La Via dei Simboli
La ricerca dell'eternita?
Passano
i secoli ma la volontà dell' uomo di lasciare ai posteri dei segni tangibili
rimane immutata.
Cambiano i presupposti e i contesti come , giustamente, ha sottolineato lei ma
rimane il desiderio
insito nella nostra natura di dimostrare un...qualcosa.
Sicuramente e , aggiungo, fortunatamente ogni singolo individuo può
interpretare , secondo la propria cultura e la propria indole , questi segni
lasciatici.
Personalmente ancora non sono ancora riuscito a "vedere" il
Guggenheim come un nuovo simbolo!
Forse i miei preconcetti su Gehry o il fatto che sia così recente sono stati
per me un "vincolo" non da poco.
Credo che la monumentalità e il simbolismo , soprattutto, nell'architettura
vadano conquistati nel tempo.
Utzon è stato avvantaggiato dal fatto che l'Australia è sempre un paese
"nuovo", e un' architettura così ...diversa e vivace in un paese
ancora incontaminato (architettonicamente parlando) non poteva non produrre un
impatto sulla gente e sul mondo così vivido e riconoscibile.
Chi è che , pensando al paese dei canguri, non materializza nella propria
mente l'immagine dell' Auditorium e della sua non canonica forma!?
Quello a cui voglio arrivare è che non tutte le architetture o macchine o
fabbriche nate per un preciso scopo, riescono poi a segnare i nostri animi!
L'esempio della "barca incagliata" è molto calzante...che cosa ci
voleva dire Renzo?
Forse che Amsterdam è un posto di mare?
Quì c'è un simbolismo spicciolo e gratuito.
A Bilbao c'è qualcosa di più pensato e ricercato, ma io ancora non l'ho
colto!