IL primo lavoro di Terragni é la realizzazione dell'albergo Metropol di Como. Il suo compito é quello di rivestire le pareti esterne del primo piano e del piano terra in stile manierista. Usa un insieme di storpiature che gli comportano dei richiami da parte della commissione edilizia.
Nel 1927 realizza un monumento ai caduti in una località nei pressi di Como. Egli non dà un'interpretazione scultorea del monumento, ma interviene con una costruzione di carattere paesaggistico.
A cavallo tra il 1928 e 1929 egli compie un'azione di rivolta costruendo il blocco residenziale del Novocomun: l'edificio viene realizzato clandestinamente e completa l'edificazione di un lotto esistente; presenta una serie di elementi che ricordano l'edilizia tadizionale, ma dall'alta parte presenta segni di totale modernità. Terragni usa le stesse procedure che si riscontrano nell'arte classica (basamento, corpo d'elevazione, attico e copertura), ma rovescia il blocco rendendo dinamica l'architettura.
L'opera
di Terragni si evolve con coerenza verso una sempre maggiore astrattezza
e scomponibilità compositiva.
Il difficile
clima politico e culturale instauratosi negli anni '20 e '30, che bascula
tra classicismo e modernismo legato alle conquiste del settore industriale
e dell'edilizia sociale, fa da palcoscenico alla nascita della casa del
fascio. Egli parte dalla forma geometrica elementare, il cubo, reso dinamico
da una serie di operazioni di escavazione e riempimento. E' un'opera dove
si fa viva la contraddizione tra simmetria ed asimmetria, e tra dinamismo
e staticità. Egli ha in mente l'idea di una facciata profonda che
parte dal filo murario esterno per affondare a varie profondità,
ottenendo un campo molto chiaroscurato. Terragni riesce con le sue intuizioni
a conciliare ciò che apparentemente é inconciliabile: la
tradizionale tipologia urbana del palazzo e l'ostentazione parziale del
sistema costruttivo a traliccio portante in cemento armato.il volume rivestito
in marmo bianco è privo di ornamenti e presenta quattro facciate
ognuna trattata in maniera autonoma, non vi è ombra di retorica
totalitaria: nessun richiamo alla "romanità imperiale", nessuna
torre littoria, neppure un arengario per i discosi del duce. La monolitica
parete d'angolo rivolta verso la piazza, come la torre di un municipio
schematizzata e contratta, fa leggere l'edificio come l'audace trasformazione
della tipologia del palazzo comunale di origine tardomedievale. Nell'organizzazione
delle piante Terragni non lavora su un concetto di corte, ma sulla divisione
in tre bande dove la parte centrale, un ampio atrio a doppia altezza, è
quella che risolve il programma, ossia: "come avere una sala per le adunanze
molto grande all'interno e fare in modo che la gente nella sala possa fruire
liberamente con l'esterno".
Parallelamente
alla casa del fascio terragni compie un'esperienza progettuale con lingeri,
progettando e realizzando cinque case a Milano dovendo talvolta scendere
a compromessi con la committenza.
Una di
queste, la casa Rustici su Corso Sempione, rappresenta l'esperienza in
cui i due progettisti negano il concetto di casa a corte simbolo dell'edilizia
ottocentesca in cui bagni, cucine e locali tecnici si affacciavano verso
l'interno del palazzo, la corte. Il fabbricato presenta due volumi regolari
distinti posti ortogonalmente rispetto la strada; nel mezzo c'é
il vuoto e ai due blocchi corrisponde una scala d'accesso alla quale si
accede tramite un unico corridoio comune. A collegare i due blocchi, una
galleria sospesa sopra la quale si trova l'attico che si estende sui due
corpi.
Nelle case unifamiliari le operazioni sintattiche di Terragni sono molto più comprensibili poichè tali case rappresentano l'evoluzione di un rapporto dialettico tra volume ed elementi liberi.
Il
Danteum é una macchina evocativa, architettura atipica e allegorica
dove Terragni ragiona sulla forma della spazialità architettonica
che ruota attorno ad una interpretazione metaforica della divina commedia.
L'architettura segue un percorso ascenzionale che segue un andamento spiraliformein
cui le persone attraversano l'opera letteraria.
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