Struttura terrazzata I
Com. Zubiena, fraz.Ferreri, località "villaggio
africano"
UTM - 32T 0423708 - 5039665
La pulizia archeologica, con alcuni piccoli saggi di scavo,
dell'area interessata dalla struttura è stata effettuata nel Marzo 2002 da A.
Gabutti (archeologa), A. Vaudagna, G. Zublena e C. Pella. La superficie di
m.25x17 comprendente: masso inciso, sorgente e terrazzamento è stata dapprima
disboscata, quindi decorticata dall'humus mettendo in evidenza la superficie a
ciottoli.
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L'area indagata presenta una accentuata pendenza da SO verso NE.
Questa caratteristica morfologica ha comportato una difformità costruttiva
nella Struttura I
che è composta da due terrazzamenti a monte e da tre a valle (C), misura m. 14 x 14 e
l'altezza dei muri , che presentano sul lato NE un andamento curvilineo, varia
da 70 a 110 cm. Una piccola frana nel muro del terrazzo superiore (E) e alcuni sondaggi hanno
permesso di stabilire che l'intera struttura è stata costruita in ciottoli
posti a secco, non è quindi una semplice muratura di contenimento di cumuli di
discarica delle aurifodinae romane.
Una rampa porta dal piano di base al terrazzo inferiore
e si prolunga verso SE in una piattaforma lunga oltre 40 m. (non visibile nello
schizzo) costituita da un sedimento fluvio-torrentizio (ciottoli in matrice
sabbioso-limosa) probabilmente ascrivibile all'Unità di Vermogno
(sedimento aurifero). Tre gradini a grossi ciottoli piatti (G) collegano il terrazzo
inferiore a quello superiore, il terrazzo medio
appare quindi come un'appendice di quest'ultimo al quale è collegato da un
gradino (H)
e da una rampa (I)
fiancheggiata a NO da massi. Il terrazzo superiore è anche
accessibile da un ingresso, costituito da due gradini separati da un
pianerottolo a grandi ciottoli piatti (K), situato difronte al masso inciso al quale è collegato da una
striscia di terreno geologicamente simile a quella della piattaforma SE. I muri
SO ed SE sono dotati di un rinforzo a scarpa in ciottoli decimetrici, con
grossi elementi prismatici collocati in appoggio agli angoli (F).
Sull'asse mediano del terrazzo superiore, leggermente
sopraelevato, sono allineati quattro piccoli cumuli di ciottoli (un quinto è
decentrato) con foro centrale (O); due avvallamenti, uno rettangolare ed uno trapezioidale (M, N) incidono le superfici, altri
due, semicircolare e rettangolare (L), il terrazzo medio. Una serie di buche risparmiate
nella muratura sono contigue agli angoli (P) ed ai massi che fiancheggiano la rampa I.
Il piano di calpestio appare regolarizzato mediante rivestimento
di ciottoli subdecimetrici associati a sedimento limoso-argilloso.
Il masso (A) porta alcune coppelle ed uno scutiforme, immediatamente a valle
fu canalizzata una sorgente ora inaridita. Questi due elementi sono delimitati
a NO da una muratura a secco che muore, quasi ad angolo retto contro un
accumulo di ciottoli, contenuto dal proseguimento del muro del terrazzo
medio. Questo accumulo, cosparso di piccoli erratici, occupa per
intero lo spazio tra la struttura I e la sorgente. La muratura è apparentemente più tarda dato che
interferisce con la canalizzazione della sorgente.
Altri resti di murature, non ancora indagate, sono presenti a
valle del lato meridionale del terrazzo inferiore, al bordo di un cumulo
di discarica della miniera.
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La presenza di una copertura continua di ciottoli residuati dai
lavori di coltivazione del giacimento aurifero sulla quasi totalità della
Bessa, ha impedito la formazione di strati consistenti di humus che avrebbero
potuto proteggere i reperti archeologici certamente esistenti in superficie e
che furono asportati fino ad anni recenti; l'assenza di ritrovamenti nell' area
non costituisce quindi un' eccezione. Tuttavia l' indagine eseguita ha permesso
di stabilire che la costruzione è interamente composta da ciottoli e dotata di
una struttura molto complessa incompatibile con utlizzi per scopi agricoli
(come fino ad ora ritenuto per tutte le strutture diverse dai "fondi di
capanna"). Una collocazione cronologica successiva al termine dei lavori
minerari è quindi difficilmente ipotizzabile. Il collegamento dell'ingresso K con
il masso inciso, mediante una striscia di terreno a superficie piana (Unità
di Vermogno?), può anzi far pensare che vi sia una consequenzialità tra
questo e la struttura, in considerazione della presenza di incisioni rupestri.
Queste incisioni la cui morfologia denuncia una esecuzione mediante strumento
di ferro sono con elevata probabilità originate dalla presenza della sorgente
(sacra?), il cui inaridimento deve essere stato causato dai lavori di scavo del
giacimento, dato che si trova attualmente posizionata ad un livello più elevato
del terreno circostante.
A completamento dell'indagine sarebbe opportuno condurre sondaggi
alla base dei muri SO e SE per stabilire il rapporto tra questi ed il contiguo
sedimento di ciottoli ed effettuare una analisi geologica dei terreni
costituente la piattaforma SE e il collegamento tra l'ingresso K ed il masso inciso.
Alberto Vaudagna