SULLA STRADA (Compagnia dell'Anello)

 

Strade d'Europa stanchi sporchi ma felici

Prendi dalla vita ciò che vuoi

Porta il tuo canto fino in Romania

Bacia il grano di Budapest

 

Cerca tra le rocce grigie di Stonehenge

Braci nella notte bevi il te

Parla con i venti che vanno verso nord

Canta con il Lama di Rikon

 

Antichi boschi e strade dell'Armor

Magici villaggi dei Bretons

Nuvole che corrono nel cielo sopra te

Sogna tra le pietre di Carnac

 

Prati e scogliere dell'Irlanda lassù a nord

Gente come roccia di Belfast

E la croce d'oro di una fede che vivrà

Cornamuse e mitra son per Sands

 

Fiori e sorrisi sulla strada verso il sud

Indica il leone Tibi Pax

Danza nel castello sulla rocca di Cison

Poeti e cavalieri insieme a te

 

Sfiora le pietre del picco Montsegur

Si dice ci sia ancora un trovatore

Con un liuto ed un sorriso ancor le antiche gestes

Piangendo forse piano canterà

 

Strade d'Europa stanchi sporchi ma felici

Prendi dalla vita ciò che puoi

Porta il tuo canto fino in Romania

Bacia il grano di Budapest

 

Strade d'Europa nello zaino libertà

Forse un giorno l'ombra fuggirà

Le sue mani sporche dal sole leverà

Un aquila è nel cielo

Un aquila è nel cielo

Un aquila è nel cielo sopra te.

 

La ballata del Nero (Compagnia dell'Anello)

E signor giudice tu hai la toga,
ma non ti sembra una brutta roba,
una brutta roba di incastrare
chi ha il solo torto di pensare.
E tu ti ammanti di democrazia
e vai cianciando di libertà,
e tu ti ammanti di democrazia
e vai cianciando di libertà,
libertà, libertà
in quanto che comandate voi,
democrazia, democrazia
è cosa vostra non è mia.
E pure tu signor commissario
che ti fanno fare per un magro salario?
Ti fanno tradire, ti fanno tradire
gli ideali che hai giurato di servire.
E tu ti ammanti di democrazia
e vai cianciando di libertà,
e tu ti ammanti di democrazia
e vai cianciando di libertà,
libertà, libertà in quanto che comandate voi,
democrazia, democrazia
è cosa vostra non è mia.
Signor brigadiere mi sono difeso,
erano in quattro e mi hanno offeso,
signor brigadiere mi sono difeso,
erano in quattro e mi hanno offeso,
signor brigadiere mi sono difeso,
ero da solo ma uno l'ho steso.
E tu ti ammanti di democrazia
e vai cianciando di libertà,
e tu ti ammanti di democrazia
e vai cianciando di libertà,
libertà, libertà
in quanto che comandate voi,
democrazia, democrazia
è cosa vostra non è mia.
Signor ministro, signor deputato
di esser vostro nemico io sono onorato,
sono onorato perché alla mattina
mi devo specchiare, mi devo sbarbare,
mi devo specchiare, mi devo sbarbare,
la faccia mia devo guardare.
Io di facce ne ho una sola,
non sarà bella ma è sempre quella;
voi di facce ne avete tante,
una per ogni ora del giorno.
E vi ammantate di democrazia
e poi cianciate di libertà,
e vi ammantate di democrazia
e poi cianciate di libertà,
libertà, libertà
in quanto che comandate voi,
democrazia, democrazia
è cosa vostra non è mia.
Ma questa storia deve finire,
la gioventù si ribellerà,
ma questa storia deve finire,
la gioventù si ribellerà,
la resa, la resa, la resa dei conti,
la resa dei conti, la resa verrà.
Ma questa storia deve finire,
la gioventù si ribellerà,
ma questa storia deve finire,
la gioventù si ribellerà,
la resa, la resa, la resa dei conti,
la resa dei conti, la resa verrà.


IL CONTADINO, IL MONACO, IL CAVALIERE
(Compagnia dell'Anello)

Mani sapienti, crine arruffato
Pelle dura corpo squadrato
Uomo di terra dimmi chi sei
E al tuo Signore cosa donerai
Sono fratello alla terra bruna
Curo i miei campi seguendo la luna
Del mio padrone so il fiero volto
Per la sua grandezza invio il mio raccolto
Per la mia terra ed il suo colore
Il mio sudore in pegno darò
Barba canuta, occhi incavati
Mani sottili, gesti pacati
Uomo di Dio dimmi chi sei
E al tuo Signore cosa donerai?
Sono vassallo, ma solo di Dio,
anche se nulla posseggo di mio
curo i miei fratelli, lavoro in silenzio
siamo i custodi di antica sapienza
so che il mio seme mai darà frutto
questo è il tributo che in pegno darò,
Biondi capelli occhi splendenti
Alta statura spada lucente
Uomo di guerra dimmi chi sei
E al tuo Signore cosa donerai?
Nobile chi osa fra il bosco ed il fiume
Guerriero chi non attende la fine
Mai le mie chiome saranno bianche
Mai le mie membra cadranno stanche
Amo il coraggio la forza e la vita
Ed il mio sangue in pegno darò
Amo il coraggio la forza e la vita
Ed il mio sangue in pegno darò.



IN ROTTA PER BISANZIO
(Compagnia dell'Anello)

Schiuma fende l'onda
La prua della galera
Un ramo di ciliegio portato dalle onde
E luccica la pelle di schiavi rematori
Il ritmo del tamburo scandisce la fatica
Tibi Pax Marce Evangelista meus
Tibi Pax Marce Evangelista meus
Terra di Bisanzio
Terra d'ambra e d'oro
Trema sotto il passo di eserciti latini
E brillano le spade dei principi templari
La danza delle ombre ancora si ripete
Tibi Pax Marce Evangelista meus
Tibi Pax Marce Evangelista meus
Donne dalle labbra
color di melograno
offrono all'amore
astanti cavalier
e notti di Bisanzio
il desco profumo
la spada di Venezia
la terra ritrovata
Tibi Pax Marce Evangelista meus
Tibi Pax Marce Evangelista meus


GHAEL (Compagnia dell'Anello)

Chiome
Chiome di Gahel
Onde perdute del mio cuor
Dolci e timidi sorrisi
Si nettare di gioia
Al tuo re Signore
Che la vela aspetta e vuole
Mura ripide
D'amiche di Gahel
Verdi di muschi e di
Torri bianche di scogliera verso il sud
Torri di sangue verso est
E io non sono più tra voi
Più non caccerò
Figli amici miei
No piu' non canterò
Solo il mare grande
Davanti a me
Calde notti restate con Gahel
Labbra di miele sul mio viso
Lieve e tenero il tuo volto
Si confonde con la luna
Chiara e grande luna
Che mi guardi
Adesso solo
Ma o Dio io ritornerò
Ai miei verdi prati
Ai compagni miei
E poi ancora canterò
La mia solitudine di ieri.


