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MERCOLEDI', 9 Settembre 1711 Rotto il muso a un maiale che ruvinava el formenton Compare nella Cancelleria Pretoria di Padova Giobatta Bodon fu Giobatta, detto Lotti, della Battaglia il quale chiede che sia verbalizzato un suo esposto. Racconta che aveva seminato un campo di formenton vicino alla sua casa e che in quello stesso appezzamento Antonio Canella lasciava che ogni giorno andassero i suoi animali porcini, che procuravano danni considerevoli. Alle sue esortazioni il Canella aveva risposto arrogantemente che i suoi animali potevano andare da per tutto. Proprio nella mattinata due maiali avevano invaso il suo terreno mettendosi a ruvinar il formenton. Accortosene, era corso a dare una bastonata a uno di essi rompendogli il muso e riuscendo così a scacciarli entrambi. Dopo di ciò, verso le disdotto (18 ora francese = 12,20 ora attuale), transitando davanti alla chiesa per recarsi alla sua bottega, incontrava il Canella il quale, vedendolo, sfoderava subito un coltello genovese, e altrettanto faceva suo cognato Bernardo Cestaro ch'era con lui. Il Bodon veniva assalito dal Canella che gli gridava adesso xe el tempo! Riusciva a mala pena a rifugiarsi nella bottega di Zuanne il sartore, mentre quei due da fuori urlavano di volerlo ammazzare. Quando finalmente se ne erano andati, il Bodon era uscito e, senza porre indugio, s'era avviato verso Padova per denunciarli. Passato il Ponte, scorse il Canella fermo dall'altra parte. Balzò avanti mettendosi a correre quanto più lesto poteva, inseguito da Canella che gli gridava che l'avrebbe ucciso, come avevano potuto sentire Bortolo Foschetto, Francesco Cavarzeran, Domenico Augusti e Bernardo Gasparetto. Evidentemente più lesto dei suoi furibondi inseguitori, il Bodon riusciva però a distanziarli e a portarsi verso Padova. Il Commento: Conoscendo i pronipoti di Canella vi posso assicurare che il Bodon non poteva avere altre alternative che correre, oltre a sperare di non incontralo più per strada. (UN VERO INCUBO) |