Continua anche a Berlino il successo del singolare noir metropolitano barese fuori concorso di Alessandro Piva "Lacapagira". Sabato sera, la sala berlinese era stracolma e la proiezione è stata accompagnata da molte risate ed applausi, anche grazie ai sottotitoli in tedesco. A Bari, il film, girato con un budget di soli due-trecento milioni, girato in super 16 e gonfiato a 35 millimetri e chiaramente autoprodotto, in una sola sala (il cimena Armenise), da dicembre ha incassato più di 200 milioni. La caratteristica del film è di essere girato in uno stretto dialetto barese, incomprensibile al di fuori dei confini pugliesi ed interpretato da una dozzina di attori con le più diverse esperienze alle spalle, dal cabaret al teatro, dalla televisione al cinema. Tutti accomunati dal fatto di essere baresi e quindi capaci di parlarne il dialetto, non quello teatrale o di scena, ma quello di strada, duro, a tratti violento.
La trama è incentrata sul percorso di un misterioso pacco di cocaina, dallo sbarco fino allo spaccio della droga, in una delle tante sale da gioco. Il pacco verrà perso, ritrovato ed infine rubato da un gruppo di tossici di passaggio. L'eccezionalità del film va ricercata nei personaggi e nelle situazioni: c'è il boss della città vecchia, c'è una bisca clandestina, c'è un vigile ed un
poliziotto e c'è sopratutto Bari, la Bari notturna, le zone morte e i punti oscuri della città, passando dai quartieri-ghetto alle discariche abusive, dai litoranei abbandonati ad i terreni incolti.
Il film non giudica, ma racconta e basta una delle tante storie di cui i giornali della Puglia sono pieni. |