ANNI DI PORFIDO (Compagnia dell'Anello)

Gli anni son passati
Son passate le stagioni
Ricordi le corse pazze
La tua vespa le riunioni
Le prime sigarette
Fumate dentro i bagni
Il gusto di bruciare
Per sempre le illusioni
E noi reietti e pazzi
Che spaccavamo il mondo
E poi senza badarci
Ne incollavamo i pezzi
Gli anni son passati
Son passate le stagioni
Le feste a luci basse
A campana i pantaloni
Tu che parlavi allora
Di poi e di Baglioni
Io intanto riprovavo
Per te nuove canzoni
Tu sola mi ascoltavi
E mi sembrava strano
Tu sempre compassata
Io con la rabbia in mano
E sogni perduti
Quanta voglia di leggere tutto
Era bello cavalcare un pony
Con Bilbo e Frodo Baggins
Al puledro impennato
E bere una birra in pace
Mentre Gandalf raccontava
Fumando l'erba pipa
E in faccia a un mondo scemo
La nostra ribellione
Pareva avesse il fregio
Di una nuova trasgressione
Per gli altri ogni diritto
Per noi la repressione
Quegli anni dentro al ghetto
Tentavamo l'evasione
Ma il cartismo d'altro segno
S'è mangiato con scioltezza
Illusioni e barricate
Innalzate con purezza
Ma io credo che sia giusto
Rimanere e continuare
L'avventura cominciata
Perché vivere è lottare.



Canto del Cavaliere errante
(Compagnia dell'anello)

Sul mio destriero, tra terre lontane, amore, nel cuore con me resterà; di cielo il tuo sguardo, di ciliegio il tuo labbro, o mia sposa fedel ti sarò.
La spada al mio fianco, sull'elsa il tuo nastro, la notte, straniera, più dolce sarà, per tetto le stelle, per giaciglio le foglie, per sogno le grazie di te.
E nel mio vagare fuor dal mio reame, un senso alla vita guerriera darò, per fede brandire di morte la lama, più gloria al suo nome verrà.
E noi cavalieri fedeli d'amore per il Re e per Iddio sapremo pugnar il sorriso sul volto, la pace nel cuore, battaglia con nostro Signor.
Nel salvifico errare il sacro desio, lucente nell'armi accrescer dovrò e per nostra ebbrezza, per antico decreto, il nettar segreto berrò.
E tu acerba sposa, anzitempo solinga, attendi serena che torni il tuo re, con gloria ed onore, con febbre d'amore, con tunica leggera ormai, con gloria ed onore con febbre d'amore, ormai più ch'io torni da te.


 
Sunglasses Policemen Blues (Compagnia dell'Anello)

Passa veloce sulla strada principale, passa un'auto della polizia, passa veloce è tutta un lampeggiare, arriva e si ferma daventi aI tribunale.
Ma perché quegli agenti portan sempre gli occhiali?
Cosa fanno gli agenti davanti aI tribunale, fanno tutti da scorta al signor procuratore, hanno fregi dorati, manette americane, han le mani sui mitra, sono pronti a sparare
Ma perché quegli agenti portan sempre gli occhiali?
Son passati all'azione, (che han fatto) hanno preso di peso daI letto la mia vecchia vicina di casa, ma per quale motivo la vicina di casa. Scatta il congegno, scatta il meccanismo, molti i fermati e molti gli arrestati, hanno arrestato il nostro farmacista per non parlare deI nonno del droghiere, ma chi vuoi (ma chi vuoi) che sia stato se non gli agenti in occhiali. Scende la notte ma qui nessuno dorme perché hanno paura degli agenti con gli occhiali, ormai nessuno può restare tranquillo, hanno arrestato anche il noto banchiere
Ma perché quegli agenti portan sempre gli occhiali?
Stamattina all'uscita di scuola, io volevo comprare un gelato, ma non c'era nemmeno il carretto, perché l'hanno arrestato, il carretto, hanno arrestato anche Gino il salumiere, il nostro portinaio e tutti gli spazzini, stanno facendo anche un giro di retate alle stazioni e davanti agIi asili.
Ma perché quegli agenti portan sempre gli occhiali?
Da un pò sto aspettando che arrivi il mio turno, da quando hanno preso anche il mio confessore, il parroco, le suore e anche il cappellano, che aspettano, son pronto, sono stanco di aspettare oramai l'ho capito perché hanno sempre gli occhiali.
Sono occhiali speciali davvero, son di vetro temprato scurito per vedere le piste più nere, per vedere le piste più nere , per vedere i colpi di stato, gli squadristi, teppisti fascisti, è tutta una festa. Generali golpisti, fascisti, formaggini, ombrellai nazisti; bersaglieri ciclisti, fascisti. E' tutta una festa


LA RIVOLTA DEGLI ATENEI (Compagnia dell'Anello)

Ciao da quanto tempo non ci si trova più? Giro lavoro studio dimmi cosa fai tu
Tanto un lavoro vero non ce l'avremo mai Qui solo tira avanti chi pensa ai cazzi suoi
Sapessi quanta voglia di spaccare tutto ho Gli anni che ho studiato per cosa non lo so
C'hanno preso in giro con tutte quelle balle La laurea è garantita: ce ne sbattiam le palle
La coda per mangiare, per la segreteria La fila per studiare e poi un calcio e via
Basta con le aule piene non stiamo qui a guardare Siam già disoccupati... ma chi ce lo fa fare??
Figli democristiani, compagni fanfaroni Le vostre belle frasi c'han rotto li coglioni
Adesso lo scoprite cos'è la selezione Ma ora tocca a noi la rivoluzione
Negli atenei distrutti dalla demagogia La nostra giovinezza l'abbiam buttata via
Non mettere la testa ancora sotto sabbia Credimi è giunta l'ora grida la nostra rabbia
Dimmi che cosa aspetti non senti che già sale Dagli atenei stravolti quello che forse vale
La rivolta la rivolta di una generazione La rivolta la rivolta della disperazione.


ERI BELLA (270bis)

Era bello il tuo sorriso e la mano che mi davi
eri bella e mi stringevi e a gridare mi aiutavi.
Era bello stare insieme sopra i banchi e sui divani
era bello dissetarmi con l’amore che mi davi
Eri bella, eri bella, e ribellati Eri bella,
eri bella, e ribellati Eri bella,
eri bella, e ribellati
E sei morta in un convento o sul banco di un chirurgo
e sei morta in consultorio o sei nuda in un giornale
E ora guardi i giorni indietro o li vivi chiusa in casa
forse pensi e mi sorridi o mi immagini per strada
Eri bella, eri bella, e ribellati Eri bella,
eri bella, e ribellati Eri bella,
eri bella, e ribellati
E hai dimenticato tutto ed io forse sto morendo
sto morendo nella scuola sto morendo nel lavoro
forse sanguino in questura forse in piedi in tribunale
o disteso in una piazza o distrutto in una cella
Eri bella, eri bella, e ribellati
Eri bella, eri bella, e ribellati Eri bella,
eri bella, e ribellati



IL BRACCIO CHE... (270bis)

Il braccio che si stende i danni di una sbarra
lo schianto delle ossa lo stridere dei denti
lo sguardo inorridito di mille benpensanti
ci vuole così poco per essere contenti.
La notte scende ancora sulle ascelle profumate
delle vecchie bagasce con le mani inanellate
il sangue cola ancora dalla bocca dei perdenti
ci vuole così poco per essere contenti.
E ritorni a casa con le orecchie frastornate
il tuo cervello a corte tra cavalieri
e fate di questa tua battaglia
di certo non ti penti ci vuole così pocoper essere contenti.
Il braccio che si stende i danni di una sbarra
lo schianto delle ossa lo stridere dei denti lo
sguardo inorridito di mille benpensanti
è un modo come un altro per essere contenti.



