Diaframma 64, Corso di Fotografia

PER SCRIVERE UN MESSAGGIO E-MAIL
david.donnini@ELIMINA.tin.it
[Togli "ELIMINA." dall'indirizzo]


TORNA INDIETRO
TORNA ALLA HOME PAGE
GALLERIE FOTOGRAFICHE

"IL CONTRASTO"
Testi e fotografie: David Donnini


[fig. 1]

Qualunque fotografia, a colori o in bianco e nero che sia, è caratterizzata. fra le altre cose, da un certo grado di contrasto. Questo deve essere inteso come la distribuzione delle gradazioni di chiaro e scuro, nel senso che:

1 - l'accostamento violento di toni molto chiari a toni molto scuri, con una scarsa presenza di toni medi è definito alto contrasto,

mentre, al contrario,

2 - l'accostamento morbido di toni medi leggermente degradanti, con una scarsa presenza dei toni estremi è definito basso contrasto,

Si osservi l'immagine sopra (fig. 1), che mostra una veduta del Palazzo Vecchio, a Firenze: essa è un classico esempio di contrasto medio-alto, con una distribuzione equilibrata dei toni dal bianco al nero, ed una presenza bilanciata di toni medi. Se invece osserviamo la seguente immagine:


[fig. 2]

Noteremo che essa è stata impoverita nella gamma tonale, in quanto prevalgono i toni medi, mentre gli estremi del bianco puro e del nero puro sono scomparsi. La foto ha un contrasto troppo basso e non può essere considerata buona. Adesso osserviamo ancora un'altra immagine:


[fig. 3]

Noteremo che in essa sono stati sacrificati i toni medi a vantaggio degli estremi bianco puro e nero puro. La foto ha un contrasto troppo alto e non può essere considerata buona.

Osserviamo adesso la seguente figura, che è chiamata scala delle zone di grigio:

[fig. 4]

Essa mostra una serie di 11 zone che, partendo dal nero assoluto (0), va fino al bianco assoluto (10), attraverso 9 diverse gradazioni di grigio (1-9), fra cui il valore (5) rappresenta il valore intermedio, che potremmo definire a metà strada fra il bianco e il nero. I toni 0, 1 e 2 sono chiamati "bassi"; i toni 3, 4, 5, 6 e 7 sono chiamati "medi"; i toni 8, 9 e 10 sono chiamati "alti"; i toni alti insieme a quelli bassi sono chiamati "estremi".

Eseguiamo adesso una analisi delle fotografie [1], [2] e [3], in base alla distribuzione delle zone di grigio:

distribuzione equilibrata dei toni da 0 a 10

distribuzione da 2 a 9 con prevalenza dei toni medi

distribuzione da 0 a 10 con prevalenza dei toni estremi

Una fotografia, per essere buona, deve necessariamente avere una distribuzione dei toni corrispondente al grafico della figura [1], ovverosia una presenza perfettamente bilanciata di tutte le zone di grigio.
In realtà questa regola canonica, può non essere sempre valida. La distribuzione delle zone di grigio dipende necessariamente dal soggetto che è stato fotografato e dalle condizioni di luce ambientali.
Pertanto possono esistere fotografie in cui la distribuzione privilegia i toni alti o quelli bassi senza che si possa accusare un difetto. Abbiamo rispettivamente i casi del "high-key" (prevalenza di toni alti con quasi totale assenza di toni bassi), e del "low-key" (prevalenza di toni bassi con quasi totale assenza di toni alti).

HIGH KEY
distribuzione da 5 a 10 con prevalenza dei toni alti e totale assenza dei toni bassi

LOW KEY
distribuzione da 0 a 10 con prevalenza dei toni bassi e presenza molto limitata di toni medi e alti

Come si può tenere sotto controllo il grado di contrasto di una fotografia? E' possibile ottenere il contrasto desiderato e, soprattutto, correggere un eventuale difetto di contrasto presente sul negativo?
Il modo migliore per ottenere il giusto grado di contrasto sulla stampa fotografica è senz'altro quello di ottenere un buon negativo. Un buon negativo, da questo punto di vista, è un negativo ben esposto, ovverosia né troppo chiaro né troppo scuro perché, nell'uno e nell'altro caso, alcune aree (quelle troppo bianche o quelle troppo nere) portano ad un appiattimento delle differenze nei toni di grigio e all'impossibilità di recuperare i dettagli di tali differenze tonali anche tramite accorgimenti di stampa.
Attenzione al fatto che, come la sovra- e la sotto-esposizione portano a problemi di contrasto, anche il sotto- e il sovra-sviluppo della pellicola portano a problemi di contrasto, facendo diventare il negativo rispettivamente troppo chiaro o troppo scuro e eliminando le gradazioni tonali in certe aree.

Partendo possibilmente da un buon negativo, molti accorgimenti possono essere osservati in fase di stampa. Innanzitutto la moderna tecnologia della carta multigrade, permette di ottenere ben 11 diversi livelli di contrasto (0 - 0,5 - 1 - 1,5 - 2 - 2,5 - 3 - 3,5 - 4 - 4,5 - 5) sempre con la stessa carta, semplicemente cambiando opportune mascherine colorate da inserire nel cassetto dei filtri presente sull'ingranditore. Questo offre la possibilità di ottimizzare i valori tonali del grigio, del nero e del bianco, nella stampa finale, ed anche di correggere per compensazione eventuali eccessi o difetti di contrasto presenti nel negativo, sempre che questi non siano troppo accentuati.