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Capanna 2000 -
Val D'Arera - Passo Gabbia
Un brevissimo strappo su un costone erboso porta
all’inizio della Val d’Arera che ci accoglie con i suoi ampi ghiaioni
perennemente tormentati dall’aggressività dell’erosione. Il sentiero
attraversa, pianeggiante, macereti che in ogni stagione offrono interessanti e
preziose fioriture tra cui primeggia la rarissima ed esclusivamente bergamasca Linaria
tonzigii i cui piccoli fiori gialli, simili a piccole bocche di
leone, raggruppati all’estremità dello stelo sono avvolti da una morbida,
caratteristica lanugine. Le tiene spesso compagnia un altro endemismo
tipicamente bergamasco: il Galium montis-arerae a gruppi di
fiorellini bianco giallastri. A queste s’affiancano altre specie non meno
interessanti come la candida Arabis
pumila, l’elegante Viola dubyana a fauce
gialla, il dorato Papaver
rhaeticum, l’azzurra e delicata Campanula
cochleariifolia, il vistosissimo Doronicum
grandiflorum.
Le meraviglie però non finiscono qui poiché il ricco panorama vegetazionale
della Val d’Arera è un continuo susseguirsi di specie botanicamente molto
interessanti quali il raro Allium insubricum dai penduli fiori
rosso porpora, la violacea Aquilegia
einseleana, la curiosa e rara Athamanta
cretensis, con numerose ombrelle di piccolissimi fiori biancastri, le
profumatissime infiorescenze della Gymnadenia odoratissima, i fiorellini blu
cielo della panciuta Gentiana
utriculosa, la deliziosa Campanula raineri i cui
ciuffi dipingono di un tenue
viola glicine il freddo grigiore delle rupi e, mai segnalato per le Orobie, l’Allium
ericetorum dalla cui globosa infiorescenza giallastra fuoriescono stami con
antere arancione.
Completano il quadro floreale della Val d’Arera bianchi gruppi di Saxtfraga
hostii e Saxifraga caesia, gialli cuscinetti di
Saxifraga aizoides,
infiorescenze rossastre di Valeriana montana, le globularie, il giallo solare
degli eliantemi, ed ancora i curiosi fiori porporini della Pedicularis giroflexa
e quelli giallo solfini della rara Pedicularis adscendens, la non comune Primula
glaucescens tipica di alcune montagne lombarde, la dorata e carnosa Primula
auricula, le rosate sfumature della Gypsophila repens, i violacei tappeti dell’Acinos
alpinus, le robuste fioriture dell’Adenostyles glabra, i minuti e tenaci
fiorellini bianchi dell’Hutchinsia alpina accanto a quelli violacei del
Thlaspi rotundifolium, i frequenti cespi di Rhododendron
hirsutum. Ma per avere
una visione più completa di questo primo tratto del Sentiero dei Fiori sarebbe
necessario elencare tantissime altre specie dalle orchidee ai salici, dalla
rarissima Minuartia austriaca all’Achillea clavenae, dall’Horminum
pyrenaicum alla Crepis kerneri.
Superata con una breve salita la Vai d’Arera si sfiorano alcune roccette
tappezzate da una policroma vegetazione alpina dove spiccano il bianco del
Cerastium latifolium e della Dryas octopetala, il giallo della minuscola Viola
biflora e dei pulvini carnosi della Saxifraga aizoides, il rosso del
Rhododendron hirsutum, mentre ai bordi del sentiero rispuntano i cuscinetti di
Hutchinsia alpina e, nella giusta stagione, si aprono al sole le rosse e
luminose corolle della rara Silene
elisabethae.
Il sentiero continua pianeggiante attraversando un breve pascolo d’altitudine
in cui trovano il loro ambiente di vita orchidee, sassifraghe, genziane e specie
tipiche dei pascoli d’alta quota. Si perviene così al Passo Gabbia (m. 2050).
Davanti a noi, alla base di possenti bastioni di roccia, si estendono i vasti
ghiaioni del Mandrone e qui, oltre al bellissimo panorama, allietano il
visitatore le non comuni fioriture di Hedysarum hedysaroides dalla slanciata
infiorescenza rosso porpora, i nivei mazzetti dell’Anemone narcissiflora, il
delicato Linum alpinum, fragile nei suoi petali color di cielo e il sempre
ammiratissimo Leontopodium alpinum, la vellutata stella alpina che suscita
curiosità ed emozione anche negli escursionisti meno attenti alle bellezze
della natura alpina.
Tratto
da: "Sentiero dei Fiori" di Claudio Brissoni
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