di 100 mg/kg/die. La pirimetamina si
somministra in dosi di 25 mg/die per 2-4 giorni associata alla
sulfametossipiridazina a dosaggio di 15-20 mg/kg/die.
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