Le tecnologie della comunicazione pretendono di abolire ogni distinzione, di ingannare gli ostacoli del tempo e dello spazio, di dissolvere le oscurità del linguaggio, il mistero delle parole, le difficoltà delle relazioni, le incertezze dell'identità o le esitazioni del pensiero. Le evidenze dell'immagine, ritrasmesse da schermi molteplici, hanno forza di legge e instaurano la tirannia del presente. Le immagini vengono prima, sono spesso rincorse dal turista e spesso anche da chi scrive....
....Il rinvio di sé agli altri e degli altri a sé, che idealmente racchiude la definizione sia del viaggio che della scrittura, è oggi minacciato dall'illusione di sapere tutto, d'aver visto tutto e, soprattutto, di non avere più nulla da scoprire - minacciato dal regno dell'evidenza e dalla tirannia del presente. Eppure, anche se ne prendiamo coscienza solo in modo effimero e intuitivo, ci sono, nel mondo che ci circonda e in ognuno di noi, delle zone che resistono all'evidenza. Lo scopo del viaggio, lo scopo della ricerca letteraria, dovrebbe essere (e talvolta è), l'esplorazione di queste zone di resistenza. Esse esistono in noi stessi e fuori di noi, e non è escluso che tra questo interno e questo esterno esistano passaggi che bisognerebbe far emergere
Marc Augé, Narrazione, viaggio, alterità da Golem