Il Poeta (270bis)

Lui parlava di rivoluzione con le parole più belle
e noi eravamo stupiti nel sentirlo parlare
con le parole più belle, con le parole migliori;
i sentimenti che tutti noi sentivamo.
Lui parlava di verdi colline e di labbra melograno
e parlava di guerra come di fare l’amore:
quasi fosse lo stesso, come fosse migliore
e ci diceva di ammazzare i potenti.
E io proprio non ci credevo quando lo vidi in teatro
agitare quell’arma gridare alla platea:
"è dovere degli uomini liberi, uccidere i tiranni"
tu non ci crederai, ma lo fece davvero.
E sorrideva davvero quando venne schiacciato
dalle guardie del corpo, da quei cani da guardia,
sotto il calcio dei mitra, sotto i loro scarponi,
per vendicare il loro vecchio padrone.
E gli spezzarono tutte le dita perché non scrivesse canzoni,
e gli spezzarono i denti, perché non potesse cantare,
ma restavano gli occhi, li potevamo vedere:
lui li guardava e li lasciava stupiti.
Quando arrivò il capitano si svuotò la platea
e io solo rimasi a fissarlo atterrito
lui freddamente gli sparò nella nuca
e per strada gridarono tutti hanno ammazzato il poeta...
hanno ammazzato...hanno ammazzato il poeta.



UN OCEANO DI GUERRIERI (270bis)

Per cosa dovrei vivere, per chi dovrei morire, non c'è più niente da fare, non c'è niente da dire
devo soltanto pensare a guadagnare i soldi per tornare l'indomani a lavorare
tutti gli amici si sono sistemati non ci sono più fratelli non ci sono camerati
Un solo fiume perduto in mille rivoli una solo avanzata dispersa in mille vicoli
Ma laggiù, laggiù sull'orizzonte vedo una marea che monta da un oceano di guerrieri
uomini e donne uniti come ieri una marea che monta da un oceano di guerrieri
Ho sognato che eravamo un unico destino un solo canto unanime su un unico cammino
non più impegnati a redigere bandiere per servire gli interessi di assetati i potere
non più divisi un'unica realtà un'unica bandiera di una sola identità
Da un solo oceano fluiscon mille rivoli in una sola piazza conducon mille vicoli
Ma laggiù, laggiù sull'orizzonte vedo una marea che monta da un oceano di guerrieri
uomini e donne uniti come ieri una marea che monta da un oceano di guerrieri
Ieri per oggi domani come ieri una marea che monta da un oceano di guerrieri.



Saigon (Amici del Vento)

In un bosco d'orchidee hai giocato con l'amore di un ragazzo, di un marines, del Tennessee.
Era rosso il grande sole sulle alture di Vientiane, la sua mano la tua mano insieme e poi
di lontano, di lontano, l'urlo cupo degli aerei, quante volte li hai sentiti su Saigon.
Ed ora con gli occhi, con gli occhi nel cielo, rimani distesa in un campo di riso ed ora hai pagato quel poco d'amore sotto i mitra vigliacchi del liberatore.
Si chiamano sempre liberatori, gli assassini, i più forti, i nuovi vincitori han lasciato il tuo corpo un po' sporco di sangue, tutto è rosso ormai la morte, la sua falce e il suo martello.
Mentre viene dal mare un profumo d'oriente, tu mi chiedi perché, tu mi chiedi chi è stato a scavare quel fosso, a distruggere un sogno di libertà.
Sono stati i Vietcong, i Russi, i Cinesi, il menefreghismo dei ricchi borghesi, sono stati ragazzini dei gruppuscoli assassini, sono stati i perbenisti, i nuovi moralisti, sono stati i sindacati, servi di molti padroni, sono stati i comunisti di tutte le nazioni sono stati i pacifisti, sono stati i progressisti, sono stati i disfattisti.
In un bosco d'orchidee hai giocato con l'amore di un ragazzo, di un marines, del Tennessee.



Franco Tiratore [Amici del Vento)
Questa è la ballata di un Franco tiratore caduto giù a Firenze con una palla al cuore, era aprile cominciava primavera l'hanno beccato sul fare della sera.
Vent'anni Vent'anni son pochi per morire ma è meglio crepare per vivere che vivere per morire.
Aveva una ragazza una ragazza bionda l'han fucilata a Ponte Vecchio là sull'altra sponda, adesso sono insieme non si voglion più lasciare e scivolan pian piano nell'acqua verso il mare
Vent'anni vent'anni son pochi per morire ma è meglio crepare x vivere che vivere x morire
Passami la mitraglia passa un caricatore scappa bambina scappa bambina il sangue non deve macchiare il tuo fiore.
Il cielo è tutto rosso di fuoco è il suo colore e brucia anche la vita di chi crede nell'onore ma là sull'altra sponda di sente ancor sparare qualcuno ancor si batte non ha voglia di mollare.
Vent'anni vent'anni son pochi per morire ma è meglio crepare x vivere che vivere x morire.



Vecchio Ribelle (Amici del Vento)
Come possono passare mille anni in un sorriso, nel secondo di un ritorno, nel tuo regno di illusione.
Hai trent'anni e già un passato, quasi un secolo diverso, questo mondo ha colorato i tuoi giorni ormai perduti.
Non ti sembra proprio vero, questo sole di libertà, ma ancora meno vera è questa realtà: cinque anni son passati, la condanna di un'idea, il regime si è difeso con il solito copione la tua giovinezza ti ha regalato una galera senza peccato e adesso adesso che sei tornato vivi in un mondo troppo cambiato; forse fu un sogno ma non puoi scordare quegli antichi clamori le urla, la lotta.
All'Università si combatte, all'università la politica, l'idea Ed i rossi che non fan paura Si sognavano i trionfi sulla piazza, Il sacrificio era un mito e l'Europa un illusione; All'università si combatte, all'Università non si molla neanche un metro alla folla dei ringhiosi Praga, Budapest le canzoni della rabbia si cadeva col sorriso di sentirsi dei leoni.
Ma i ricordi si sa sono merce invenduta e ti senti stupito di sentirteli addosso in galera hai sognato quei bei volti ridenti oggi facce trascorse di sogni perduti.
Ed Anna dov'è, dove si è rifugiata? Voleva combattere sempre al tuo fianco è sposata ad un ricco, così ha la sua estate, uno yacht, la Sardegna e forse anche un'amante.
Anche Gianni è partito con la moglie e i bambini per un mondo a colori, una grande TV.
Pochi amici rimasti, sempre pochi i fedeli per passar le serate con in mano un bicchiere per cercare un ricordo che ti scaldi le ossa dal ghiaccio inutile di questo presente per scrutare nell'ombra di serate ormai stanche un ricordo, un dolore, un antico clamore...
All'università si combatte....
Non dar fastidio mio vecchio ribelle il tempo cambia lo sai anche tu persino i tuoi nemici, le figure più agguerrite son tristi immagini del tempo sono pecore pentite.
Alzati in piedi, guardati in viso i tuoi occhi non si devono abbassare del domani sii fiero, ma voltati indietro, quel passato lo hai vissuto per davvero.
E non son più le sbarre che ti stringono il cuore ma come si può scordare quell'antico clamore.
All'università si combatte...




