Brack Hattler, dell'Università
di Pittsburgh, ha messo a punto un dispositivo che funziona come
una serie di polmoni. Questa tecnologia potrebbe rivelarsi molto
importante per tutti i pazienti affetti da enfisema, trauma
polmonare o problemi respiratori di vario genere, che nel mondo sono
milioni.
Il dispositivo è stato presentato durante il congresso annuale
della Society for Heart and Lung Transplantation. Le prime prove di
laboratorio eseguite su animali suggeriscono che il dispositivo
possa svolgere un compito efficace nello scambiare anidride
carbonica e ossigeno in pazienti con problemi respiratori,
permettendo ai polmoni di riposare e ripararsi.
Una prima verifica clinica dovrebbe avere luogo in Europa entro un
anno, e sarà la seconda di un polmone artificiale trapiantabile.
Circa 10 anni fa le prove di un altro dispositivo vennero interrotte
perché esso non garantiva un sufficiente scambio di gas. In
generale, i progressi scientifici verso la realizzazione di un
polmone artificiale sono indietro di vari anni rispetto a quelli per
i reni, fegato o cuore.
Hattler ha creato un sistema di assistenza respiratoria intravenosa
che può essere facilmente inserito in una vena della gamba. Esso
consiste in un grande numero di membrane di fibre cave, che
introducono l'ossigeno e rimuovono l'anidride carbonica dal corpo.
L'idea chiave del progetto è quella di aver inserito al centro del
dispositivo un pallone che si può gonfiare e sgonfiare 300 volte al
minuto per muovere le fibre e mescolare il sangue. È proprio questo
il trucco che permette un efficiente scambio di gas con il sangue.
Il polmone artificiale può infatti garantire, nonostante le piccole
dimensioni, di ottenere circa il 50 per cento dello scambio gassoso
necessario al corpo di un adulto e, in più, il sangue viene esposto
a una quantità minima di materiale estraneo. Ovviamente, il
dispositivo può offrire sollievo a un polmone danneggiato, ma non
è inteso come un organo artificiale da utilizzare in permanenza al
posto dei polmoni.
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