ALLESTIMENTO
DELLA RETROSPETTIVA THE ARCHITECTURE OF FRANK OWEN GEHRY, MINNEAPOLIS 1986
Curatore
M. Friedman, Walker art center.
La mostra,
che onora l'artista, é concepita in modo tale che il visitatore
abbia la sensazione di trovarsi in una delle sue architetture. Si entra
attraverso una ogiva ricoperta di scaglie ed illuminata da una lampada
in formica. Le opere sono contenute in spazi espositivi che tentano di
fondersi con esse grazie anche all'utilizzo di analogi materiali.
MUSEO
E FABBRICA DELLA VITRA, WEIL AM RHEIN, GERMANY 1987-1989
"Nessuna
paura è più stupida di quella che ci fa temere di uscire
dall'arte che esercitiamo. Non v'è pittura, né scultura,
né musica, né poesia, non v'è che creazione". Questa
la risposta di Boccioni al quesito "architettura o scultura?". Inizia un
nuovo ciclo nel lavoro di Gehry dove la fluidità delle superfici
e la dinamicità dei volumi, danno vita ad un'architettura plastica,
deformata.
EDIFICIO
DELL'AMERICAN CENTER, PARIGI 1988-1993
E' considerato
il capolavoro dell'architettura moderna. I molteplici volumi di differente
geometria che compongono l'opera ora si allontanano, ora quasi si sfiorano,
fondendosi. Il materiale privilegiato è la pietra, ma l'innesto
della pensilina in ferro e vetro da uno slancio verso il cielo. Lo spazio
pubblico é circondato ed avvolto sapientemente dalla plesticità
dei volumi, che lo inglobano.
SEDE DEGLI
UFFICI NAZIONALI OLANDESI, PRAGA 1992-1997
E' un
progetto complesso che ospita varie attività: salendo, esercizi
commerciali, uffici, un ristorante sulla cima. Nell'angolo del lotto convergono
due vie e si ricerca un punto di vista focale, dall'altra parte del fiume.
Anche in un ambiente caratteristico come Praga Gehry non accetta compromessi:
fa uno studio approfondito della città e di tutte le sue caratteristiche,
naturali ed architettoniche, per giungere ad un'architettura caratterizzata
da una forte deformazione d'angolo, dove il barocco della città
é spremuto fino all'essenza.
MUSEO
GUGGENHEIM, BILBAO 1991-1997
Gehry
sceglie come area per la sua realizzazione un'intersezione urbana, un'area
dismessa che si estende longitudinalmente lungo il fiume, sovrastata da
un cavalcavia, una zona a cavallo tra centro della città e zone
di espansione.L'idea principale del progetto è la concatenazione
tra i corpi che s'intrecciano con virulenza meccanica uno sull'altro. Viene
creata una piazza su cui gravita non solo la biglietteria al museo, ma
anche un piccolo auditorium, ristoranti e negozi. Ne risulta un progetto
strettamente connesso alla città e alle banchine sul fiume: ai migliaia
di automobilisti che percorrono giornalmente il Ponte sul Nevrion si apre
una delle più spettacolari creazioni plastiche mai costruite.
Un atrio
di 50 metri di altezza consente grandi installazioni e disimpegna tre livelli
di gallerie, un ampio ascensore e i vari corpi espositivi. Gli uffici,
i depositi e le altre funzioni si inseguono per terminare con un corpo
allungato e arcuato, alto 30 metri e lungo più di 100, che si incunea
sotto il ponte de la Salve. Gehry concepisce in rapidi schizzi e in successivi
bozzetti plasma la materia, verifica gli spazi, gli effetti tridimensionali,
il gioco dei cavi e dei pieni. Realizzato un modello soddisfacente si può
digitalizzarlo e realizzare un nuovo modello, questa volta elettronico,
che sarà la base di migliaia di altre verifiche e modifiche. La
più potente macchina inventata dall'uomo comincia a mantenere, anche
per l'architettura, le sue promesse.