Uragano rosso - di Tom Clancy


autore recensione: Ombra

"Uragano rosso" ("Red storm rising") è stato scritto da Tom Clancy nel 1986. Beh, direi che due parole sull'autore sono doverose…
Tom Clancy è più di un semplice scrittore: è un'industria. Non solo perchè la sua produzione letteraria è decisamente vasta, visto che il suo primo successo mondiale, "Hunt for Red October" (conosciuto in Italia come "Caccia a Ottobre Rosso" o "La grande fuga dell'Ottobre Rosso"… misteri della traduzione…), è del 1984, e che da allora ha pubblicato quasi un romanzo all'anno (qualche titolo a caso: "Il cardinale del Cremlino", "Attentato alla Corte di Inghilterra", "Pericolo imminente", "Paura senza limite", e poi la serie di "Op-Center"…), cui si aggiungono vari saggi, tutti di argomento militare ("Stormo da caccia", "Cavalleria Corazzata", "Dentro la tempesta"…) , ma anche e soprattutto per il modo decisamente sapiente in cui ha costruito attorno al proprio successo letterario un autentico impero economico.
La sua impresa, la Jack Ryan Enterprises Ltd. include una casa di produzione cinematografica (cui si deve una serie di film con protagonista Harrison Ford, negli intrepidi panni di un agente della CIA di nome, appunto, Jack Ryan) e una software house, la Redstorm Entertainment, cui si devono i popolari videogiochi della serie "Rainbow Six" (nei quali il giocatore, alla guida di una segretissima organizzazione internazionale, deve combattere spietati terroristi pianificando assalti e combattimenti, fin nei minimi dettagli se necessario).
Clancy è noto anche per essere 'lo scrittore ufficiale della CIA'… a quel che si dice, infatti, i servizi segreti americani fornirebbero allo scrittore dettagli difficilmente accessibili al pubblico riguardo procedure e organizzazione dell'Agenzia, permettendo in questo modo allo scrittore di aumentare plausibilità e realismo nelle proprie storie, e Clancy contraccambierebbe facendo fare, nei propri libri, ogni volta bella figura agli agenti segreti americani. Quanto c'è di vero? Non saprei… certo, quando Clancy, per scrivere "Il cardinale del Cremlino", sparse la voce che gli sarebbe stata utile una planimetria, o magari una foto satellitare, di una segretissima installazione sovietica nel Caucaso, per ambientarvi al meglio alcuni capitoli, qualcuno gli fece arrivare foto e planimetrie direttamente sulla scrivania con tanti complimenti…
Come si è visto, da diversi dei romanzi di Clancy sono stati tratti dei film. Perché, dunque, parlarvi di "Uragano rosso", e non per esempio di "Caccia a Ottobre Rosso", titolo senz'altro più familiare a molti di voi? Beh, per prima cosa a me "Uragano rosso" piace di più. E poi, anche il fatto che non se ne sia fatto un film è di aiuto, visto che così posso parlarvene senza ripetere cose note.

La storia in breve: nell'Unione Sovietica (il romanzo è ambientato in un'epoca in cui la 'cortina di ferro' era ancora in piedi, vale a dire la metà degli anni '80…) un gruppetto di terroristi (afghani, tra l'altro… vai a parlare di coincidenze…) distrugge in un attentato suicida la più grande raffineria di petrolio dell'intero Paese.
Ingenti sono i danni e le perdite, ma la cosa più grave è che, senza la raffineria e il relativo campo estrattivo, l'URSS non è più in grado di fornire riscaldamento e energia ai cittadini e al contempo garantire il carburante per le Forze Armate. Il Politburo, pur di non compiere la drammatica scelta di dove destinare il carburante disponibile (meglio il freddo per milioni di cittadini, o aerei e carri armati fermi con i serbatoi vuoti nelle proprie basi?), decide di intraprendere una azione militare per occupare una vasta area del Medio Oriente, onde sfruttare i giacimenti di petrolio là presenti. Ma prima di fare questo, è indispensabile - agli occhi dei dirigenti di Mosca - fare in modo che la prevedibile reazione della NATO venga impedita. Viene così messo a punto un complesso piano denominato 'uragano rosso', che prevede una 'maskirovka' (manovra diversiva) a livello politico per fare abbassare la guardia ai Paesi occidentali, un finto attentato al Cremlino, per il quale accusare il governo della Germania Ovest, e infine l'occupazione dell'Islanda (per minare il controllo americano sull'Atlantico e permettere ai sottomarini sovietici di impedire i rifornimenti navali dall'America all'Europa) e la contemporanea invasione della Germania da parte delle divisioni corazzate sovietiche. Ma i servizi segreti occidentali riescono almeno in parte (e anche, bisogna dire, con una certa fortuna - ad esempio un colonnello delle spetnaz (le truppe speciali sovietiche) con in tasca i piani di attacco a un centro di comunicazioni della NATO che attraversa la strada senza guardare nel centro di Aquisgrana e si fa investire da una macchina…) a intuire i piani sovietici, e quella che nelle intenzioni di Mosca doveva essere una campagna rapida ed efficace si trasforma in una guerra a tutto campo tra la NATO e il Patto di Varsavia… e queste sono solo le premesse.
In quasi ottocento pagine, Clancy sfodera tutta la propria competenza in campo militare per raccontarci quasi "minuto per minuto", attraverso gli occhi di tanti protagonisti, come avrebbe potuto essere una Terza Guerra Mondiale (non nucleare) tra le due superpotenze.

Diciamolo subito: questo romanzo, come quasi tutti quelli di Clancy, non è decisamente una lettura che tutti possano apprezzare. Se siete appassionati di cose militari, e se siete cresciuti a pane e film di James Bond, allora andate pure tranquilli: Clancy fa per voi. Tutti gli altri troveranno questo romanzo inutilmente prolisso, vagamente reazionario, noioso, pesante, con personaggi banali, e in generale privo di qualunque interesse. A Clancy possono essere mosse molte accuse: di essere un fanatico militarista, omofobo, e pure un po' maschilista; e anche di essere insopportabilmente verboso e pedante quando si parla di argomenti che a lui interessano (è capace di tenervi due pagine a parlare di come si manovra un sottomarino nucleare…). Probabilmente, le accuse sono anche vere, cionondimeno le sue doti di narratore non possono essere messe in discussione, e neppure la sua profondissima conoscenza dell' ars militaris e del lavoro dei servizi segreti. Ripeto: se questi argomenti destano il vostro interesse, allora leggete tranquillamente questo "Uragano rosso", e poi magari anche qualcuno degli altri romanzi di questo scrittore. Se invece non vi interessano, evitate di buttare soldi, c'è senz'altro di meglio per voi in circolazione.
In Italia i romanzi di Clancy sono tutti pubblicati da Rizzoli nella collana SuperBuR. Il prezzo è di circa 10 € a libro, la reperibilità facilissima (nei centri commerciali è facile anche trovarli scontati…).

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