Brano
migliore: The Masterplan Voto: 7 Recensito il: 11/98 |
Come spesso accade, i lati-b dei singoli sono dei veri e propri forzieri, dove gli artisti depositano alcune delle loro perle che, per una ragione o per un'altra, sono state costrette a vivere nella penombra. Ecco dunque The Masterplan, vero e proprio album dei ricordi di Noel Gallagher, dalla cui penna sono uscite canzoni che hanno fatto storia, spesso in luoghi e circostanze talmente curiosi che sarebbe un peccato non conoscere. Per esempio, spiega Noel "Acquiesce" (b-side di "Some Might Say") è stata scritta su un treno per Manchester che si era fermato all'improvviso. Siccome ci sarebbe stato un ritardo enorme, ho tirato fuori la chitarra e ho buttato giù l'intro". "Underneath the Sky" ("Don't Look Back In Anger"), invece, è stata composta in un appartamento preso in affitto a Camden Town "A dire, il vero" chiarisce Noel "il pezzo centrale è uguale ad una canzone dei Kinks. Ma mi piaceva un sacco, così, siccome avevamo bisogno di brani nuovi, prima di entrare in studio per le sessioni di (What's The Story... Morning Glory?), ci ho costruito intorno parole e musica". Non solo il luogo, ma anche le circostanze possono essere bizzarre, e rivelano retroscena curiosi e divertenti. "The Swamp Song" ("Wonderwall") ne è un esempio lampante: "Il nostro fonico stava diventando sordo, durante il missaggio (giuro che è vero), e abbiamo iniziato a suonare questo pezzo per provare i livelli. Paul Weller era lì, e gli abbiamo chiesto di suonare la chitarra". Ma anche "I am The Walrus" ("Cigarettes & Alcohol"), brano dei Beatles, registrato dal vivo, nasconde particolari inediti: "Mi devo scusare col pubblico, ma gli applausi sono stati presi da un mio vecchio bootleg dei Faces. Giuro che non volevamo fregare nessuno". Di "Listen Up" ("Cigarettes & Alcohol"), Noel dice che è stata suonata solo una volta, dal vivo, "perché il batterista proprio non ce la faceva, a starci dietro". The Masterplan raccoglie anche brani che gli Oasis scrissero prima ancora di avere un contratto discografico, come "Going Nowhere" ("Stand By Me"): "Questa parla di tutto quello che avremmo fatto non appena la Creation ci avesse dato un bel mucchio di soldi". Soldi che, come prima cosa, sono serviti a Noel per comprarsi un bel po' di telefoni nuovi: "Devo avere un'ossessione. Tutte le mie vecchie canzoni parlano di telefoni, come "Rockin' Chair" ("Roll With It"). Quello che avevo a Manchester doveva essere proprio strano". Per Noel, però, alcuni brani non meritavano neanche di occupare il retro di un singolo. È il caso di "Stay Young" ("D'You Know What I Mean?"): "Perché sia sull'album, proprio non lo so. Non mi piace per niente, ma a Liam sì. Gli piace come canta, su quella canzone". "Headshrinker" ("Some Might Say") e "The Masterplan" ("Wonderwall"), al contrario, non meritavano di occupare un posto all'ombra: "Nella prima, adoro soprattutto i backing vocal. Mi piace il suono di quella canzone. La seconda, invece, penso che sia la migliore che abbia mai scritto. Adoro ogni singola nota e ogni singola parola, e davvero non so perché Liam non abbia voluto cantarla". MAX MALAGNINO (tratto da Rockstar) |
Il
capo-hooligan in persona, Noel Gallagher, ha dichiarato, per la prevedibile
felicità della casa discografica: "E’ una raccolta per il mercato americano, ma
hanno deciso di pubblicarla anche in Europa. Non compratela, tanto non abbiamo
bisogno di soldi".
Il maggiore dei due fratelli d'oro della musica inglese sottovaluta il fatto che
il mercato dei singoli o degli EP, fuori dall’Inghilterra non è così sviluppato,
e tutto sommato questa compilation fa cosa gradita ai fans del quintetto di
Manchester.
Pensando invece a chi fan non è, cominciamo col dire che in questa raccolta c'è
molto rock e poca fantasia. Ma gli Oasis non sono Prince né Frank Zappa, e di
questa che alcuni potrebbero considerare una debolezza, si fanno vanto, e la
elevano a punto di forza. Noel, con determinazione feroce, scava attorno a un
numero limitatissimo di sequenze di accordi, convinto com’è che la verità si
trovi in John Lennon e non nelle più acrobatiche invenzioni di Paul McCartney. E
quello che sorprende è che una volta che si accetta di giocare sul loro campo,
gli Oasis riescono a convincere che hanno ragione loro: "Stay young" e "The
Masterplan" entrano in testa in un attimo, e la mente fa loro posto volentieri.
Per forza, il posto era già pronto: non c’è brano tra queste B-sides che non
rimandi a quelli già pubblicati sui tre album "ufficiali": si veda "The Swamp
song", definita nel booklet "esercizio di riscaldamento per le sessions di 'Be
here now'". E a sua volta, tutta la produzione degli Oasis ha il Dna della
canzone-totem, la beatlesiana "I am the walrus" che compare in una esecuzione
molto (troppo, forse) acida. La cosa buffa è che, se lo volessero, gli Oasis
potrebbero adottare qualche scaltrezza negli arrangiamenti e "stupire il
borghese" (vedi la versione di "Fade away" pubblicata sull'album pro-Bosnia
"Help").
Ma gli Oasis borghesi non sono: "working class heroes" britannici,
contraddittori, sporchi, poco furbi, eppure decisi, con le scarse armi di
quattro accordi, a lanciarsi in una "champagne supernova"...
(tratto da Rockol)