GUARDANDO TE |
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Il maestro Cassano partecipò all'incisione suonando il pianoforte, strumento che fino ad allora non avevamo mai utilizzato. Tanto meno il clarinetto che è Bruno, sempre più poliedrico, a suonare. Bruno suona anche la chitarra, come sempre, in più canta da voce solista per la prima volta. (Io, a parte Vengono a portarci via ah! aah! avevo cantato tutte le altre canzoni). Nell'arrangiamento c'è un po' di tutto: trilli, fischi, stacchi e anche un bicchiere d'acqua in cui soffiammo con le cannucce, per simulare le bolle (nella parte sott'acqua). Di tutta la nostra attività insieme, delle tante e tante ore suonate dal vivo, rimane documentata solo Guardando te, su un nastrino, probabilmente durante una prova.
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Sto passeggiando in cielo e giù non torno più, qui si sta troppo bene e non mi vedrai più.
L'ho imparato guardando te e ora che ho provato non mi muovo più. E' inutile sperar che piova: le gocce scendono senza di me.
E or che son sott'acqua e non ti sento più è inutile che gridi non ti serve più.
La sola cosa che importa a me son tutti gli amici che ho trovato qui. E' inutile tirar le reti, tanto dentro non mi troverai.
Tra il cielo e il mare ancora decidere non so. Quello che m'importa è che tu non ci sei più.
E se non hai capito sai cosa devi far: ascolta ancora il disco e lo capirai!
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