In Italia ci sono persone che vorrebbero ammazzare il Presidente della
Repubblica e poi chiedono di essere da lui ricevute per lamentare la scarsa
attenzione dei media nei loro confronti; persone condannate in via definitiva
ed ancora indagate per altre imputazioni in Spagna ed Italia che parlano di
fumus persecutionis contro di loro...
Di esempi ce ne sarebbero tanti.
Evidentemente il vittimismo paga: lo sport nazionale preferito consiste nel recitare la parte delle vittime quando invece si è carnefici. Noi, invece, che vittime siamo davvero (ma che abbiamo uno stile più serio, nuovo e concreto) facciamo i carnefici.
Perché siamo vittime
Cerchiamo di spiegarci: tutti gli episodi di boicottaggio sin qui riportati erano oggettivi dati di cronaca presentati con lo stupore di aver smosso la polvere delle stanze del potere e non con la rabbia (vera o finta) dei danneggiati... Ma ne mancava uno e forse il più grave: pur avendo avuto l'autorizzazione del Sindaco a poter svolgere dei "banchetti" per la raccolta delle firme, essi non sono stati effettuati per l'assenza di figure autenticanti, cioè per mancanza di quei personaggi che per legge possono (solo loro), ma non sono tenuti, autenticare le firme per la presentazione delle candidature. Abbiamo contattato tutti i consiglieri ed assessori comunali e provinciali di cui siamo riusciti ad ottenere i numeri e siamo riusciti a parlare direttamente con loro. Questi sono stati in alcuni casi spietati, ma almeno molto onesti ("Io autentico solo le firme dei miei"); in altri hanno esibito scuse palesemente inverosimili (la peggiore: "Non sono sicuro di essere autorizzato a farlo"). Non abbiamo invece contattato tutte quelle figure che, come risulta dall'interpretazione autentica della legge in materia elettorale effettuata da parte del Prefetto di Pisa, hanno limitazioni territoriali (quindi non possono svolgere quella mansione dove noi possiamo tenere il banchetto) o di competenza (possono autenticare solo le firme di particolari categorie di cittadini, molto ristrette).
In che modo facciamo i carnefici
Dopo aver scartato in partenza l'ipotesi di spendere milioni di lire in compensi per i vari notai che volta per volta fossero stati con noi, abbiamo deciso di raccogliere ugualmente le firme, nonostante non ci sia nessuno ad autenticarle. Questo perché l'articolo 51 della Costituzione Italiana recita che: "Tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza". Limitare questo accesso solo a chi si può permettere di spendere notevoli somme di denaro o solo a chi è scelto dalla discrezionalità dei pubblici ufficiali incaricati delle autentiche ci sembra profondamente in contrasto con il principio sancito dalla legge fondamentale dello Stato. Pertanto anziché lamentarci dei boicottaggi li aggiriamo: intendiamo presentare ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale per far abolire o quantomeno sospendere il primo comma dell'articolo 1 della Legge 28 aprile 1998, n. 130 (quello che definisce le figure autenticanti) e per far coprire il conseguente vuoto legislativo estendendo il principio di autocertificazione stabilito in materia di semplificazione delle certificazioni amministrative dal Decreto del Presidente della Repubblica 20 ottobre 1998, n. 403.