Light Architecture

Dal virtuale al reale!


 

 

Sono passati tanti anni, ma ricordo perfettamente il senso di abbandono e di angoscia che le rovine dei Fori mi suscitavano nelle ore notturne, quando a dare “fasto” a quei ruderi c’erano dei lumicini lugubri e inutili, visto che non sarebbero riusciti ad illuminare nemmeno la mia cantina, e in più quell’ “abbondanza” di luce riusciva a tenere lontano quelle strane situazioni che spesso, di notte, si possono incontrare in una grande città .Oggi, anche se non completamente , gran parte dei monumenti di Roma sono valorizzati sia da un restauro vero e proprio ma anche da un’illuminazione studiata che né mette in risalto la grandiosità!Con questo non voglio fare una critica alle amministrazioni del passato ma solo mettere in risalto, con un esempio tangibile, quello che, una progettazione semplice e poco onerosa, può contribuire a  risolvere.Ed è proprio di questo nuovo modo di intendere la progettazione che si occupa la Light Architecture.

Il testo “Light Architecture” è un compendio di grande impatto per chi desidera calarsi in un modo di fare architettura figlio dell’epoca che stiamo attraversando, un epoca in continua evoluzione in cui la velocità, l’apparire e la tecnologia sono diventati elementi fondamentali. Gianni Ranaulo ,autore del libro ed esponente fondamentale di questo “movimento”, ci descrive con semplicità e scorrevolezza tutto ciò che stà dietro a questo nuovo modo di fare architettura sia dal punto di vista teorico che da quello pratico. L’informatica, l’informazione, l’energia e le nuovissime tecnologie sono diventate, nel giro di un decennio, delle categorie di base da cui partire che investono non solo l’architettura ma ogni aspetto della quotidianità.

Se vogliamo ,oggi , possiamo concretizzare quello che quasi un secolo fa i vari Boccioni, Balla, Sant’Elia, Marinetti avevano ipotizzato per la loro epoca! Oggi i progetti più famosi riguardano le stazioni, gli aeroporti, le mediateche, i centri direzionali, le fabbriche… e ogni progetto è automatizzato e in simbiosi con la computerizzazione.E’ proprio di questi ultimi anni il fenomeno dei Media Buildings ovvero architettura interattiva, vera essenza e immagine della Light Architecture.

Baudrillard, filosofo francese, in un suo saggio “Illusion, désillusion esthetiques”del 1997, scrive:”L’immagine non può più immaginare il reale perché essa stessa è il reale…” ovvero oggi la distinzione netta tra reale e virtuale non esiste più, i due mondi convivono e si influenzano vicendevolmente, e proprio in questo concetto possiamo capire il perché dell’appellativo light (leggera) alla nuova architettura, un architettura che incarna tutto ciò che prima era solamente virtuale e inconsistente (informazione, energia, dinamismo)cercando di eliminare quel senso di staticità e pesantezza che cemento e mattoni conferiscono alla città con l’impiego di materiali come vetro, plastica e acciaio e ricorrendo spesso all’uso di strumenti nuovi come la luce e l’acqua. Forse proprio il nuovo modo di concepire il costruito è una delle espressioni più forti e più di impatto che la nostra epoca possa espletare. Oggi tutto scorre in velocità e in dinamismo, siamo bombardati continuamente da informazioni e continuamente né abbiamo bisogno, quindi è necessaria una interazione continua tra noi e ciò che ci circonda ovvero tra cittadino/uomo e città/macchina.L’uomo diventa così parte attiva e attivante del costruito e i Media Buildings sono proprio il frutto di questa biunivocità con enormi pareti fatte di vetro , di pannelli luminosi , di mega schermi su cui passano in rassegna continuamente (24/7) filmati pubblicitari, spezzoni di films, citazioni, notizie flash e quant’altro ci si possa immaginare…ricordate Blade Runner!?

Paul Virilio fà un bellissimo accostamento tra la cattedrale del Medio Evo dove le informazioni erano fisse e statiche (vetrate, pitture, sculture) e quelle di oggi che sono in continuo divenire.Le nuove cattedrali sono proprio i MB che attraverso le facciate interattive forniscono informazioni su scala urbana e in più sfruttando la loro capacità comunicativa, si autofinanziano con i proventi degli spots che quotidianamente trasmettono.Un altro aspetto fondamentale che viene fuori dalle pagine di questo libro, e come già avevo accennato all’inizio, è la capacità di intervenire positivamente sul paesaggio urbano, riqualificandolo e arricchendolo con efficace rapidità!

Infine la carrellata di progetti e interventi che Ranaulo ci “offre”, nell’ultima parte del libro, opportunamente distinti per caratteristiche predominanti (leggerezza, movimento, informazione), mostra la molteplicità di attuazioni possibili, non solo a livello di riqualificazione urbana o mera progettazione  ma anche nella creazione di oggetti d’arte.Una nuova sensibilità a tutto ciò che ci circonda…questa è la Light Architecture, un’architettura che si libera, finalmente, dei misfatti degli anni Sessanta e Settanta e si proietta nel futuro grazie anche all’uso sapiente delle nuove tecnologie.

 

                                                                                        Claudio Cigolini

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