A Carlo (Amici del Vento)

Nelle notti fredde, per riscaldarci il cuore abbiam parlato per delle ore, abbiam vissuto come nel fango di una trincea, facendo della vita una cosa vera, trovandoci le idee sulla pelle, lanciando sempre il cuore oltre le stelle.
Essere capiti anche quando si diceva di amare una donna quand'era andata via, fuggendo col miraggio di una vita più borghese, lasciandoci nel cuore l'amarezza più le spese.
E non dover spiegare che il cuore batte ancora, negli occhi non c'era la pietà che non consola. Non dover spiegare che nell'amore, anche qua, hai dato un senso alla parola Fedeltà.
E non dover giustificare la voglia di coraggio che ci ha fatto sempre amare i fiori colti a maggio;
senza inseguire il mito della sopravvivenza, amare più il pericolo, un poco meno la prudenza.
Ma il vento tra i capelli forse ci perderà, ma il sogno nei miei occhi non morirà.
Nelle notti fredde, per riscaldarci il cuore abbiam parlato per delle ore, abbiam vissuto come nel fango di una trincea, facendo della vita una cosa vera, trovandoci le idee sulla pelle, lanciando sempre il cuore oltre le stelle.
Scavare nelle note alla ricerca di emozioni per dimostrare al mondo come un fascista sogni, guardandoci negli occhi con la nostra ironia, bruciando il pregiudizio della democrazia.
E non aver paura di amare la sconfitta, brindare in faccia al mondo e non cercar consolazione.
Non dover spiegare che al successo che non dura era molto meglio sostituire l'avventura.
E non aver bisogno d'interpretare le opinioni, con la sicurezza di non essere fraintesi.
Una giovinezza di anni bene spesi ad inseguire un senso ed una vocazione.
Ma il vento tra i capelli forse ci perderà, ma il sogno nei miei occhi non morirà.




Anni Settanta (Amici del Vento)

Li hanno chiamati anni di piombo, anni scuri, anni di lotta nel mondo. Li hanno chiamati anni di fuoco, ma c'ero anch'io a fare quel gioco. E adesso che son finiti sui giornali a colorar le righe dei servizi speciali, mi sembra di non esser più della generazione mia, quella nutrita d'odio e un poco di pazzia.
Anni Settanta, anni nel cuore, anni spezzati tra gioie e dolore. Anni scolpiti a memoria, anni passati, anni di storia. Anni di razza per chi non deve scuse, per chi non è un pentito, per chi non teme accuse, per chi ha vissuto sempre col cuore nella mano, giocando i suoi vent'anni, in primo piano.
M'è rimasto poco e non certo l'allegria, ma la storia non toccatela, quella è storia mia. Al diavolo le scuse, le ragioni e i piagnistei, son sempre gli stessi che fanno i filistei. La mia storia ha troppi nomi, troppi amici che hanno lasciato troppe macchie sull'asfalto e dell'odio non m'importa un accidente, ma non riesco proprio a dire che non è successo niente.
Anni Settanta, anni nel cuore, anni spezzati tra gioie e dolore. Anni scolpiti a memoria, anni passati, anni di storia. Anni di razza per chi non deve scuse, per chi non è un pentito, per chi non teme accuse, per chi ha vissuto sempre col cuore nella mano, giocando i suoi vent'anni, in primo piano.
Me ne frego, te lo dico, se la mano che ha ammazzato oggi è un bravo professore, ce n'è anche uno deputato...L'assassino è un assassino, anche quando chiede scusa; il perdono glielo lascio, ma non è partita chiusa.
E fino a quando in gola avrò la voce, smaschererò i ruffiani dal ricordo fugace. Le immagini del tempo sono qui nella memoria e non possono barare come han fatto con la storia.
Anni Settanta, anni nel cuore, anni spezzati tra gioie e dolore. Anni scolpiti a memoria, anni passati, anni di storia. Anni di razza per chi non deve scuse, per chi non è un pentito, per chi non teme accuse, per chi ha vissuto sempre col cuore nella mano, giocando i suoi vent'anni, in primo piano.
Adesso tutti vogliono capire, si fruga la storia, si continua a mentire. I giudici complici, i giornali potenti si eran sbagliati, adesso sono contenti. Ma le note di sangue non si possono fermare e i fantasmi di ieri non son merce da buttare, ogni giorno passato è scolpito nel tempo, la menzogna di sempre sarà persa nel vento.
Anni Settanta, anni nel cuore, anni spezzati tra gioie e dolore. Anni scolpiti a memoria, anni passati, anni di storia. Anni di razza per chi non deve scuse, per chi non è un pentito, per chi non teme accuse, per chi ha vissuto sempre col cuore nella mano, giocando i suoi vent'anni, in primo piano.




Canto di galera (Amici del Vento)

Basta prendere una chitarra, farci sopra quattro accordi, attaccarci due parole, iniziare a cantar storie.
Il segreto per riuscire, per piazzarsi sul mercato è cantare le ingiustizie del povero e del diseredato.
c'è chi canta il disperato che è finito a S.Vittore perché un giorno sul mercato rubò per fame un cavolfiore.
c'è chi canta quel vecchietto che è finito a S.Vittore perché un litro di Barbera gli mise in gola troppo buonumore.
c'è chi canta quella signora che e finita a S.Vittore perché per sfamare i figli vendeva a tutti un po' d'amore.
E la gente si commuove, e la gente ha il cuore in mano, compra il disco e si risente quel pietoso caso umano.
Ma io invece canto gente che non fa pietà a nessuno, perché questa e la mia gente, li conosco ad uno ad uno.
E io canto il camerata che è finito a S. Vittore perché in piazza un dì difese dagli sbirri il tricolore.
E io canto il camerata che è finito a S. Vittore perché voleva che cambiasse questo mondo senza onore.
E io canto i camerati che finiscon sempre dentro, perché il regime senza paura, possa vivere contento.
E io canto i camerati che son dentro senza accusa, se non quella di esser vivi senza averne chiesto scusa.
E io canto, camerati, che stasera siete soli perché dietro a quelle sbarre avete insieme i nostri cuori.



Droga (Amici del Vento)

Centomila lire per favore me le date per comprarmi cento grammi di felicità.
Sì, sono drogato, forse un poco spaventato. Il sistema mi ha donato questa mia viltà.
Ma vi sono grato dei bellissimi ideali che mi avete regalato: siamo tutti uguali, discendiamo dai maiali, viva la comunità.
Malinconia, un altro buco e se ne vola via. Malinconia, un altro buco e se ne vola via.
Sono vostro figlio, pacifista, comunista, nella stanza ho gli adesivi da Guevara all'Atom Kraft.
Sono vostro figlio, diplomato antifascista, e mi sono laureato a pieni voti in delusioni.
Malinconia, un altro buco e se ne vola via. Malinconia, un altro buco e se ne vola via.
Sono un po' frustrato, anche il sesso mi ha piantato, penso d'essere fregato.
Voci senza senso, ma in fondo son contento, non ricordo la mia età.
Mi fa solo un po' rabbia, quando son rincoglionito, mi trattate come un cucciolo smarrito.
Costa nulla la pietà e vi salvate per l'eternità.
Lucidità, un altro buco e si ritroverà. Lucidità, un altro buco e si ritroverà.
E adesso cari amici, moralisti e spacciatori, vi saluto e me ne vado.
Forse questa volta l'eroina l'ho corretta con un po' d'ilarità.
Ed alla faccia vostra torno nella mia stanzetta e riprovo il funerale che mi si farà.
Ed alla faccia vostra torno nella mia stanzetta ì e riprovo il funerale che mi si farà.
Malinconia, un altro buco e se ne vola via.
Lucidità, un altro buco e si ritroverà.
Malinconia, un altro buco e se ne vola via.



