TROMBOFLEBITE
appunti del dott. Claudio Italiano
Il tromboembolismo venoso L'embolia_polmonare
Una paziente giunge alla nostra attenzione presentando un dolore intenso alla
gamba, che appare calda e turgida; la paziente assume anticoncezionali orali, ha
avuto due aborti ed un solo figlio nato vivo, per altro, dopo una gravidanza
difficile che ha dovuto condurre sottoponendosi a terapia con eparina calcica,
secondo quando ci riferisce. Questi gli elementi. Facciamo mente locale,
raccogliamo le idee e formuliamo un’ipotesi di lavoro: si potrebbe trattare di
tromboflebite o di trombosi venosa profonda?
Defínizione: la trombosi venosa profonda è un’ infiammazione di vene
superficiali (epifasciali) con ostruzione trombotica delle vene colpite.
Viceversa nel caso siano interessate le vene profonde, parleremo di trombosi
venosa profonda (cfr Le vene_varicose )
Perché si determina la tromboflebite? Ed in quali sedi colpisce?
-Prevalentemente la tromboflebite colpisce le gambe, nella maggior parte dei
casi, almeno nel 90%, prevalentemente in caso della presenza di varici
preesistenti della grande e piccola safena, e anche dei loro rami collaterali;
la tromboflebite è scatenata da eventi come microtraumi, talora anche piccole
ferite o punture d’insetto.
- Altre volte sono interessate le braccia, specie dopo terapia infusionale con
cateteri venosi infetti tenuti a permanenza, oppure per iniezione/infusione di
soluzioni iperosmolari o di farmaci che irritano I'intima, in caso di infusione
di farmaci irritanti, per esempio nelle nutrizioni parenterale totale con
soluzioni elettrolito-aminoacidiche-glucosate ad alta concentrazione,
utilizzando un accesso venoso periferico (!!)
- Infine si parla di “Thrombophlebitis saltans sive migrans”, cioè di “
tromboflebite recidivante a localizzazione variabile” (anche braccia, raramente
crisi viscerale) a carico di vene non interessate da varici.
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Chi sono i soggetti a rischio per tromboflebite?
Si tratta di soggetti, dediti al fumo, che presentano uno stadio precoce di una
tromboangioite obliterante (M. di Winiwarter-Buerger, cfr AOCP); Altre volte la
tromboflebite esordisce improvvisamente come sintomo d'accompagnamento di
neoplasie maligne (ad es. carcinoma del pancreas). Certi pazienti, invece,
presentano una tromboflebite idiopatica delle vene toraciche laterali, che sono
visibili e palpabili come cordoni dolenti, il cui decorso si autolimita nel
tempo: M. di Mondor.
Sintomatologia e clinica.
Il paziente, come il nostro caso clinico, viene da voi perché ha un dolore
lancinante alla gamba, che appare torpida, come di legno, calda, con la pelle
lucida, talora con papule diffuse ai follicoli piliferi, e presenta il segno dei
cordoni venosi dolenti alla palpazione. Clinica: i segni classici, quelli della
infiammazione saranno rubor, calor, dolor, tumor. Se poi il processo flebitico
si diffonde dalle vene superficiali, tramite le perforanti, a quelle profonde,
allora si determina un’estensione della patologia che potrà interessare anche le
femorali profonde e le vene iliache (cfr tromboembolismo_venoso). A questo punto
compare un edema duro che si diffonde alla coscia e fino al basso addome. Può
anche darsi che alla tromboflebite si associ un’infezione batterica, specie se
le vene di superficie, presentano delle lesioni di continuo e se vi è la
presenza di ulcere flebo statiche infette, porta di accesso dei germi,
soprattutto nei pazienti anziani, defedati ed allettati, sottoposti nel tempo a
molteplici trattamenti antibiotici, col risultato di selezionare germi multi
resistenti ! In tali circostanze è facile che il paziente possa andare incontro
a sepsi, anche grave, col rischio di exitus, che può determinarsi per fatti
embolici polmonari (cfr embolia polmonare), con dispnea e dolore toracico
intenso.
Diagnosi.
Essa si avvale della clinica e dell’esperienza, poiché altre condizioni possono
simulare una flebite superficiale. Per esempio abbiamo avuto un caso di una
persona anziana con foruncolosi ed ulcere infette flebostatiche, scompenso
cardiaco e due gambe enormi con edema periferico declive per insufficienza
venosa inveterata che era anche diabetica, ma non aveva solo la tromboflebite !
Pertanto dopo la visita, è sempre indicato eseguite un’indagine ecocolordoppler
AA.II. venoso, condotta fino alle iliache e talora alla cava inferiore, oppure,
ancora meglio, un’angio TC.
Terapia
La prima cura è la prevenzione, nel senso che oggi nei reparti più attrezzati,
si evita di fare stare a letto il paziente per lungo tempo, e nel giro di 24 ore
si attuano una serie di regole preventive, come per esempio quelle di far
camminare il paziente, usare dei gambali pneumatici, oppure calze
elastocompressive, per favorire il circolo venoso. Con I'immobilizzazione c'è il
rischio che si formi un trombo per apposizione, sino al sistema venoso profondo!
Inoltre occorre rimuovere eventuali cause (ad es. cannule venose, cateteri. Se
la tromboflebite è recente, alcuni autori procedono con incisione, svuotamento
del materiale trombotico, fasciatura compressiva, mobilizzazione, se non è
recente, cioè inveterata di più di 7 giorni, allora è indicata la solo
fasciatura compressiva + mobilizzazione. Si procede quindi con trattamento
eparinico, che può essere effettuato in vena con eparina sodica o con eparina
frazionata; indicati sono anche gli antidolorifici e gli antibiotici giusti, in
genere quelli che funzionano sui gram positivi. La profiIassi si avvale di
elastocompressione graduata con apposite calze elestiche (per es. linea varimed
o sigvaris ecc.). Evitare inoltre la stazione eretta prolungata ed il fumo ed i
contraccettivi orali.
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