Le fortificazioni

Le mura che cingono praticamente tutta la città sono costruite in pietre e malta di argilla. Gli accessi alle fortezze erano assicurati da vie anche rotabili, che salivano serpeggiando lungo le pendici delle alture, varcando ogni tanto qualche linea fortificata. Si avevano avamposti, baluardi lineari multipli, opere avanzate, ingressi a gomito, porte a tenaglia, torri interne, ecc.. Gli ingressi a gomito erano corridoi di accesso percorribili solo sotto il tiro degli assediati; le porte a tenaglia erano erano contraddistinte da una serie di porte battenti su pilastri; le porte ad imbuto, avevano l'accesso largo che pian piano si restringeva, verranno riprese in altre fortificazioni mediterranee; i terrapieni a scarpa erano inclinati, di terra battuta, destinati a proteggere il piede delle mura; mura a cremagliera erano formate da un muro verticale, concepito in modo da seguire l'andamento irregolare dei margini superiori di un'altura.

All'interno dell'acropoli la massima opera difensiva era il Mastio, posto in prossimità dell'ingresso, aveva la funzione di estremo rifugio.

L'opera avanzata consisteva in una grossa torre o fortino, costruito davanti alle mura, con la funzione di fiancheggiamento o protezione. L'opera avanzata di Monte Sirai risale al V sec. a.C. ed è di probabile invenzione cartaginese, distava alcune decine di metri dal corpo principale dell'acropoli ed era ad esso collegata da un braccio di muro il quale doveva impedire l'accerchiamento da parte dei nemici.

All'interno dell'acropoli, erano gli alloggiamenti della guarnigione, le scuderie ed i magazzini, allineati lungo vie appositamente rettilinee ed addossati alla parete interna delle mura in casematte. A Monte Sirai le casematte sono state trovate solo all'interno dell'acropoli, raggruppati in quattro grandi isolati, mentre in altri centri come Pani Loriga le casematte erano addossate anche esternamente alle mura.

Monte Sirai è una delle fortezze sparse per tutta la Sardegna, probabilmente è la più grande, anche se molto più piccola come città, rispetto a quelle costiere, sembra comunque da calcoli approssimativi che nel periodo punico essa potesse ospitare dai 500 ai 600 soldati, questi erano mercenari provenienti da tutto il Mediterraneo, invece in comandante e gli ufficiali erano sempre cartaginesi. La fortezza forse faceva parte di una serie di fortezze che impedivano l'accesso alle popolazioni interne dei Protosardi che vivevano nelle montagne dell'iglesiente alla zona della città di Sulcis, le altre fortezze erano: Sa Turritta di Serucci (Gonnesa), Monte Crobu (Carbonia), Corona Arrubia (Nuxis), Pani Loriga (Santadi) Porto Pino-Porto Botte (S. Anna Arresi). Da esse si dominano le vie di accesso al Sulcis.


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