Il nostro tempo (Amici del Vento)

Veniam da mille strade, non abbiamo età né storia e nessuno canterà la nostra gloria.
Sognando età dell'oro giochiamo con la vita, ma con il nostro tempo abbiamo aperto una partita.
Ci spiace per i poveri, meschini benpensanti, ma adesso noi dobbiamo andare avanti.
Perché è giunto il nostro tempo, tempo da disperati, ma questo è il nostro tempo: camerati.
Per noi che non vogliamo, né Marx, né il capitale e la democrazia ormai sappiamo cosa vale, non bastan le parole di vecchi ciarlatani, con voi abbiamo chiuso, oggi e già per noi domani.
Per noi non c'è più posto in un mondo di relitti, ma non saremo noi quelli sconfitti.
Perché è giunto il nostro tempo, tempo da disperati, ma questo è il nostro tempo: camerati.
E senza ipocrisia sappiamo anche peccare, ma poi non contiam balle, noi, per farci perdonare.
Non siamo eroi, né santi, portiam la nostra croce, ma il mondo avrà domani un'altra voce.
Con la rabbia in mezzo ai denti sembriamo senza cuore, ma Fedeltà si chiama il nostro Onore.
E Fedeltà vuol dire giurare senza inganni e non tradire mai per mille anni, cantar la giovinezza e il tempo che va e muore, avere sempre un sogno dentro al cuore.
Con il vostro progresso avete ucciso il cielo, ma il sole brucerà quel vostro velo.
Perché è giunto il nostro tempo, tempo da disperati, ma questo e il nostro tempo: camerati.



Nel suo nome (Amici del Vento)

Ragazza che aspettavi un giorno come tanti, un cinema e una pizza, per stare un po' con lui, dai apri la tua porta, che vengo per parlarti: "Sai, stasera, in piazza... erano tanti, e... il tuo ragazzo è morto... è morto questa sera".
Vent'anni sono pochi per farsi aprir la testa, dall'odio di chi invidia la nostra gioventù, di chi uno straccio rosso ha usato per bandiera, perché non ha il coraggio di servirne una vera.
La gioventù d'Europa stasera piangerà chi è morto in primavera per la sua Fedeltà.
Le idee fanno paura a questa società, ma ancora più paura può far la Fedeltà: la Fedeltà a una terra, la Fedeltà a un amore, son cose troppo grandi per chi non ha più cuore.
Un fiore di ciliegio tu porta tra i capelli, vedendoti passare ti riconoscerò e...
Sole d'Occidente che accogli il nostro amico, ritorna a illuminare il nostro mondo antico.
Dai colli dell'Eterna ritornino i cavalli, che portano glieroi di questo mondo stanchi.
Ragazza del mio amico che è morto questa sera, il fiore tra i capelli no, non appassirà.
Di questo tuo dolore noi faremo una bandiera, nel buio della notte una fiamma brillerà.
Sarà la nostra fiamma, saranno i tuoi vent'anni la nostra primavera sarà la libertà.



Patria (Amici del Vento)

Vecchio quadro abbandonato con più muffa che colori, piume al vento e tricolori: quadro di cent'anni fa.
Occhi pieni d'emozione quando passa la bandiera, occhi bassi di ragazze alla loro prima sera.
Certo un po' d'ipocrisia infarciva la morale, ma alla gioventù restava una speranza e un'ideale.
E l'Italia era così e la Patria era anche lì, e l'Italia era così e la Patria era anche lì.
Santi, eroi, navigatori in soffitta son finiti, dalla cenere è risorta quest'Italia dei partiti.
Nata già da un grosso imbroglio, dallo sconcio di una piazza, dove crebbe l'erba voglio, dei vigliacchi di ogni razza.
Negli sguardi della gente cui non gliene frega niente, nello stupido ideale di un ritorno all'animale.
Se l'Italia è questa qua come Patria non mi va. Se l'ltalia è questa qua come Patria non mi va.
Nelle assurde processioni per le liste di assunzione, nell'inutile realtà della mia Università.
Come unico solvente per la tua disperazione il Sistema ti regala l'eroina al limone.
E ti metton le stellette per giurare a dei buffoni che han finito per fregare anche la tua fedeltà.
Se l'Italia è questa qua come Patria non mi va. Se l'Italia è questa qua come Patria non mi va.
La mia Patria è mille voci che si uniscono alla mia, la mia Patria è un'idea non è più una geografia.



Ritorno (Amici del Vento)

Un giorno dopo l'altro e cadono le foglie. Autunno alla stazione, non c'è tua moglie.
Saluti i vecchi amici che han visto la battaglia, ti muovi per le strade piano piano,
Sentirsi come un cane, di tuo una divisa, due gladi ed il tuo onore, il cuore e una ferita.
Tornare dal deserto, sentirsi ancor più solo: il vecchio bar dell'angolo, la chiesa rasa al suolo.
E sguardi ostili intorno, neppure una parola, qualcuno che ti osserva, già vorrebbe la tua gola.
E gli occhi di una donna che fissano pietosi, i vent'anni di chi ha perso, nei tuoi gesti un po' scontrosi.
Perché i tuoi diciott'anni li hai giocati con la morte, ogni giorno, ogni istante hai costruito la tua sorte.
Per difendere un'idea, un onore calpestato, perché chi tradì in settembre non sarà mai perdonato.
Continuano a fissarti dal fantasma di un portone, fai paura anche da vinto, son vigliacchi senza nome.
Perché ora che il tuo mondo l'han bruciato gl'imboscati, tu ricordi ancora sogni che non saran dimenticati.
Ti sei portato dietro la tua primavera, quegli anni ancora verdi nella tua camicia nera.
Domani, domani dovrai ricominciare a dimostrare al mondo cos'è una fede vera.
Ed ora che tuo figlio già reclama la ricchezza, te la sei giocata allora per un attimo di fierezza.
Domani, domani...



