“Molti nemici molto onore”

 

 

Contestualizzazione storica

Durante il periodo della dittatura fascista, il partito organizzò sul territorio la popolazione raggruppandola all’interno di formazioni, spesso di tipo paramilitare, che garantivano a tutti i livelli un efficace controllo, la canalizzazione del consenso e l’attuazione della fascistizzazione dello stato.

Dal PNF, infatti, dipendevano la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale e le organizzazioni dipendenti come l’Opera nazionale dopolavoro (promuoveva attività per il tempo libero), l’Opera nazionale balilla e la Gioventù italiana del littorio (per l’inquadramento dei giovani), la Federazione fascista delle massaie rurali e i Fasci femminili (per l’organizzazione delle donne).

 

ANALISI FORMALE DEL MESSAGGIO

L’immagine complessiva è divisa in due parti, non esattamente uguali: lo spazio maggiore è dedicato al simbolo della 6^ divisione (un enorme fascio littorio che sembra sorgere con il sole e illuminare le acque del Tevere e l’intera città di Roma), mentre quello minore ai componenti della compagnia. La divisione dell’immagine in due parti è marcata da una fascia nera con una scritta in bianco, che cita il motto: “Molti nemici molto onore”.

La parte destra dell’immagine, giocata sulle diverse sfumature di rosso, rappresenta le silhouette di un corteo formato da universitari, riconoscibili dal loro cappello a punta, dalla milizia con il Fez e infine dai soldati con l’elmetto. Tutti i diversi membri del corteo sono chiaramente armati e portano gagliardetti con iscrizioni che ne identificano la provenienza.

Nella parte sinistra, più ampia di quella precedente, si proietta dal basso verso l’alto un raggio di luce gialla con varie gradazioni, che fa da sfondo ad un fascio littorio e ad un’enorme scure anch’essi colorati in gradazione con il giallo dello sfondo luminoso. Il fascio littorio era uno dei principali simboli del fascismo e voleva segnare il profondo legame del regime con l’antico Impero Romano a cui il fascismo si ispirava. Sul fascio spicca la scritta “6° divisione CC.NN. Tevere”.

Nella parte inferiore di questa immagine si gioca ancora con le suggestioni delle silhouette perché viene disegnata una parte di Roma (riconoscibilissimo il lungo Tevere, i ponti e la cupola di San Pietro sullo sfondo) all’alba. E’ proprio la luce data dal fascio littorio a simboleggiare l’inizio di un nuovo giorno per la città.

Non è prevalentemente un manifesto bellico ma esprime, comunque, una preparazione alla guerra anche in un momento di pace, verificabile dalla presenza del corteo armato.

 

 

SCOPO DEL MESSAGGIO

Questo manifesto è stato creato per pubblicizzare la 6^ divisione CC.NN. Tevere di Roma ed è indirizzato ai cittadini romani e al popolo italiano in genere, come segnale di forza di questa particolare divisione e di esempio per le altre. Il codice utilizzato è molto efficace, perché il manifesto è soprattutto disegnato, prevalentemente, con colori caldi (giallo e rosso) e giocato sulle suggestioni misteriose date dalle silhouette.

Tutto questo, unito allo slogan “Molti nemici molto onore” sta ad indicare la visione del potere da parte dei fascisti che ritenevano il fatto di avere molti nemici un punto d’onore, perché rafforzava il loro senso di appartenenza ad un gruppo di eletti che ritenevano un punto qualificante il fatto di essere odiati proprio perché migliori degli altri, invidiati. Avere molti nemici, inoltre, permetteva –di poter dimostrare la loro forza.

La presenza preponderante e simbolica del fascio luminoso (fascio = unione = forza; fascio = raggi = sole = giorno nuovo) riafferma proprio questa idea di compattezza, di unione e di violenza che appare chiaramente dalle immagini e dallo slogan.

 

 

MESSAGGIO = molti nemici molto onore

CANALE = manifesto

EMITTENTE = 6° divisione CC.NN. Tevere

RICEVENTE = popolazione di Roma e fascisti in genere

REFERENTE = la presenza di organizzazioni fasciste paramilitari che raccoglievano tutte le fasce di cittadini  

CODICE = Prevalentemente visivo, descrittivo

SCOPI = dare un senso di forza e di profondo legame sia con il fascismo che con l’eredità della Roma classica