siamo chiamati come nella tragedia costantemente alle decisioni e siamo sempre sotto rischio, la tentazione della hybris; cambiano le condizioni: nel mondo antico, il rischio veniva dalla natura, l'improbabile veniva dalla natura e questo lo si chiamava destino, la potenza più forte che scomponeva i piani dell'uomo. Qui la situazione è cambiata, qui è l'uomo che immette rischio nella natura, qui sta la differenza di fondo: la rischiosità dentro una regolarità, è oggi la rischiosità all'aperto. C'è lo sfondo tragico, ma oggi l'uomo si trova più solo di fronte alla sua decisione, ciò rappresenta una radicalizzazione della tragedia.
L'uomo è più solo, e siccome è lui ad immettere rischio nella natura, a maggior ragione deve trovare dentro di sé la sua misura, sicché il motivo tragico della assunzione del limite oggi si configura molto determinatamente sotto la voce della responsabilità, oggi si parla di responsabilità nei confronti della natura. Mentre prima l'uomo era custodito dalla natura, oggi ne è custode; se volessimo dunque trovare una formula l'uomo è dunque in una situazione ipertragica
salvatore natoli, La tragedia greca e il Cristianesimo, intervista dell'erroneo