Alcune considerazioni sull’economia di Montella e sulle sue prospettive di sviluppo. Pur se le nostre conoscenze al riguardo sono assai superficiali e limitate non potevamo esimerci dal cercare di fare un quadro della situazione economica di Montella e di quali siano le sue prospettive di sviluppo, per cui abbiamo cercato di fare solo alcune considerazioni, il più fedelmente possibile, di tale situazione economica anche se, teniamo a precisarlo sin d’ora, tale lavoro non sarà completo ed esaustivo. L’economia montellese si basa soprattutto sulla castanicoltura, sull’industria casearia e sul turismo. Attività secondarie, ma egualmente importanti sono: l’agricoltura, la pastorizia, la coltura dei frutti di bosco, la floricoltura, la selvicoltura, il commercio, l’edilizia, e l’artigianato (ferro, legno e marmo). La castanicoltura, dopo aver subito un notevole decremento, a partire dagli anni sessanta, ha avuto un considerevole sviluppo, grazie alla sconfitta del cancro corticale, una malattia che colpisce il tronco dell’albero, e grazie all’attivo interessamento della Cooperativa Castagne di Montella, inoltre si è cominciato a far ricorso anche a macchine per la lavorazione delle castagne e sono notevolmente aumentati anche gli acquirenti. A Montella molte persone vivono del reddito proveniente dalle castagne la cui lavorazione richiede un lungo trattamento che dura molti mesi oltre la raccolta dei frutti. Attualmente vi è anche una grande esportazione del prodotto, anche al di fuori del continente europeo. La svolta industriale, come già accentano, si ebbe soprattutto nel 60, dopo la sconfitta del cancro corticale, per cui oggi i castagneti montellesi vanno sempre più ingrandendosi grazie allo sfruttamento delle rendite annue procurate dalle stesse castagne. I latticini sono stati sempre molto importanti per l’economia montellese, e, in questi ultimi tempi, c’è stato un aumento della loro produzione grazie ai turisti che amano molto questo nostro prodotto, sia per la loro freschezza che per la loro genuinità ed il loro ottimo sapore che non è paragonabile ai latticini prodotti in altre zone. Ci teniamo a ricordare che qui a Montella sono nati i burrini (buttirri) e i caciocavalli che vengono fabbricati, specie nei mesi estivi, perché si vendono di più. Il turismo, a cui sono strettamente collegati la ristorazione e l’industria alberghiera, è un’altra importante fonte di reddito, specie nei mesi estivi e nel periodo delle vacanza invernali, che si è ulteriormente sviluppata negli ultimi anni grazie anche all’interessamento delle Amministrazioni Comunali che hanno creato aree da picnic nelle zone turistiche più importanti come il Piano di Verteglia o i castagneti che sovrastano Toppolo di Panno. Per quanto riguarda le altre attività economiche montellesi, c’è da dire che l’agricoltura e la pastorizia, attività molto praticate in passato, hanno subito un notevole calo e la prima, attualmente, si può dire che viene praticata, per lo più, esclusivamente nella contrada Tagliabosco. Le colture prevalenti sono quella della patata, che cresce anche in terreni aridi, e quelle dei cereali, dell’aglio, delle cipolle, del peperone, dei fagioli e di altri ortaggi. Un buon posto lo occupa anche la nocicoltura, sia da frutto che da legno. Un discorso a parte va fatto per la coltura dei frutti di sottobosco (ribes, more rosse e nere, lamponi e fragoline di bosco) che oltre ad essere un’attività di recente introduzione e quella che presenta le maggiori prospettive di sviluppo così come la floricoltura che viene praticata nella piana di Folloni. Infatti, per quanto riguarda i frutti di sottobosco, a parte la crescente richiesta, si potrebbe ipotizzare la futura nascita di industrie alimentari di conservazione e trasformazione del prodotto con un notevole incremento dell’occupazione, mentre per la floricoltura, poiché la nostra produzione, per fattori climatici e ambientali, si protrae per un arco di tempo stagionale molto più lungo rispetto alle altre zone di produzione offre delle sicure garanzie di commercializzazione. Circa la pastorizia, infine, c’è da dire che, anche se essa viene praticata in modo molto ridotto rispetto al passato, per via dei notevoli sacrifici che essa comporta, resta ancora un’attività alquanto remunerativa. Anche la silvicultura ha una certa importanza per l’economia del nostro paese, ma, allo stato attuale, viene praticata in maniera assai poco razionale e quindi i suoi proventi sono notevolmente inferiori alle potenzialità del nostro territorio. L’edilizia, fino a poco tempo fa, ha occupato un ruolo di grande rilievo nella nostra economia, ma, purtroppo, negli ultimi tempi ha subito un forte calo dovuto all’esaurimento dei fondi per la ricostruzione post-sismica, comunque, visto che ultimamente vi sono stati dei nuovi finanziamenti da parte dello Stato si ipotizza che presto essa avrà un nuovo impulso. A livello industriale non vi è un grande sviluppo e si riscontrano solo piccole industrie artigianali, quasi sempre a conduzione familiare orientate per lo più verso la lavorazione del legno, del ferro e del marmo. Infine, un’altra attività molto sviluppata nel nostro comune e quella del commercio che gode un discreto reddito, visto che Montella si pone come punto di riferimento commerciale per molti paesi limitrofi, e pertanto richiama numerosi acquirenti da ogni parte. Oltre a quanto detto, nel nostro paese, non vi sono altre occasioni di lavoro, per cui molti sono costretti a recarsi fuori, per lo più nelle fabbriche dei nuclei industriali di Lioni, Morra de Sanctis e Calitri, paesi questi che, a differenza di Montella, sono molto industrializzati. Certo le potenzialità di sviluppo, se opportunamente sfruttate, possono essere molteplici e tutte molto produttive. In primo luogo bisognerebbe cercare di potenziare e sviluppare quelle risorse già presenti sul territorio e che già oggi offrono buone garanzie di successo, come la castanicoltura, il turismo, l’industria casearia, la coltivazione di frutti di sottobosco e di fiori, nonché la silvicoltura e l’allevamento del bestiame. In particolare, per quanto riguarda il settore della castanicol-tura sarebbe opportuno far sorgere in loco delle industrie dolciarie e di trasformazione, cosa che oggi avviene altrove, in modo che esse vadano ad assorbire un notevole numero di manodopera. Anche il turismo avrebbe bisogno di maggiore impulso, sia ricorrendo ad una adeguata campagna pubblicitaria, sia offrendo ai potenziali turisti tutta quella serie di servizi e di strutture atte ad invogliarli a scegliere il nostro paese quale meta delle loro vacanze o delle loro escursioni (attrezzature sportive, aree attrez-zate, servizi di informazione, guide, ecc.) e cercare di farli tornare. |