LA VIA DEI SIMBOLI


In risposta all'articolo del docente

Mi scuso per non avere inviato per tempo il mio commento, ma ho avuto bisogno di tempo per metabolizzare l'articolo.

Può un materiale divenire un simbolo?
Tempo fa ho letto su di una rivista di architettura un articolo scritto da Toyo Ito,che spiegava le motivazioni che l'hanno spinto a progettare e realizzare in quel modo l'Alluminium House. Di tutto l'articolo le parole che più m'hanno "toccato" sono state le seguenti: "..........Inoltre io sento una certa nostalgia per il regolare modello delle superfici in alluminio poichè mi ricordano le baracche costruite di fretta in cui le persone hanno vissuto dopo la Seconda Guerra Mondiale. Queste erano coperte con metallo corrugato che aveva lo splendore che questa casa assumerà nel tempo". Mi colpisce la parola "splendore" ,che insaporisce la frase con un velo poetico, malinconico, la malinconia di un epoca in cui a causa di un terribile disastro la gente ha trovato una immane solidarieta, una forza cieca per camminare, vivere, costruire in sintonia inseme solidamente: come una famiglia. Di qui forse la casa, una casa d'alluminio nella quale anche l'interno parla: contraddistinta da grandi lucernai imbutiformi che prendono luce dall'alto, e da uno spazio unico quasi privo di diaframmi che rende l'ambiente abbracciabile con lo sguardo. Spazi che dialogano fra loro. Proprio questo,secondo i proprietari, il difetto dell'abitazione: "la casa manca di privacy"
cordiali saluti


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