Viaggio in Croazia e Bosnia 1998

Viaggiatori: Io e mio padre
Durata del viaggio: 11 – 20  Settembre
Mezzo utilizzato: Panda 750
Città di partenza: Catania



 
 
La Jugoslavia è stato un luogo che mi ha colpito sin da piccolo. La prima volta in cui sono stato li era il 1981. Non è che abbia grandi ricordi di allora però qualcosa mi era rimasta impressa: i tuffatori del ponte di Mostar, i venditori di pannocchie a Sarajevo, il parco di Plitvice, le strade tortuose del Montenegro, le antiche vie di Dubrovnik. Da allora ho sempre pensato di ritornarci, ma mai avrei potuto immaginare quello che sarebbe successo li a partire dal 1991. Alla fine sono ritornato in un posto che non è più Jugoslavia, in un posto dove sono sorti confini inimmaginabili mentre questi cadevano nel resto dell’europa, ma in un posto che per me rimane sempre la terra degli “Slavi del sud”.

La nave per Dubrovnik parte da Bari alle 22 dell’11 Settembre. Il peggior viaggio della mia vita! Credo che il mare fosse forza 8 o giu di li. Arriviamo a Dubrovnik alle 6 del mattino senza avere chiuso occhio. Il nostro programma però prevede di partire subito per Sarajevo e fermarci qui al ritorno. Cosi ci mettiamo in macchina e partiamo. La strada (che francamente ci ricordavamo un pò migliore) risale lungo la costa croata e per un breve tratto attraversa il territorio bosniaco precisamente nella zona di Neum.
La strada continua per altri 20 Km prima di giungere al bivio per Sarajevo. L’ultima città croata che incontriamo è  Metkovic. Dopo di che ci aspettavamo di trovare il confine con la Bosnia. In realta scopriamo che il posto di frontiera è ancora in costruzione e l’unico segno dell’avvenuto passaggio di confine ci è dato dalla presenza di una camionetta dell’ONU. Siamo in Bosnia-Herzegovina. La parte che stiamo attraversando è abitata a maggioranza da croati. Gia dai primi Chilometri percorsi abbiamo la testimonianza diretta di come nei fatti lo stato bosniaco non esista: chi vive qua si sente croato e lo dimostra riempendo vie e piazze di bandiere che differiscono da quella ufficiale della Croazia solo per una forma leggermente diversa dello scudo. Ogni tanto comunque si vedono anche le bandiere della federazione bosniaca, cosa invece che non accadrà quando attraverseremo il territorio della Repubblica Serba di Bosnia. Verso le 9.30 giungiamo nella città di Mostar. E’ qui che ci rendiamo conto veramente di cosa sono stati 4 anni di guerra per questa regione. Fino ad ora avevamo incontrato qualche casa bruciata ma nulla più, attorno la vita era come quella di un qualunque paese. A Mostar invece interi quartieri sono rasi al suolo e abbandonati. Qui la linea del fronte ha spaccato in due la città, da una parte i Musulmani e dall’altra i croati. I primi erano maggioranza nella parte vecchia della città, i secondi in quella nuova. Accecati dall’odio ,quest’ultimi non hanno avuto rispetto neanche per i monumenti di quella che era anche la loro città e cosi nell’aprile del’93 hanno deliberatamente bombardato e distrutto il bellissimo ponte medievale che univa le due sponde del fiume Neretva. Tutto questo per dividere le due zone abitate in prevalenza da musulmani. Per chi si accinge a intraprendere un viaggio in questi luoghi non vi consigliamo di stazionare a lungo a Mostar.