LA CANZONE DEL LAGO (Amici del Vento)

Questa è una storia che non frutta milioni, non faranno un bel film per Tv, ma farà sbadigliare di noia, i ragazzi alla Gucci e Cardin
Perché parla di un vecchio sereno, con gli occhi sempre fissi nel sole, con il viso coperto di luce, e il sorriso più dolce del mondo
Viveva un pò fuori città, sulle rive del lago di mezzo, parlava di giorno coi cigni, e di notte ripensava al passato
ma quando quel giorno in aprile, per avere creduto in un uomo
la donna gli avevano ucciso, contro un muro in Piazza del Duomo
Era stato Lupo, il gappista, con tre colpi nel mezzo del petto, si diceva che fosse un artista dell'agguato e del colpo alle spalle
Gliel'han detto che era il tramonto, anche il sole lo lasciava da solo
ma voleva saldare quel conto, Lupo morto! Lo avrebbe giurato
Ma quel sole così eterno e lontano, solo un attimo si fermò all'orizzonte, per guardarlo in fondo negli occhi, illuminargli un momento la fronte
Ha lasciato cadere il fucile, per quel raggio di fuoco lontano
E sapeva che a colpire quei vile, non sarebbe mai stata la sua mano
Ed un giorno sulle rive dei lago mentre stanco se ne stava un pò assorto, dopo un tonfo ed un gemito vago, la corrente gli portò lì un morto
Era il corpo di Lupo, il gappista, si l'artista di agguati e menzogne
Un raggio gli aveva abbagliato la vista, mentre in Jaguar passava quel ponte
L'ha guardato un secondo od un giorno, non saprebbe mai dirlo davvero, e poi fece verso i cigni ritorno, verso il sole li portò un veliero
Questa è una storia che il lago racconta, no, non c'è sui tuoi libri di scuola, non la sentirai narrar sulle piazze, perché solo sul lago ora vola.

Jan Palach (Compagnia dell'Anello)

Fame, morte schiavitù, il coraggio nasce a volte così, bandiere rosse sulla città in Occidente c'è solo viltà.

Primavera di libertà, carri armati per le strade. Il sangue a Praga è sparso al vento quanto orrore in quel momento.

Quanti fiori sul selciato quante lacrime avete versato, quante lacrime avete versato per Praga.

Una piazza strade vuote solo un uomo e un altare, sacrificio per l'onore sul rogo un giovane muore.

Volti grigi senza nome soldati russi e terrore giù le mani dal mio paese il mio sangue lavi le offese.

Quanti fiori sul selciato quante lacrime avete versato quante lacrime avete versato per Praga.

É morto sotto i carri armati il futuro che avete sognato. Nella gola ti hanno cacciato le grida di un corpo straziato.

Quanti fiori sul selciato quante lacrime avete versato. Quante lacrime avete versato per Jan Palach.

 

 

I nostri canti assassini (Massimo Morsello)

Siamo lontani siamo tutti vicini e lanciamo tra le stelle i nostri canti assassini. E lanciamo sperando che arrivi quel giorno che con le braccia aperte faremo ritorno. Ed ogni passo battuto su quella dolce strada amara. Vi faremo sentire ancora chi ce l'ha fatta pagare. Sentendo parlare degli amori di ieri con le mani sudate alzeremo i bicchieri, e alzeremo i ricordi come si alza la testa cominciando da capo, da quello che resta. Leggendo tra le righe del nostro cammino capimmo qual'era il nostro sporco destino. Leggemmo sulla pelle di chi ci piange accanto che infondo la pelle è solo un pallido guanto, ma tra gli occhi e le stelle c'è un pallido sole che solo la vita sa far riscaldare, questa vita che ridendo ci prese per mano ci levò le catene per portarci lontano che ci ha dato questi figli che già sanno parlare che già stanno pagando prima di cominciare....

(Introduzione della versione originale)

 

Entrammo nella vita dalla porta sbagliata in un tempo vigliacco, con la faccia sudata, ci sentimmo chiamare sempre più forte, ci sentimmo morire, ma non era la morte

E la vita ridendo ci prese per mano, ci levò le catene per portarci lontano, ma sentendo parlare di donne e di vino, di un amore bastardo che ammazzava un bambino e di vecchi mercanti e di rate pagate e di fabbriche vuote e di orecchie affamate

Pregammo la vita di non farci morire, se non c'era un tramonto da poter ricordare, e il tramonto già c'era era notte da un pezzo, ed il sole sorgendo ci negava il disprezzo, ma sentendo parlare di una donna allo specchio, di un ragazzo a vent'anni che moriva da vecchio, e di un vecchio ricordo di vent'anni passati, di occasioni mancate e di treni perduti, e scoprimmo l'amore e scoprimmo la strada, difendemmo l'onore col sorriso e la spada

Scordammo la casa, e il suo caldo com'era, per il caldo più freddo di una fredda galera, e uccidemmo la noia annoiando la morte e vincemmo soltanto cantando più forte

E ora siamo lontani, siamo tutti vicini, e lanciamo nel cielo i nostri canti assassini

E ora siamo lontani, siamo tutti vicini, e lanciamo nel cielo i nostri canti bambini

 

 

 EUROPA NAZIONE (FdG Trieste)

A Praga a Berlino, a Mosca a Varsavia, a Buda a Stettino, il fuoco brucia già

Viva l'Europa Libera, viva l'Europa Grande, Europa Nazione Nazione sarà

A Roma ad Atene, a Vienna a Parigi, spezziamo le catene, gridiamo Libertà!

Americani a casa, cosacchi nella steppa, Europa Nazione Nazione sarà.

Risorgi Europa, risorgi sul mondo, risorgi più grande, risorgi con noi

Nella tua nuova storia c'è scritto già vittoria Europa Nazione Nazione sarà

Sono 100, son 1000 milioni di fiaccole che s'alzano in alto insieme ad una bandiera

I giovani d'Europa uniti in un sol coro Europa Nazione Nazione sarà

 

 

Il domani appartiene a noi (Compagnia dell'Anello)

Ascolta il ruscello che sgorga lassù ed umile a valle scompar e guarda l'argento del fiume che sereno e sicuro va.

Osserva dell'alba il primo baglior, che annuncia la fiamma del sol. Ciò che nasce puro più grande vivrà e vince l'oscurità.

La tenebra fugge i raggi del sol, Iddio da gioia e calor, nei cuor la speranza non morirà:

Il domani appartiene a noi.

Ascolta il mio canto che sale nel ciel verso l'immensità, unisci il tuo grido di libertà, comincia l'uomo a lottar.

Chi sfrutta nell'ombra sapremo stanar, se uniti noi marcerem. L'usura ed il pungo noi vincerem:

Il domani appartiene a noi.

La terra dei padri, la fede immortal, nessuno potrà cancellar. Il sangue, il lavoro, la civiltà, cantiamo la tradizion.

La terra dei padri, la fede immortal, nessuno potrà cancellar. Il popolo vinca dell'oro il signor.

Il domani appartiene a noi.

  

 

A Piero (Compagnia dell'Anello)

La sua sola colpa gridare sono stufo,

non si può andare avanti

a Montini e Berlinguer

e cosi è cominciata l'ennesima pazzia,

manette, inchiostro nero e la fotografia

di fronte, poi di lato, davanti e poi dietro,

cosi hanno immortalato il criminale tetro.

E poi come sappiamo vanno a finir le cose,

in carcere sbattuto,

le ossa rotte pose

ad aspettare un anno,

ad aspettare invano;

parvenza di giustizia, tipo democristiano.

Confessa brutto scemo

diceva il magistrato,

i tuoi camerati hanno già parlato

e firma quel verbale

e conferma tutto,

di che sei fascista nero come il lutto.

No signor togato,

io non firmo niente,

fu la sua risposta al tono prepotente,

decine di fratelli mi hanno preceduto,

io mi chiamo Piero per il resto sono muto.

