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Tutto ebbe inizio nel 1980…

La “grande avventura” del nostro gruppo iniziò nel 1980, quando Fabrizio, allora chierichetto dodicenne, disse a don Roberto che gli sarebbe piaciuto iniziare a frequentare il gruppo scout di Sant’Ambrogio, insieme ad alcuni compagni di scuola. Don Roberto, allora, pensò di aprire un gruppo ad Avigliana… chiese una mano ad alcuni ragazzi e ragazze più grandi, che frequentavano il CAI e, con l’aiuto del gruppo di Sant’Ambrogio, la nostra storia iniziò. Fabrizio Emmanuelli, insieme a Marco Ponti e Pietro De Andrea e agli aspiranti capi si ritrovavano in parrocchia il sabato, poi in treno o in bicicletta andavano fino a Sant’Ambrogio per fare attività insieme alle Squadriglie del Reparto verde-rosso, con il compito di imparare i segreti dello scoutismo, fino alla  grande avventura del campo estivo, nell’estate del 1981 in Val d’Aosta.

 

Anna Maria Perotti, una delle prime Capo, racconta: “In un primo tempo mi sentivo un po’ disorientata, un sacco di termini strani mi piombavano sulla testa, ma poco alla volta imparai, grazie soprattutto all’aiuto dei responsabili del Sant’Ambrogio: ricordo con affetto Luciana, Silvano, Claudio Barella e Claudio Tatti. In breve mi inserirono nella loro Comunità Capi e cominciai l’iter di formazione Capi”.

Il fascino dello scoutismo contagiò via via altri ragazzi e le prime ragazze (tra cui Eugenio, Giosi, Ciro, Lorenzo, Massimo, Massimiliano, Gianluca, Giorgio, Giacomo, Cristiana, Monica, Claudia, Patricia, Angiolina, Fabrizio Purgato, Alessandro), tutti sempre carichi di entusiasmo. Il problema maggiore era invece trovare altre persone maggiorenni interessate ad approfondire la metodologia scout per poter affiancare Anna: molti provarono, ma ben presto lasciarono, spaventati dalla responsabilità e dai numerosi impegni. Infatti gli “apprendisti Capi” accompagnavano i ragazzi in ogni loro attività, partecipare agli incontri di CoCa e di Formazione Capi insieme ai Capi del S.Ambrogio e agli incontri di Zona. Per aprire il nuovo gruppo di Avigliana era necessaria la presenza di un Capo brevettato, che avesse quindi concluso l’iter costituito da due campi scuola regionali ed uno nazionale. Racconta ancora Anna: “La mia salvezza (e quella del gruppo) fu Antonietta De Rosas: l’avevo conosciuta anni prima e ritrovata partecipando alle gite del CAI. Rimase colpita dalla sua intraprendenza e dal suo entusiasmo nel fare le cose. Era proprio la persona giusta. Riuscii a convincerla ad accompagnarmi nell’avventura dello scoutismo e con lei ritrovai l’energia per andare avanti e cercare nuove leve…mancava infatti ancora la figura maschile...ed ecco che arrivò Nicola Vinassa!”.

Dopo tre anni di affiancamento al Sant’Ambrogio, le avventure dei campi di Reparto del 1982 in Valle Argentera e del 1983 a Crissolo, finalmente nel settembre 1983 Anna ottiene il brevetto.

Con l’anno scout 1983-1984 l’Avigliana può finalmente aprire ufficialmente le sue attività nel cortile della Parrocchia di Santa Maria Maggiore, inizialmente con il solo Reparto, sotto la guida di Anna Maria Perotti, Nicola Vinassa, Antonietta De Rosas, primi Capi che vestirono il fazzolettone giallo-verde (giallo dal colore delle api, simbolo di Avigliana e verde ereditato dagli amici di Sant’Ambrogio). L’anno successivo i primi scout dell’Avigliana vivono il Noviziato con il Sant’Ambrogio (la Maestra dei Novizi è Antonietta, che nel frattempo si è brevettata) e via via arrivano nuove leve sia tra i ragazzi che in Comunità Capi, tra cui Concetta Cicala, Roberta Magnetto e Dario Panicco, che nel 1985 aprono il Branco.

il gruppo scout Avigliana1 nel 1983

In questi 22 anni ad Avigliana decine di bambini, bambine, ragazzi e ragazze hanno continuato a giocare il grande gioco dello scoutismo: il gruppo ha vissuto momenti di splendore e di difficoltà, riuscendo a superare i momenti critici grazie all’aiuto di tante persone (capi, genitori, amici), che hanno saputo mettersi in gioco, credendo nel grande progetto di BP, quello di “lasciare questo mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato”.

Tanto si può ancora fare su questa strada, cercando di “fare del proprio meglio per essere pronti a servire” giocando al gioco inventato 100 anni fa e, nonostante il tempo passato, ancora attuale.

Qualcosa è stato fatto, in questi 25 anni di nostra storia, grazie a tanti, tra cui i Capi (o “aspiranti tali”) che hanno portato il fazzolettone giallo-verde.

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