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UNA FOTOGRAFIA Testi e immagini: David Donnini Cos'è la corretta esposizione. Ogni qual volta si scatta una fotografia è necessario esporre la pellicola ad una quantità di luce tale da non avere né una immagine troppo scura sul negativo (immagine sovraesposta che apparirà troppo chiara sulla stampa), né una immagine troppo chiara sul negativo (immagine sottoesposta che apparirà troppo scura sulla stampa).
Questo controllo si ottiene tenendo conto della luminosità della scena che stiamo per riprendere, della sensibilità della pellicola, del diaframma e del tempo di esposizione. In pratica ogni scena reale, tenuto conto della sua luminosità, deve essere fotografata con valori di a - sensibilità della pellicola b - diaframma c - tempo di esposizione tali da ottenere una fotografia che non sia né troppo scura né troppo chiara. In genere, se abbiamo una pellicola da 100 ISO, e se stiamo fotografando alcune persone al sole, in una piazza di città, è probabile che il giusto valore del diaframma sia f/11, e che quello del tempo di esposizione sia 125 (un centoventicinquesimo di secondo). Ora si tenga presente una regola fondamentale della fotografia: non ha assolutamente senso considerare il valore del diaframma da solo, indipendentemente da quello del tempo di esposizione, e tutti e due indipendentemente da quello della sensibilità della pellicola. Sensibilità, diaframma e tempo hanno senso solo come valori considerati in gruppo e, se vogliamo cambiare il valore di uno di essi, dobbiamo cambiare opportunamente anche il valore degli altri. In pratica non ha senso limitarsi a dire: "questa fotografia deve essere scattata col diaframma f-8", perché il valore del diaframma da solo, se non è accoppiato ad un opportuno valore del tempo di esposizione, e se non si conosce il valore della sensibilità della pellicola, non ha alcun significato ai fini di una corretta esposizione della pellicola. Fortunatamente la maggior parte delle macchine moderne contiene un sistema di misurazione, detto appunto esposimetro, che ci informa se la regolazione della coppia diaframma-tempo è corretta per la quantità di luce disponibile e per la sensibilità della pellicola. In genere ci sono delle lancette o delle cifre luminose (led), visibili nel mirino, che segnalano la corretta regolazione del diaframma e del tempo di esposizione. Spesso appare una luce verde quando la regolazione è corretta. Comunque ogni modello di macchina ha il suo sistema e il fotografo dovrà imparare a familiarizzare con la sua fotocamera. Le macchine automatiche non richiedono un intervento cosciente da parte del fotografo, perché sono progettate per regolare automaticamente il valore corretto del diaframma e del tempo di esposizione. Esse rendono molto più facile l'esecuzione di fotografie in situazioni in cui la rapidità è essenziale: fotogiornalismo, riprese sportive... Ma quando si devono eseguire paesaggi all'aperto o foto in studio, come ritratti, nature morte, allora è quasi meglio disinserire l'automatismo completo e adottare il sistema semiautomatico o manuale, per avere un controllo cosciente degli effetti ottenuti. Esercizi sulla corretta esposizione (una parte difficile e importante!). Torniamo alla fotografia che abbiamo ipotizzato poc'anzi, i valori di sens./diafr./tempo erano rispettivamente i seguenti ISO 100, f/11 e t 125, che nello schema qui di seguito sono elencati nella riga A:
Se osserviamo la riga B possiamo notare che il diaframma è stato aperto di un valore, da 11 a 8, la qual cosa fa entrare più luce nella macchina. Nello stesso, però, il tempo è stato leggermente accorciato di un valore, da 125 a 250, la qual cosa fa entrare meno luce nella macchina. L'effetto combinato di queste due modificazioni, una contraria all'altra, è che la quantità di luce che entra nella macchina non è cambiata e, in definitiva, usare i valori della riga A, o quelli della riga B, per scattare la foto, è perfettamente indifferente. Alle stesse conclusioni possiamo arrivare osservando i valori della riga C, qui il diaframma è stato chiuso di un valore (da 11 a 16) e il tempo allungato di un valore (da 125 a 60), e il risultato finale è che, anche questa volta, la luce destinata a colpire la pellicola sarà sempre la stessa dei casi A e B. Osserviamo ora i casi D ed E, sempre mantenendo come punto di riferimento la riga A, noteremo che in ciascuno dei due casi è stato cambiato solo un dato: o il diaframma, o il tempo. Se abbiamo capito come funziona questo meccanismo, ci renderemo facilmente conto che ciò non va bene, non è possibile cambiare uno solo dei valori senza "compensare" opportunamente anche l'altro. Infatti, nel caso D otterremo una foto leggermente sovraesposta (perché il diaframma è più aperto), mentre nel caso E otterremo una foto leggermente sottoesposta (perché il tempo è più corto). Spostiamo adesso la nostra attenzione sui casi F e G. Noteremo subito che questa volta abbiamo a che fare con un'altra pellicola, di sensibilità maggiore: 200 ISO. Poiché è cambiato il valore della sensibilità, non potremo più usare, sempre per la stessa fotografia, gli stessi valori di diaframma e tempo del caso A, altrimenti otterremo una immagine sovraesposta. Sarà dunque necessario far giungere un po' meno luce sulla pellicola, e questo si ottiene in due modi: o chiudendo il diaframma di un valore (da 11 a 16), ed è il caso F, oppure abbreviando il tempo di un valore (da 125 a 250), ed è il caso G. Esercizio 1. Stabilire quale delle seguenti triplette equivale alla prima:
Prima tenta di risolvere questi esercizi, poi vai a vedere le risposte corrette: RISPOSTE |