Tre anni di condanna

per ricostituzione con aggiunta

l'aggravante della direzione,

questa la risposta al tono impertinente:

il regime si difenda diceva il presidente .

e dopo la condanna della confederazione,

del vescovo, del sindaco, della televisione

ancora sorrideva il bieco sanguinario

e chiese di parlare scendeva già il sipario.

Ringrazio lor signori per gli anni ricevuti,

ma prima di finire lasciate che saluti

chi mi ha condannato proprio non lo ha capito,

il carcere non basta perché io sia finito.

Tre anni passan presto

per chi deve giudicare,

per chi deve comprendere,

per chi deve vendicare

migliaia di ragazzi

in tutte le città già battono le mani

per la mia libertà.

E presto, presto, presto

vedrete sventolare migliaia di bandiere

a ricoprir le bare di chi è rimasto ucciso

dalla vostra polizia,

di chi ha osato opporsi alla democrazia.

 

 

Alain Escoffieur (Compagnia dell'Anello)

Champs-Elysées, un grido smorzato, in piena Parigi un giovane è bruciato

Champs-Elysées, senti la Senna canta in silenzio ma non è pena

cuore d'Europa hai battuto un secondo là in quella strada Champs-Elysées

cuore d'Europa Champs-Elysées rispondono in coro Roma e Bruxelles

no non è morto dice la Senna, il Reno, risponde, lo porto con me

cantan le Alpi è insieme a noi gridano i fiordi è dentro di noi

I boschi dei monti, la Foresta Nera sussurrano piano c'è ancora chi spera;

a Praga muto nella piazza c'è Jean, sorride sereno è vivo è con me .

un nome, un cognome, per l'Europa perché ora vive un'eroe anche in Champs-Elysée

Alain Escoffier, Alain Escoffier.

 

Dedicato all'Europa (Compagnia dell'Anello)

La dolcezza del frutto maturo e l'asprezza del vento gelato, e pane e sale s'offron all'ospite sacro

a nord, ad est, a sud, ad ovest, in Europa.

Canto l'Europa, la Pace Romana, pace di aratro e di spada, canto del sangue offerto in suo onore, da stirpi di ghiaccio e di sole

a nord, a est, a sud, ad ovest, in Europa.

Canto la gloria di Roma e del Reno lo scettro imperiale, i duchi guerrieri e i loro cantori errare sereni in cerca d'onore

a nord, ad est, a sud, ad ovest, in Europa.

Canto i fratelli che sempre han difeso dal Lupo crudele la frontiera dell'Est

Contro l'Europa dei giorni che vengono, canto i suoi giovani cadere nelle strade

a nord, ad est, a sud, ad ovest, in Europa.

Mi chiedono se conviene cantare questa Europa, so solo che è giusto, il resto non mi importa.

Canto un'Europa di sangue, le catene che ci stanno chiudendo, canto e il mio canto è nel vento

a Nord, a Sud, a Est, ad Ovest, in Europa.

 

Padova 17 giugno 1974 (Compagnia dell'Anello)

Cittadino fermati guarda di qua, fermo non nasconderti è la tua città

Quella che stavolta si macchia di sangue, quando col silenzio ogni sogno infrange

E tu borghese guardati ecco cosa sei, guardati e vergognati anche tu lo sai.

La vigliaccheria ti taglia le gambe e la morte mia non è per te importante.

Cittadino fermati ora stai zitto, è il silenzio complice di chi è sconfitto

è il silenzio ipocrita di chi spesso mente, di chi per interesse o paura si vende.

Ed anche tu vigliacco brigatista rosso, anche se il tuo nome dire più non posso

anche se il tuo nome resterà sconosciuto, anche se mi hai ucciso io non sono muto

Resto qui a cantare questa mia canzone, per chi come me ha una opinione

una santa idea abbastanza grande, l'anima mia vive, questo è l'importante.

Cittadino fermati, guardami in faccia, riesco a capire che non ti piaccia

quei buchi che ti fanno abbassare la vista sono i colpi esplosi dall'odio comunista.

cittadino fermati, guarda di qua, fermo non nasconderti è la tua città

è la tua città

 

Terra di Thule (Compagnia dell'Anello)

Portavi al collo quel talismano d'oro avuto dal saggio un lontano mattino, quando eri ancora, tra boschi di querce, soltanto un guerriero bambino, soltanto un guerriero bambino.

Ricordi tuo padre cacciare con l'arco il primo cervo, un premio già ambito, pescare nei fiordi e poi in un torrente, salvare quell'orso ferito, salvare quell'orso ferito.

La casa al ritorno era calda e pulita, tua madre una donna di bianco vestita, le sue trecce d'oro amavi baciare, per sempre sentirla cantare, per sempre sentirla cantare.

Finiti son poi quegli anni più dolci in cui ogni cosa ti sembrava pura, adesso sei uomo e devi andare, la spada e l'ascia dovrai tu portare.

Il grande lago hai poi attraversato, il vecchio saggio hai ancora incontrato e lui t'ha detto con voce velata: fai presto la guerra è già cominciata.

In una pianura dal sole baciata, la gente del Nord è tutta schierata, biondi guerrieri con elmi d'argento, il cerchio e la croce garriscono al vento.

Il cuore ti batte sempre più forte quando è il momento di dare la morte, allora stringi il tuo talismano, le rune incise in un tempo lontano.

Adesso che il sangue tu hai conosciuto, adesso che il fuoco tu hai attraversato, la pace sul campo di nuovo è tornata, la luna ti bacia la gola squarciata

Osservi per poco il tuo corpo stupito, poi voci imperiose ti chiamano in coro, è tempo d'andare, ti cambi il vestito, ti copri di bianco e di foglie d'oro.

La nave ti porta via dal mare, l'isola verde ti sembra aspettare, adesso lo sai e tu per sempre il cervo e la lontra potrai qui cacciare, adesso lo sai e tu per sempre il cervo e la lontra potrai qui cacciare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Amici del Vento (Amici del Vento)

Se mille son le storie che il vento porta via,

questa è la nostra storia, generazione mia.

Venuti dall'inferno col fuoco nelle vene

innalzeremo al cielo le nostre catene.

E torneremo Europa... lo promettiamo a te.

Europa torneremo uniti per te.

Svegliatevi fratelli, su, non dormite più,

giocatevi oggi stesso la vostra gioventù.

Se la maledizione ce la portiamo addosso,

la bruceremo insieme col primo straccio rosso.

E torneremo Europa.... lo promettiamo a te.

Europa torneremo uniti per te.

Se scioglieranno il nodo che oggi ci tiene uniti,

andremo in altri posti a costruire i nidi.

Ci bruceran le case ma che importanza ha,

in casa dei fratelli un posto ci sarà.

E torneremo Europa... lo promettiamo a te.

Europa torneremo uniti per te

Han fatto leggi e imbrogli per chiuderci la bocca,

dei nostri nomi il muro del carcere ribocca.

Ma mille volte mille il canto si udirà

di chi stasera canta la sua libertà.

E torneremo Europa... lo promettiamo a te.

Europa torneremo uniti per te

E mille braccia alzate il mondo rivedrà,

dentro alla mia bandiera una croce brucerà.

E tremeranno ancora i farisei di sempre

e i loro soldi allora non serviranno a niente.

E torneremo Europa..... lo promettiamo a te.

