IL NOVECENTO
Agli
inizi del 1900 e precisamente nel 1902, furono iniziati i lavori per il
prolungamento dei percorsi della Vesuviana, da Pompei e San Giuseppe, fino a
Poggiomarino; lavori che furono completati ed inaugurati il 28 novembre
1904. Fu allora che la ferrovia da Vesuviana divenne Circumvesuviana, perché
riusciva a circondare il Vesuvio con i percorsi
Napoli‑Ottaviano‑Poggiomarino e
Napoli‑Pompei‑Poggiomarino. La Circumvesuviana fu elettrificata
nel 1924 rendendo più veloci i collegamenti e compiendo un ulteriore
miglioramento delle vie di comunicazione di Poggiomarino con gli altri
centri. La Circumvesuviana in un'epoca in cui non vi erano molti mezzi di
comunicazione rappresentò un elemento fondamentale per l'incremento
demografico del paese. Si può notare come in quegli anni di forte
emigrazione verso gli Stati Uniti e di forte mortalità dovuta a varie
epidemie (febbre spagnola, colera), alla guerra 1915 ‑ 1918, invece di
registrare come in altri paesi forti riduzioni di popolazione Poggiomarino
può vantare una aumento di popolazione, piuttosto consistente. Un altro
episodio significativo per giustificare tale incremento di popolazione è
l'eruzione del Vesuvio del 1906. Poggiomarino come testimoniano le cronache
dei giornali dell'epoca fu scelta a coordinare le operazioni governative
di soccorso e qui furono raccolti i profughi di Terzigno, San Giuseppe
Vesuviano, Ottaviano. Poggiomarino, pur subendo forti ondate migratorie tra
la fine del XIX e gli inizi del XX secolo e poi dopo la I guerra mondiale,
non ha avuto mai decrementi di popolazione, anzi la sua crescita è stata
costante, a mano a mano che venivano migliorati i collegamenti con gli altri
centri e le coltivazioni dei terreni. È stato, e lo è ancora un paese ad
economia prevalentemente agricola, anche se l'occupazione in agricoltura è
andata progressivamente calando col mutare delle condizioni di vita del
paese. Il censimento dell'agricoltura del 1982 faceva registrare ancora 1233
aziende agricole. Si tratta di piccole aziende, in maggioranza con
superficie inferiore ad 1 ettaro e con manodopera familiare. Le coltivazioni
principali sono ortaggi e nocciole. In questi ultimi anni si sono fortemente
sviluppate le colture di serra e sono sorte a fianco alle aziende piccoli
capannoni per la preparazione dei prodotti per la commercializzazione,
soprattutto nei mercati del nord. Il reddito derivante dall'agricoltura è
divenuto remunerativo per questi nuovi agricoltori, mentre per la maggior
parte i redditi familiari sono integrati da pensioni e provvidenze statali.
L'edilizia
è in forte ristagno, ma assicura sopravvivenza a molte famiglie, che vi si
impiegano alternando questo lavoro all'agricoltura. La situazione abitativa
è sufficiente perché il paese può vantare circa un vano per abitante.
L'edilizia, piuttosto che concentrarsi nella costruzione di nuove case,
dovrebbe espandersi nel recupero del vecchio patrimonio abitativo e sulla
costruzione di opere pubbliche di cui il paese ha un gran bisogno. Non sono
molte infatti le strutture pubbliche.
Se
si eccettua il Municipio ed alcune scuole, mancano opere di urbanizzazione
primaria (rete fognaria per acque nere) e secondaria (verde, impianti
sportivi). Il censimento dell'industria e artigianato del 1981 registra
circa 718 piccole unità locali, in massima parte concentrate nei piccoli
commerci alimentari e di abbigliamento, con circa 1300 addetti. I servizi
sono assai sparsi a causa della posizione geografica del paese al confine
tra la provincia di Napoli e di Salerno. Il paese dipende da più distretti
e ciò rende difficile e caotico lo svolgimento delle pratiche con i vari
uffici zonali.