Il fatto che la citta sia praticamente divisa in due rende la situazione particolarmente esplosiva: basti ricordare che durante i mondiali del ’98 per festeggiare la vittoria della Croazia ai quarti, i croati cominciarono a sparare verso la zona musulmana e in quell’occasione una ragazza rimase uccisa.Lasciata Mostar ci dirigiamo verso Sarajevo dove giungiamo intorno alle 13,30. La prima immagine che abbiamo è quella dei palazzi distrutti che tante volte abbiamo visto in tv. Qui i quartieri distrutti si trovano in periferia dove d’altronde passava la linea del fronte. Al centro sono chiaramente visibili i segni di quattro anni di bombardamenti ma la vita è quella di una qualunque città europea. Se cercate una sistemazione economica rassegnatevi, qui non si trovano camere per meno di 75.000 lire a persona. Probabilmente questo è dovuto alla scarsa affluenza di turisti per cui gli unici alberghi aperti sono almeno a tre stelle e ospitano in prevalenza funzionari dell’ONU e giornalisti. La sistemazione più economica che abbiamo trovato è all’Hotel Belvedere che si trova nella via Visnik 2(il numero di telefono è 664877-    per chi chiama dall’Italia). Sarajevo è una città tranquillissima che ha molto da offrire anche dal punto di vista della vita notturna. Sinceramente non ricordo i nomi dei vari pub o disco pub però basta andare nel centro storico (Starigrad) e avrete solo l’imbarazzo della scelta.
Sarajevo. Città vecchia
Se vi piace il cinema, qui i film vengono proiettati in lingua originale quindi prevalentemente in inglese, ma non mancano i film in italiano(a suo tempo davano “il ciclone”). A nord e ad est di Sarajevo comincia la Repubblica serba: sia dalle scritte sui muri che dalle bandiere esposte si capisce come i serbi si sentano totalmente estranei alle istituzioni della federazione. Pale, capoluogo dei serbi di bosnia durante la guerra, paesino a circa 10 Km da Sarajevo assomiglia molto ai nostri paesini di montagna, eppure qui si nascondono i ricercati numero 1 dal Tribunale dell’Aja per crimini nella ex Jugoslavia ovvero Radovan Karadzic e Mlatco Mladic. Noi personalmente ci siamo limitati a fare un giro con la macchina senza scendere e vi consigliamo di fare egualmente. Stesso discorso vale per il monte Trebevic e per tutta la zona boschiva attorno a Sarajevo: il posto merita senz’altro di essere visitato però la presenza ancora di campi minati spesso mal segnalati consiglia di non allontanarsi dalla strada asfaltata.
Plitvice
Il 13 mattina ripartiamo da Sarajevo e attraversiamo tutta la Bosnia verso Bihac dove giungiamo verso le 17. Si tratta di un paese molto piccolo che potrete visitare in non più di un ora. Proseguiamo quindi verso il confine dove, a differeza del punto in cui siamo entrati, troviamo un posto di frontiera. Siamo di nuovo in Croazia e ci dirigiamo verso il parco di Plitvice. Arriviamo verso le 19 e ci mettiamo in cerca di un albergo. Anche qui non è che avrete molto da scegliere: i prezzi sono contenuti ma si tratta sempre di alberghi dalle due stelle in su. Qualunque sia il vostro itinerario non potete non passare da qui. Vi consiglio di arrivare come ho fatto io nel tardo pomeriggio e di cenare presso uno dei ristoranti tipici della zona e l’indomani avrete tutto il tempo di visitare il parco. La foto che vedete non é sufficiente a rendere la bellezza del posto.
L’indomani partiamo in direzione Spalato. La strada principale è quella che porta a Zara e poi lungo la costa verso Spalato e probabilmente è la via migliore. Noi invece abbiamo optato per la strada interna che passa da Knin. Questo paesino era la capitale dei secessionisti serbi della Krajna dal 1991 al 1995 ,anno in cui l’esercito croato in appena una settimana riprese il controllo del territorio e costrinse alla fuga circa 500.000 serbi. Francamente non c’è gran che da vedere qui e quindi vi consigliamo di passare da Zara che sicuramente garantisce maggiori attrattive.
A Spalato trovate ogni tipo di sistemazione, dalle camere affittate dai privati a circa 30.000 a persona all’albergo di lusso. Noi abbiamo preferito alloggiare nella cittadina di Trogir, a circa 10 Km da Spalato presso l’albergo Villa Jadran( sito in “put Gospe Kraj Mora 23,tel.385 021 885452)  dove abbiamo trovato una camera doppia con servizi inclusi e televisore a 30.000 lire a persona. Trogir è un paesino in stile veneziano molto frequentato dagli abitanti della zona di Spalato soprattutto la sera, si mangia dell’ottimo pesce e se vi recate nel periodo estivo c’è una caratteristica arena cinematografica che si trova all’interno di un antico forte. A Spalato la città vecchia si trova all’interno delle mura di Diocleziano. Da visitare anche il campanile del duomo da cui è possibile vedere tutta la città.
Il 18 mattina proseguiamo verso Dubrovnik lungo la strada che discende la costa croata. Arriviamo intorno alle 12.30. Se vi accontentate di una sistemazione fuori città trovate facilmente le camere affittata dai privati come a Spalato, altrimenti ci sono solo alberghi a tre stelle. Dubrovnik vecchia è una città fortificata in stile veneziano. Dal settembre ’91 è stata per un anno sotto l’assedio dei serbi e pesantemente bombardata. Degli ingenti danni causati rimangono però solo le cartoline. Il governo croato infatti è stato repentino a cancellare ogni traccia della guerra in modo da permettere un pronto rilancio del turismo, grossa fonte di reddito per l’economia croata. Tuttavia all’ingresso della città una mappa con tutti i palazzi colpiti serve a ricordare la sorte toccata ad una città proclamata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità.
Di sera a Dubrovnik
E’ l’ultima sera del nostro viaggio. La trascorriamo in uno dei tanti ristoranti tipici dove a poco prezzo vi daranno tanto di quel pesce  che alla fine non riuscirete a mangiarlo!
Il 19 alle ore 12 parte la nave per Bari dove arriviamo alle 18. Ma è solo un arrivederci. Sperando che il nuovo corso politico in Serbia ed in Croazia contribuisca ad una normalizzazione dei rapporti tra le etnie degli “slavi del sud”.

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