Se un problema viene dichiarato "inesistente" perche' parlarne? 

La Repubblica di Hogwarts


Figaro



7 Agosto 2001

Abracadabra. In un simpatico film di qualche anno fa Michael Caine interpretò la parte di un manager di successo che involontariamente spinge un barbone sotto la metropolitana, uccidendolo, e se la squaglia nella folla senza avvisare la polizia per evitare grane. Ma soprattutto, scopre di non provare alcun rimorso davanti alla morte di quel poveraccio.

Conquistata cosi’ una magica consapevolezza di onnipotenza e impunità, Caine si dedica con gioiosa passione a far fuori prima la moglie, poi il capoufficio, fino al presidente della sua compagnia di cui finirà per prendere felicemente il posto. Il trionfo della magia nera.

Si ha talvolta l’impressione che anche la squadra di Silvio Berlusconi abbia studiato a Hogwarts, celebre scuola superiore di magia e stregoneria frequentata da Harry Potter e che il nuovo stile di governo del Paese consista nella messa a punto di una serie di seducenti incantesimi. 

Non c’è poi tanto bisogno di riformare ciò che non piace, affrontare le realtà antipatiche, sbrogliare matasse spinose. E’ sufficiente una magia di sparizione e, puff, la grana si smaterializza.

Prendete  il vertice della Fao programmato a Roma per il prossimo novembre. Perché scervellarsi per far sì che il vertice si svolga senza incidenti organizzando le cose per benino, forti anche della triste esperienza di Genova, mandando in piazza una polizia diversa da quella che abbiamo visto in azione al G8 e magari neutralizzando con largo anticipo i terribili black bloc? Meglio una magia di sparizione, cancelliamo il vertice e buonanotte.

Ci sono già numerosi altri casi in cui la bacchetta magica dei nuovi diplomati a Hogwarts ha funzionato a pieno regime. Nel caso della riforma del diritto societario affrontata dal governo con una urgenza stupefacente, come si sa e’ stato fatto sparire il reato di falso in bilancio come “reato di pericolo”. Puff.

Puo’ anche darsi che la legislazione in materia sia antiquata e abbia bisogno di qualche ritocco, come ha sostenuto non senza argomenti Ivo Caraccioli sul Sole 24 ore del 4 agosto, ma la magia di sparizione ha distrutto anche un messaggio piu’ generale di legalità, merce di cui il nostro Paese non dovrebbe essere mai privato. 

Interrogato in proposito mentre usciva dal dentista, il presidente Berlusconi sembra abbia commentato: “Io di queste cose non parlo”. Puff, sparite anche le spiegazioni del capo del governo al popolo curioso.

Potremmo continuare. Dal buco di bilancio del mago Giulio Tremonti (62 mila miliardi), annunciato in Tv e poi (magicabula) scomparso, alla legge sulle grandi opere infrastrutturali in cui si dice che il materiale di scavo inquinato da sostanze chimiche si può trattare come una normale spazzatura eliminando cosi’ il problema della messa a dimora dei rifiuti speciali (hocus pocus…), alla questione G8 di Genova che e’ costata la carriera a un paio di poliziotti (segamus  poliziottum) senza che si sia capito con chiarezza se l’ordine politico era quello di picchiare sodo quei rompiballe degli anti global o se davvero la violazione dei diritti costituzionali del cittadino (vedi caserma di Bolzaneto) è da attribuirsi solo a qualche decina di agenti intemperanti. 

Per tacere della opinabilissima legge che ha cancellato (zot…) le tasse sulle donazioni e sulle eredità, affermando il principio che chi nasce privilegiato ha tutto il diritto di rimanerlo, e chi nasce sfigato pure.

Infine (abracadabra, conflittus evaporatus…) il governo, a quanto sembra, ha semplicemente spazzato via dall’agenda delle urgenze la legge che dovrebbe regolare eventuali conflitti di interesse dei governanti. E’ chiarissimo. Basta non parlarne e tutto verra’ dimenticato.

Ci sembra uno stile di governo interessante. E ci chiediamo sinceramente se non abbia ragione Silvio Berlusconi a impostare in questo modo la sua azione di premier

In fondo, per risolvere i problemi non c’è nulla di meglio della loro eliminazione fisica. Problemi? Quali problemi?. Dove sono? Chi li ha visti? E’ noto che quando si viene sorpresi a letto con l’amante la miglior tattica e’ quella di negare, negare, negare sempre anche l’evidenza. 

Ci chiediamo, con genuina inquietudine, se per caso non abbiamo gettato via decenni di sudore su finanze allegre, stragi impunite, mafie sanguinose, intrallazzi economici, oscuri interessi su cui generazioni di giornalisti, di destra e di sinistra, hanno tentato di fare luce, non sempre con successo ma quasi sempre con buona volonta’. 

Se insomma non avremmo fatto meglio, guadagnando immensi capitali di serenita’, a ignorare l’informazione confidenziale, la segnalazione, la dritta di un carabiniere o di un giudice, la denuncia di un politico onesto. Puff…e tutto sarebbe sparito.

E’ un dubbio legittimo perchè forte è l’impressione che, dopo una campagna elettorale illusionistica (lo sono tutte, ma Berlusconi e’ solo stato piu’ bravo di altri a realizzarla) il passaggio successivo, cioè alla magia di governo stile Hogwarts, stia contagiando gran parte dell’opinione pubblica. 

Il tocco di bacchetta magica e’ tranquillizzante, l’eliminazione dei problemi, la dichiarazione di “non esistenza” di una questione corrisponde alla sua miglior soluzione possibile, è questo il piu’ seducente degli incantesimi.

Il governo di Hogwarts puo’ produrre tuttavia un’altra conseguenza preoccupante, o che almeno dovrebbe impensierire non poco noi giornalisti. Se un problema viene dichiarato “inesistente”, infatti, perche’ mai se ne dovrebbe parlare e discutere sui giornali? 

Come si vede siamo ormai ai confini della magia nera (Colui - che - non - deve - essere - nominato, per continuare con la saga di Harry Potter), che in questo caso puo’ coincidere con un incantesimo di addormentamento per neutralizzare il quale suggeriamo di lavarsi bene la faccia con l’acqua fredda e il ghiaccio ogni mattina prima di andare al giornale.  

E se ricevete via gufo una lettera che vi invita a frequentare un corso di specializzazione per giornalisti a Hogwarts, be’, sarebbe carino, lo sappiamo, ma fate uno sforzo e rispeditela al mittente.

Figaro



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