Europa torneremo uniti per te

E chi oggi fa il padrone domani striscerà,

lo troveremo allora a chiederci pietà.

Chi oggi ci disprezza, domani tornerà,

vigliacco come sempre, da noi con umiltà.

E torneremo Europa lo promettiamo a te,

Europa torneremo, uniti per te.

Su questa nostra terra un vento soffierà

e noi semineremo la nostra libertà

Lontano spazzerà i figli del tradimento,

ma noi saremo in piedi: siamo Amici del Vento

 

 

La Luna ed il cavaliere del Sole (Amici del Vento)

"Vai cavaliere per il tuo sentiero, dipingi il tuo scudo d'argento e di nero.

Vieni vicino, ti voglio parlare: la via per il cielo ti voglio indicare.

Aspetta che il giorno reclini la testa e che la notte accenda luci di festa;

e sotto la Luna risplende la sera, risplende forte in questa notte nera.

Se vuoi regnare sulla notte e sul gelo uccidi il tuo re: sarai padrone del cielo, ed il suo sangue -il sangue del Sole- racchiudi in uno scrigno ricoperto di viole.

Poi la tua spada getta dentro il lago: sarà trasformata in smeraldi dal mago.

Ed io -la Luna- regnerò in eterno: il sangue scioglierà il ghiaccio dell'inverno".

"No, Luna, no, io sono un cavaliere, non posso al tuo calice, avido, bere!

Io al Sole devo questo corpo, il potere sul mondo, le cose più belle, ma ancora più bella per me è la mia fede, la spada e la terra che calpesta il mio piede, il Sole e il calore che inonda la terra: questo è il mio re, per lui farò la guerra!

Io l'ho giurato alla primavera: difenderò i suoi fiori dalla fresca sera;

Io l'ho giurato all'estate calda: avrà i suoi giorni dix fresco e fiorirà la malva;

Io l'ho giurato all'autunno mite: avrà le foglie gialle e crescerà la vite;

Io l'ho giurato anche al vecchio inverno: con il ghiaccio e con il gelo combatterò in eterno!

Io sono nato con il Sole nel cuore non morirà il mio re ma il cavaliere muore".

"No, non aprirti le vene stasera, chiudi la ferita il tuo sangue m'accieca, ne Sole ne sangue tornerà la primavera ecco che albeggia e muoio io con la sera".

 

 

Scudiero (Amici del Vento)

Bianco scudiero che stai nella tua stanza a pensare che quando l'alba sarà, tu cavaliere sarai, anche se trema il tuo cuore non siano lagrime a cingerti il viso, nella preghiera, lo sai, ritroverai questa notte il sorriso

E quando l'alba verrà, solo la vita varrà, e la parola tua sacra sarà per un'eternità.

Dolce da esser fanciullo ma il Sole un uomo domani vedrà, potrai partire tranquillo, per dove onore portarti vorrà.

Solo pero non sarai, al fianco una spada tu avrai, essa ha due tagli perché, giustizia lei vuole da te

La lancia che tu porterai tienila sempre con te, dritta come e il tuo cammino, ti segnerà il tuo nuova destino

E tua compagna sarà, una madonna chiamata umiltà, e la tua spada corazza sarà, per chi bisogno ne avrà

e sarà spada di fuoco contro chi predica solo empietà, e sarà spada di ghiaccio, contro chi vuol far morir Verità

Se sposerai povertà, mille tesori tu avrai,la terra tuo letto sarà, l'acqua ed il fuoco amerai

e come Nostro Signore, tunica sola addosso tu avrai, col dolore del mondo intessuta, col tuo valor decorata l'avrai.

Segui la Stella del Nord, oltre montagne e città, finché dal mondo tu avrai, fatto sparir la viltà,

e se la morte verrà, accettala senza tremar tra boschi e tra gigli lo sai, infine potrai riposar

 

 

 

Claretta e Ben (270bis)

Su svegliatevi riscuotetevi, vedo in cielo come una bandiera, come un'aquila tra le nuvole che riaffiora dalla memoria

Forse è un inno o solo un sogno, il ricordo di una canzone che ora sale sai come il ritmo di una marcia dentro al mio cuore.

Han ballato sui loro corpi, han sputato sul loro nome, han nascosto le loro tombe ma non li possono cancellare, puoi vederli sai sono tutti qui con le braccia levate al sole sono tutti qui io li vedo piovon fiori su piazzale Loreto.

È una piazza piena sogni un'armata di cari amici, mille anime di caduti, ma nel ricordo non li hanno uccisi sono i giovani di Acca Larentia, quei ragazzi in camicia nera, i fratelli di Primavalle, ed i martiri dell'Emilia, E ora sono qui, son per sempre qui, son tornati a marciare ancora, Dalle carceri, dalle Foibe, dagli scrigni della memoria; mille innanzi a me, mille dietro ed altri mille per ogni lato,

È difficile, ma ci credo, piovon fiori su piazzale Loreto

E io ho il cuore nero, e tanta gente mi vorrebbe al cimitero, Ma io ho il cuore nero, e me ne frego e sputo in faccia al mondo intero.

 

 

 

C'è in Te  (270bis)

Come potrei non so normalmente dire a te come un altro direbbe che anche quando non sembra voglio stare insieme a te ma qualcosa mi chiama.

Io per spiegarmi con te posso dirti solo che io ti sento vicino più di ogni altra che possa dir qualcosa alla mia mente io ti vedo con me

C'è per me, c'è qualcosa che non c'è dentro gli altri ma che trovo in te Sai per me c'è qualcosa che non c'è dentro gli altri ma che trovo in te

So che a vedermi cosi sicurezza non ti do come a te a nessun altro ma vorrei proprio che tu mi vedessi come se fossi un po' più vicino sarò lontano però, so volere bene anch'io forse in modo un po' strano.

C'è per me, c'è qualcosa che non c'è dentro gli altri ma che trovo in te Sai per me c'è qualcosa che non c'è dentro gli altri ma che trovo in te

 

 

 

Non Scordo  (270bis)

Io non so dimenticare la mia rabbia e la vergogna nel vedere un ragazzino che era già messo alla gogna per aver voluto dire io non so dimenticare un passato dignitoso per il quale provo onore

e veniva trascinato per i corridoi di scuola col cartello appeso al collo con su scritta una parola

che per noi voleva dire uno con un ideale ma per tutto quanto il mondo era il simbolo del male

Ma noi siamo ancora qui per ricordare e noi siamo ancora qui per chi vuol dimenticare

Io non voglio più scordare il suo corpo sul selciato ed il fiore che sbocciava dal suo sangue raggrumato

e un bastardo giornalista preparava già una storia dalla trama un po' già vista per sporcarne la memoria

tanto da arrivare a dire che era stato un suo fratello a sparargli nella nuca profittando del bordello

per far ricader la colpa su quei poveri compagni vittime senza giustizia del Fascismo e dei suoi inganni

Ma noi siamo ancora qui per ricordare e noi siamo ancora qui per chi vuol dimenticare

Io non chiedo una vendetta non mi aspetto trasparenza, questa terra benedetta non conosce la giustizia

voglio solo ricordare senza scomodare i morti perché almeno i nostri figli non conoscano quei torti

Ma noi siamo ancora qui per ricordare e noi siamo ancora qui per chi vuol dimenticare

Per mille e mille mille e mille anni