La prima casa che Ghery realizza in questa fase è una ristrutturazione di una casa in stile olandese c’era un operazione di assemblaggio. Un qualcosa che andava contro tendenze.
D’all’inizio all’assemblare, c’è un filone con la Pop-Art o meglio espressionismo astratto americano che era quella cosa che era nell’aria. Negli anni 80’ la parola d’ordine era contesto, c’è una maniera di entrare in rapporto con il contesto quindi con il circostante e Ghery trova il motore giusto.
Spaziare
Ora il centro dell’attenzione di Ghery diventa spaziare. La forma diventa narrativa ed espressiva, ma diventa anche evocativa. Nella sua architettura in opera stiramenti, distorsioni, quasi una natura morta di Moranti.
Ghery mette una tensione formale, forme le tre componenti (spaziare, separare, assemblare), taglia quasi con il bisturi la forza della fessurazione. A meta degli anni 80’ inizia l’avventura del digitale.
Nel 86’ Ghery mostra la fase del fondere cioè si rimette in gioco. La massa e i volumi tendono a collidere. Per Bilbao Ghery sceglie l’area. E’ un intersezione urbana, un’area caotica che nessun architetto di percorso classico avrebbe mai scelto. C’è la capacita di dinamicizare lo spazio, l’ambiente per farlo squillare, un idea che ha permeato Ghery. L’architettura è un principio scultoreo e architettonico.